Il soldato Melina

8 Gennaio 2016…

Questa storia, come tante altre, è cominciata per caso, con un contatto via mail… Una gentile signora mi ha contattato offrendo il suo contributo nel segnalare la presenza di lapidi-ossario nel Cimitero Comunale di Rovigo. I militari italiani ivi sepolti sono 587, mentre 215 sono i militari dell’esercito austro-ungarico; l’ossario versa in condizioni pietose, umidità, calcinacci e quant’altro fanno da padrone, per non parlare dei nomi quasi illeggibili o di lapidi posizionate al contrario:

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La signora Laura poi mi ha raccontato una storia davvero particolare, che mi ha colpito, tanto da raccontarla anche a voi, per condividerla, con la speranza che qualcuno possa dare un contributo per scoprire la vera storia del

soldato Melina

In una casa a Fratta polesine (Rovigo), probabilmente durante la Prima Guerra Mondiale, fu dipinto un ritratto sul muro del solaio: un ritratto firmato “soldato Melina” che rappresenta un militare:

La giubba con il colletto alto e mostrine altrettanto alte con finale a punta sono tipiche delle giubbe modello 1909. Le giubbe con il colletto in piedi sono rimaste in uso sino al 1933, dopo avevano il bavero aperto quindi da escludere la Seconda Guerra Mondiale. Le controspalline però le avevano solo gli ufficiali, non i fanti.
Il look complessivo è comunque di inizio ‘900 e perfettamente compatibile con la Grande Guerra.
Non esistevano mostrine a tre colori orizzontali, solo due, quindi la parte chiara centrale potrebbe interpretarsi come una riga sottile entro un campo più scuro. Avevano riga bianca centrale le seguenti Brigate di Fanteria: 53°-54° Umbria su campo verde, 55°-56° Marche su campo azzurro, 77°-78° Toscana su campo rosso e 91°-92° Basilicata su campo cremisi.

Ringrazio l’amico Bruno Chionetti per la dettagliata analisi

Chi era il soldato Melina?Era il soggetto del ritratto?O solo l’autore che volle ritrarre un suo ufficiale?E che cosa ci faceva in quella casa durante la Prima Guerra Mondiale (è già stato escluso che fosse uno dei proprietari della casa)?Le ipotesi sono tante: la casa poteva essere stata adibita ad ospedale da campo (a Fratta Polesine ve n’erano 4), oppure un piccolo comando militare..

Chissà se un giorno si riuscirà a scoprire qualcosa di più…Intanto affido la fine del racconto di questa storia a chi ha vissuto il ritrovamento e a chi ha reso possibile scoprire, almeno in parte, un piccolo pezzo di storia:

di Laura Ferracioli

“Da tempo desideravo esplorare quella che era stata la casa di mia mamma a Fratta Polesine, dove da bambina andavo a visitare il nonno, gli zii e i cugini.
Dico “esplorare” per la sua grandezza, perchè non avevo mai visto tutte le stanze e per l’aria di mistero che hanno tutti gli edifici con una storia.

L’occasione l’ho avuta qualche anno fa, durante una visita a mia zia, che mi ha aperto tutte le porte e fatto salire tutti i gradini, su fino in soffitta. Tra le tante sorprese, quel giorno, la più commovente e inaspettata è stato un disegno sul muro di una delle stanze della soffitta. Un ritratto di un soldato: il “Soldato Melina” c’era scritto sotto, con una grafia infantile. Per come si presentava pensavo che l’avesse fatto una mie cugine, molto portata fin da piccola per l’arte. Niente mi faceva supporre che, così nitido e pulito, fosse più vecchio. E invece…

Zia e cugine mi hanno detto che era sempre stato lì, da quando ci abitavano.
Salvato, probabilmente proprio da quella posizione umile e discreta, dal tempo, dai giochi dei bimbi, dalla luce delle piccole finestre, dagli imbianchini. Un ritratto rifugiato in soffitta.

Ho pensato si trattasse di uno dei tanti soldati che durante la Seconda Guerra Mondiale erano entrati e usciti da Fratta, e al ritorno ho chiesto a mia mamma. Con la famiglia si era trasferita in paese, dalla campagna, verso la fine della guerra. Ma mi ha risposto la stessa cosa: il soldato Melina era già lì.

Prima Guerra Mondale! Avrei dovuto capirlo: i baffoni, la riga in mezzo, i capelli ondulati… non aveva certo l’aspetto di un soldato della Seconda.
Chi era il Soldato Melina? Perchè quel disegno?
Forse si era fatto ritrarre per lasciare un segno, per paura di morire…
O forse “Soldato Melina” era la firma di chi aveva fatto il ritratto? Comunque il segno di un passaggio.

E’ tornato a casa il Soldato Melina?
Il suo ritratto è restato lì, a Fratta Polesine, sul muro di una soffitta. Pensare che la memoria di quel gesto, di quel momento, è ancora lì, in una forma tangibile, dopo quasi cento anni in cui avrebbe potuto essere cancellato mille volte, mi emoziona come una poesia. L’avresti immaginato, Soldato Melina? Buonanotte a te”.

6 thoughts on “Il soldato Melina

  1. Sandro Montali says:

    Scrivo dall´ Argentina chiedo scuza per il mio italiano. Miei due nonni sono stati nella prima guerra mondiale. Ho psauto che mio nonno Carlo Giorgetti (Urbisaglia, Marche), fu prigionero dopo di Caporetto. Invece mio Nono Benzo Montali (Montelupone, Marche), fu artigiero. Mi piacerebbe avere qualche informazione verso loro. Grazie.
    Sandro Montali, Buenos Aires, Argentina

    • Silvia says:

      Salve…
      Deve scrivere una mail all’archivio di Stato di Macerata e deve chiedere i Ruoli Matricolari dei suoi nonni. Per chiederli deve sapere la data di nascita, luogo e almeno il nome del padre dei suoi nonni.
      Saluti
      Silvia

  2. Marco Mintrone says:

    E’ tornato a casa il soldato Melina? Cara Sigrora Laura, probabilmente no.
    Ho provato a cercare d’identificare il soldato , questo è ciò che sono venuto a sapere.
    Fra i caduti della Grande Guerra figurano ben sei soldati Melina:
    – MELINA ANTONIO figlio di Giuseppe nato a Caraffa del Bianco (RC) il 31 gennaio 1884 e morto sul monte Zebio il 14 ottobre 1916, soldato 87° Rgt. Fanteria;
    – MELINA GIOVANNI CARMELO figlio di Giuseppe nato a Caraffa del Bianco (RC) il 19 settembre 1897 e morto in prigionia il 5 maggio 1918, soldato 4° Rgt. Alpini ;
    – MELINA GIOVANNI figlio di Salvatore nato Girifalco (CZ) il 29 luglio 1891 e morto sul Dosso Faiti il 14 maggio 1917, soldato 58° Rgt. Fanteria;
    – MELINA ATTILIO figlio di Luigi nato a Medicina (BO) il 14 febbraio 1892 e morto il 7 dicembre 1917 nella 59° sez. Sanità per ferite, soldato 3° rgt. Artiglieria;
    – MELINA EMILIO figlio di ANGELO nato a Campolongo Maggiore (VE) il 18 giugno 1882 e morto a Rovigo per malattia il 18 dicembre 1917, soldato 4° Batt. Bomb.;
    – MELINA LEONARDO figlio di Pietro nato a Villanova Marchesana (RO) il 9 settembre 1898 e morto a Bologna per malattia il 21 novembre 1917, soldato 321° Batt. M.T.

    Fermo restando che potrebbe essere anche sopravvissuto alla guerra e quindi non essere fra questi soldati, scarterei i primi 4 (i primi 2 probabilmente fratelli).
    Il 5° può essere un candidato, ma mi pare interessante l’ultimo di di questo elenco:

    Villanova Marchesana dista meno di 30 km. in linea d’aria da Fratta Polesine. M.T. è poi la sigla di Milizia Territoriale, quindi aveva la possibilità di gironzolare da quelle parti. Si è già supposto che il disegni rappresenti un ufficiale e quindi non sia Melina, il che potrebbe essere confermato anche dal fatto che il soggetto raffigurato abbia mostrine non da M.T. Se dovesse essere questo il soldato cercato, morì in ospedale all’età di 19 anni per malattia. Leonardo non tornò più a casa.

    Ci sono poi un paio di Melina decorati:
    – MELINA VINCENZO nato a Caraffa del Bianco (RC), soldato di Fanteria e decorato con Croce di Guerra (probabile terzo fratello di Antonio e Giovanni Carmelo);
    – MELINA ROCCO nato ad Anzano degli Irpini (AV), soldato di Fanteria ferito e decorato con Medaglia di Bronzo V.M. ad Oppachiasella l’11 ottobre 1916.
    Questi non sono nell’elenco caduti e non mi sembrano soggetti papabili.

    • Laura Ferracioli says:

      La ringrazio signor Marco per l’accuratissima e dettagliatissima ricerca.
      Chissà, può essere davvero uno degli ultimi due, come ha scritto lei. La lapide di Emilio l’avevo vista per caso al sacrario di Rovigo. O forse era proprio Leonardo, di diciannove anni, che aveva ritratto un suo superiore, e che poi sarebbe morto così giovane.
      Magari un giorno qualcuno leggerà le nostre righe e riconoscerà un suo caro, nella firma del soldato Melina o nel ritratto dell’ufficiale.

  3. elisa says:

    Salve,
    sto scrivendo una opera letteraria che ha per oggetto la memoria dei caduti in guerra, quelli di cui si ricostruisce la storia attraverso piccoli oggetti, ricordi, frammenti giunti fino a noi.
    grazie, sto trovando tante informazioni qui.

  4. Laura Ferracioli says:

    Ringrazio Silvia per l’interesse, l’ospitalità e le sue instancabili ricerche, e Bruno Chionetti per l’accuratissimo studio dell’uniforme.

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