Biografia

Pietri Amedeo Umberto, mio bis-nonno e padre del maestro Luigi Pietri, nacque a Novellara (RE) il 12 Febbraio del 1890. Suo padre, Benedetto, era un gran lavoratore, ma con poche possibilità finanziarie. Aveva anche una famiglia numerosa (Amedeo era il sesto di 14 figli) e questo costrinse Benedetto a lavorare la terra presso dei proprietari terrieri. Ciononostante Amedeo ebbe la possibilità di studiare presso il liceo classico del Seminario Vescovile di Guastalla (ubicato allora in Corso Garibaldi), dove vi entrò nell’ottobre 1909. Nell’anno scolastico 1913-1914, si trasferì a Lodi come prefetto di camerata (colui che aveva la responsabilità della disciplina e il controllo degli studenti), presso il Convento dei Padri Barnabiti (tale convento fu storicamente legato a Guastalla… Difatti, nel 1500, una nobildonna guastallese scelse, come confessore personale, proprio Padre S.Antonio Maria Zaccaria, fondatore dell’ordine dei Barnabiti). Negli anni successivi accrebbero numerosi i suoi interessi, perlopiù legati alla sua profonda fede cristiana; scrisse e tenne relazioni sulla vita del cristiano, epitaffi in onore dei suoi più cari amici. In particolare, tengo a ricordare un suo scritto, riguardante la nascita e lo sviluppo dell’università Cattolica del sacro Cuore, poiché, a distanza di quasi 50 anni, suo nipote e omonimo, Amedeo Pietri è professore associato proprio in questa università (Istituto di Scienze degli alimenti e della nutrizione di Piacenza). Nel 1910 si arruola nell’esercito e partecipa alla guerra Italo-Turca, guerra che, dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Turchia nel 1911, portò alla conquista della Libia. Amedeo tornò dall’Africa molto debilitato e ammalato (probabilmente di malaria). Nonostante la salute precaria, venne richiamato alle armi nel 1915. Durante la Prima Guerra Mondiale fu tenente di artiglieria, poi capitano. Congedato nel 1919 (nel 1931 fu promosso Capitano per anzianità), divenne pubblicista, poi, nel 1922, segretario della Cassa Rurale di Guastalla (oggi Banca Reggiana) e nel 1926 direttore, sino al 1936. In tutto rimase alle dipendenze quasi 13 anni. Nel periodo del fascismo, Amedeo fu un membro di spicco dell’Azione Cattolica di Guastalla; questo gli causò qualche problema, dovuto alla sua diversa ideologia politica. Un gruppo di fascisti della zona minacciò apertamente l’Azione Cattolica locale, poi, passò ai fatti, poiché le sole minacce non avevano sortito gli effetti desiderati. Una sera, all’uscita dal bar Gheisa (allora punto di ritrovo per molti personaggi guastallesi in Via Gonzaga), Amedeo fu avvicinato da quattro uomini e trascinato sotto i portici di Piazza del Duomo: fu duramente picchiato a calci e pugni e lasciato sanguinante per terra. Era novembre del 1926. Psicologicamente questa aggressione lo segnò profondamente, tanto da portarlo a fare testamento a soli 36 anni. Continuò a portare avanti le sue idee ed il suo credo cristiano, ma il suo fisico non resse lo stress psicologico che l’aggressione gli provocò (complice sicuramente anche un cuore debole, come poi si seppe). Amedeo Pietri morì di infarto il 25 novembre 1936 (ad esattamente 10 anni dall’aggressione), lasciando moglie e 6 figli.

Non ebbi la fortuna di conoscere il mio bis-nonno Amedeo, ma le ricerche fatte e la memoria storica delle persone che lo ricordano, mi hanno fatto conoscere indirettamente un uomo buono, gentile e soprattutto generoso. Un episodio in particolare tengo a ricordare: durante il servizio militare, Amedeo conobbe molte persone e soldati, provenienti da tutta Italia, e con tutti intrattenne una vasta corrispondenza epistolare (purtroppo andata persa). Tra questi un certo Giacinto, di Squinzano (Lecce). Ho avuto la fortuna di trovare ancora in vita la moglie e il figlio. Mi hanno raccontato tantissimi aneddoti legati ad Amedeo, ma in particolare quello per cui questa famiglia leccese ancora ricorda con affetto il mio bis-nonno. Subito dopo il primo conflitto mondiale, la famiglia di Giacinto si trovò in difficoltà economiche, a causa della penuria post-bellica; chiese consiglio ad Amedeo che suggerì di intraprendere una attività nel settore alimentare. Giacinto così fece, aprì una bottega del pane, aiutato da Amedeo sia da un punto di vista monetario che materiale: la farina veniva spedita da Amedeo, da Guastalla a Squinzano. Giacinto riuscì così a mantenere moglie e figli per il resto della vita sino alla pensione; per gratitudine chiamò Gabriella la prima figlia femmina in onore di Amedeo (la cui unica figlia femmina portava proprio il nome Gabriella). Tante altre testimonianze sarebbero da ricordare, alcune forse non avrò mai la fortuna di conoscere, ma ciò non cambia il fatto che Amedeo rimarrà per me e per tanti un personaggio dai risvolti umanitari tali da essere uomo di esempio anche per le generazioni future.

Pietri Amedeo

Pietri Amedeo in banca

Elogio Funebre Pietri Amedeo

Nel 1925 partecipò all’organizzazione dell’Anno Santo a Roma e, per il suo contributo, ricevette una croce d’argento di benemerenza dell’Anno Santo 1925 (vedi sezione “medagliere e buffetteria“).

 

(tutte le immagini di questa sezione sono di proprietà della curatrice del sito, salvo diversa indicazione)

6 thoughts on “Biografia

  1. SICLARI says:

    Stupendo lavoro. ONORE AL SUO BISNONNO E A LEI. Che Riposa In Pace. Cari Saluti di Francia. Pietro S.

  2. ennio bombonato says:

    Sono appassionato da sempre della Grande Guerra ma c’e’ una domanda che mi tormenta in modo particolare.
    Qual’e’ il legame, l’anello di congiunzione tra lei pronipote di Amedeo Pietri e la tragedia dei Roccioni di Lora?
    Mi permetta, ma la domanda sorge spontanea consultando e leggendo il documento in formato pdf da lei pubblicato sul fatto sopracitato.
    La ricchezza dei dettagli e dei particolari probabilmente acquisita da pazienti, laboriose e faticose ricerche d’archivio riguardo ai caduti ( provenienza, appartenenza al reparto, ordine e grado ), la documentazione tratta dal diario storico della 55^ Divisione, lo stralcio della cronaca tratto dal libretto “Gli Alpini di fronte al nemico – Batt. Aosta – 1935” farebbero impallidire il bibliotecario piu’ appassionato, preparato e solerte di questo mondo.
    Complimenti veramente….!!!
    Perche’ a questo punto anche la mia curiosita’ sta diventando veramente insaziabile.
    Il Pasubio ha una collocazione particolare nel mio cuore grazie a quel signore piccolo, gracile e sempre sorridente ma nel profondo un autentico gigante, alpinista, conoscitore e ricercatore di quei luoghi con la sua pubblicazione forse piu’ celebre intitolata Pasubio e Piccole Dolomiti edita dal Touring Club.
    Sto parlando come avra’ certamente capito del grande Gianni Pieropan.
    Ma all’inizio della controffensiva italiana sul Pasubio in risposta alla “Strafexpedition”, sul Pasubio stesso non si era andata formando per caso la 44^ Divisione che le cronache del tempo dichiaravano gigantesca perche’ aveva piu’ effettivi di un Corpo d’Armata di cui faceva parte la Brigata Liguria comandata dal generale Achille Papa che avvrebbe poi dato il nome all’ omonimo rifugio alle porte di Pasubio?

    cordialmente
    ennio bombonato

  3. Claudio Di Vora says:

    Ho apprezzato tantissimo quanto raccolto in qs sito.Da sempre appassionato della storia della prima guerra mondiale ho trovato fra le tante foto una che mi interessa particolarmente avendo come oggetto il cannone da 305 posizionato nella valle del But.Sarei molto interessato a materiale fotografico relativo a qs obice e alla stessa zona ( Alto But, Paluzza, Pal Piccolo )
    Grazie e saluti
    Claudio Di Vora

  4. luis alfredo battaglini says:

    bellissima e interesante pagine, per tutti quelli che cerchiamo informazioni. complimenti per il laboro (scusa la grammatica sono argentino e non so bene la lingua.

  5. Lucia says:

    Cara Silvia, vedere l’impegno che hai profuso in questo lavoro mi rende, davvero, felice.
    Apprezzo, non solo come storica e archivista, ma anche come nipote di un altro nonno, Mansueto, che ha partecipato alla Grande Guerra.
    Se è possibile aggiungi anche i lavori che Amedeo Pietri ha lasciato (come pubblicista) sarebbe bellissimo.
    Complimenti!
    Lucia

  6. admin says:

    “Non ti ho mai conosciuto…Ci hai lasciato troppo presto…
    Ma ora…mi sento più vicina…a te e alla tua esperienza di vita…
    E magari, lo spero tanto, ora stai commentando.. :
    “Ma guarda la mia bis-nipotina…che regalo mi ha fatto!”.

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