I VOSTRI parenti

21 Marzo 2012
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Questa stanza la vorrei dedicare a VOI, ai vostri parenti. Potete mandarmi il racconto dei vostri avi e/o foto che hanno combattuto nella Prima Guerra Mondiale o che non sono mai tornati…

in loro memoria…

Chiarini Luigi e Faustino

di Giovanni Chiarini

Ecco la storia/testimonianza dei fratelli Chiarini, resa possibile dal nipote Giovanni che ha condiviso la sua ricerca:

Chiarini Faustino e Luigi


Ciavattone Gaetano

Gaetano Ciavattone nacque a Sulmona in Abruzzo il 25 ottobre 1893. Fu chiamato alle armi come fante nel 73°/10 reggimento (determinazione del Comando della Seconda Armata) e il 22-05-1915 lasciò la famiglia, il lavoro nei campi e la sua valle. Pare fosse stato  addestrato come  tiratore scelto. Ferito alla spalla sinistra da una scheggia di Shrapnel presso Oslavia il 3 novembre 1915, presumibilmente nella IIIa  Battaglia dell’Isonzo, fu poi inviato nel campo di prigionia di Mathausen.  Venne impiegato nei lavori stradali in Serbia dove ebbe un incidente a causa del quale riportò la frattura “della coscia e del femore”,  e perciò fu trasferito e ricoverato nell’Ospedale Militare S. Giuseppe di Monza. Salvò la vita ma la sua gamba rimase gravemente offesa.  Nessuna ombra velò la sua condotta, come spesso successe ai feriti o ai soldati catturati dal nemico, poichè servì il suo Paese con fedeltà ed onore. Fu dichiarato inabile il 1 gennaio 1920. Così, sfuggito alla guerra e al campo di prigionia, nella speranza di migliorare le condizioni della propria famiglia, emigrò in America (Ohio), dove fu investito da un treno e morì a 30 anni il 24 novembre 1923. Probabilmente la sua invalidità non gli permise di uscire prontamente dall’auto con la quale, insieme ad altre quattro persone, si accingeva al ritorno. Fu tumulato in un piccolo cimitero di Winesburg.

Mia madre perse il padre a 3 anni e non lo conobbe, perché s’imbarcò qualche giorno prima della sua nascita; sicuramente non comprese mai completamente quali esperienze quest’uomo avesse vissuto, legò la sua immagine al pianto silenzioso di nonna Mattia, a parole appena sussurrate e a qualche foto. Dopo averla persa, la narrazione dei pochi e confusi ricordi, alcuni documenti gelosamente custoditi, e quel frammento di malinconia cristallizzato nel profondo dei suoi occhi mi hanno indotto a recuperare la memoria, una spina nel petto mi ha spinto a cercare e a sperare di trovare altre informazioni su questo nonno sfortunato le cui vicende dolorose si sovrappongono a quelle di tanti altri uomini.

La Grande Guerra è conosciuta, dalla maggior parte delle persone, solo per i grandi avvenimenti, ma in realtà fu una sciagura immensa nella quale vennero coinvolti milioni di ragazzi solo parzialmente consapevoli e motivati. In quel conflitto, in una minuta tessitura umana di eroismo, coraggio, spirito di sacrificio, codardia, disorientamento, sofferenza, dolore e gioventù fu travolta e segnata un’intera generazione : figli, fratelli, padri, madri…Le vicende umane quando sono così tragiche producono un’eco che come una grande onda percorre il tempo, in parte condiziona e permea il futuro di ognuno di noi, non solo nei grandi eventi della storia, ma nei sentimenti e nel vissuto. Mia nonna rimase presto vedova, dovette dedicarsi da sola al lavoro nei campi e a crescere due bambine. Morì a 43 anni.

Ringrazio Silvia      

Maria Grazia

Ringrazio Maria Grazia, nipote di Gaetano, per aver raccontato e condiviso la storia di suo nonno: per non dimenticare. Altri documenti potrete visionarli in questo file, in cui Maria Grazia ha gelosamente raccolto i pochi documenti riguardanti suo nonno:

Ciavattone Gaetano


Molinari Guido

Foto appartenenti al Tenente Molinari Guido, da Lazise. Le foto mi sono state gentilmente inviate dalla nipote Isabella, che ha voluto condividerle…grazie!

A sinistra: Guido Molinari
A destra: “In attesa della mensa…si gioca. Camporovere, Aprile 1916

In alto: “Croce di Vezzena e Cima Verena, Aprile 1916
In basso: “Reticolato di sbarramento. Zona di guerra, Aprile 1916

A sinistra: “Gli ufficiali del 1° Battaglione del 46° Reggimento M.T., Aprile 1916
A destra: “Gli ufficiali della 4° Compagnia, Aprile 1916

A sinistra: “Val Marcai. Ricovero del Comando di Battaglione, Aprile 1916
A destra: “Ronchi di Gallio, Aprile 1916

Dal Foglio Matricolare di Guido Molinari:
Soldato di leva di 3° categoria, classe 1895, Chiamato alle armi per mobilitazione, lì 1° Giugno 1915, tale nel 58° Regg. Fanteria, lì 11 Giugno 1915, Sottotenente di complemento presso il distretto militare di Verona ed assegnato all’82° Battaglione Milizia Territoriale, lì 26 Agosto 1915…
(In attesa dello Stato di Servizio)


Doss Casina

Le seguenti foto, probabilmente inserite in un album o appartenute ad uno stesso militare, riguardano Dos Casina (Lago di Garda) nel periodo 1916-1917. Vi sono finanzieri, artiglieri, mitraglieri, ecc…Se qualcuno dovesse avere maggiori informazioni sui militari delle foto, la prego mi contatti. La chiesetta di Dos Casina che si intravede sullo sfondo della foto n.4 fu costruita dai finanzieri nel 1916 ed è tuttora esistente, restaurata dagli alpini.

Album Doss Casina

Elenco dei nominati nelle foto:

  • Alziator, tenente medico: forse Alziator Cesare, da Cagliari, med. di Bronzo valor Militare, tenente medico (foto n.3)
  • Apostolo, tenente finanza
  • Bertolucci, sottotenente medico
  • Barone, sottotenente
  • Boni, sottotenente mitr.
  • Broggi, sottotenente
  • Castellani, maggiore
  • Cendali dott. Lorenzo, da Fiesole
  • Cremasco, tenente del genio: forse Cremasco Noberto, piemontese, med. di Bronzo Valor Militare (foto n.3)
  • De Scalzi, tenente artiglieria
  • Gallina, sottotenente mitr.
  • Grispigni, capitano finanza
  • Gullino, tenente
  • Liberali, sottotenente genio
  • Manino, capitano finanza
  • Piovano, tenente colonnello: forse tenente colonnello Piovano Giovanni, 65° Fanteria, morto nel 1917 sul Carso, 3 med. d’Argento al Valor Militare (foto n.2). Comandante del Battaglione Argentera dal 06/01/1917 al 18/06/1917
  • Porta, maggiore: maggiore Porta Felice, Guardia di Finanza (foto n.4)
  • Fiorentino, tenente: tenente Fiorentino Luigi, Guardia di Finanza (foto n.4)
  • Fratta, tenente artiglieria
  • Panaro, capitano finanza
  • Pannuccio, sottotenente
  • Pellerano, sottotenente
  • Ripamonti: don Ripamonti Cesare, Tenente cappellano Guardia di Finanza, morto nel 1918 in Albania (foto n.4)
  • Rivoira, tenente
  • Romani, tenente artiglieria
  • Saltarelli, capitano finanza
  • Vernazza, tenente artiglieria

Ringrazio Stefano per avermi prestato le foto in visione e Federico Sancimino per la consulenza sui militari della finanza


Cartoline dal fronte

disegnate a mano dal soldato De Angelis Filippo (14 Luglio 1917):

Da queste vette ove fronteggiamo lodiato nemico, esultante per le stranbiliandosi (?) notizie che ci giungono da ove i nostri Fratelli spose e Fidanzate scrivono pagine che rimarranno immortali, fiduciosi nell’imminente sconfitta di coloro che furono ragione di tante pene…Orgogliosi d’aver preso parte alle recente furtune azione trovantori a gavere il merito riposo, tra i boschi di pittoresche montagne in un momento di tregua, invio i miei più affetti saluti e baci più saluti ai tuoi genitori, sono tuo F. De Angelis. Mio Tesoro, ti ò mandata anche unaltra in cotesto modo lai ricevuta e nello stesso scritto e unaltra con diferente scritto. Oltre ti sono mandate tante di queste fiorate da me stesso e non sò se hai ricevute sulla risposta che mi fai melo fai sapere. Ricevi i più cari affetti saluti e baci sono tuo amante che sempre a te pensa, De Angelis Filippo. Saluti tanti al tuo Fratello, Addio, addio Angelo mio. ”.

Alla signorina Panichi Loreta, Colli del Tronto, Ascoli Piceno (Marche). Da: De Angelis Filippo, Caporale Maggiore 338° Compagnia Mitragliatrici, 1° Sezione, Brigata Roma, zona di Guerra. “Ricevi tanti cari affetti saluti e baci ardenti di chi sempre a te pensa, sono tuo amante, De Angelis Filippo, 14- 7- 1917”.

Una cartolina particolare…

scritta da un ufficiale italiano (tenente Guido Guidi, 5° Reggimento Genio) al figlio Valerio il 1° Luglio 1915; la cartolina però è austriaca, “ceduta” da un prigioniero austriaco:

 1° Luglio 1915.

Mio caro Valerio,
ti scrivo questa cartolina cedutami da un prigioniero austriaco. In questi giorni c’è stato qui un felicissimo combattimento nel quale i nostri alpini hanno fatto meraviglie. Con pochissim perdite nostre, hanno portato giù più di un centinaio di prigionieri; gente molto in gamba, ma intontiti per la violenza subita. Però si rimettono subito dal loro accasciamento, perchè noi italiani li trattiamo colla massima umanità. Sono in gran parte padri di famiglia, che hanno le loro famiglie lontane, e che fanno vedere i ritratti dei loro cari; quando si vedono trattati bene non fanno che ridere o piangere: forse dopo i momenti terribili passati in combattimento, intravedono la possibilità di rivedere le famiglie loro e gridano: viva l’Italia con entusiasmo. Noi stiamo bene; la salute qui è sempre ottima e lo spirito dei soldati meraviglioso. Bacia tanto i fratellini, mammma, nonni e tutti di casa.
Tuo papà.

Lettera del soldato Guido alla famiglia,

15 Maggio 1917 (con foto annessa):

Dal fronte.
Carissimi, grazie del buon pensiero che avete per me. Ho ricevuto oggi gli asciugamani e lo specchio e le fotografie. La tua lettera è un po’ sgrammaticata, Pierina, ma affettuosa. Vuoi sposarti?E allora rivolgiti alla quarta pagina dei giornali e non a me! Ecco la baracca in cui alloggia il mio plotone. Con un po’ di buona volontà si può vedere su la porta il chitarrista. Canta ogni sera, il brav’uomo, accompagnandosi col suo strumento, una canzona napoletana tristissima e tormentosa, dolce ma inguaribile, come un dolore che non abbia fine, come un amore che non dia pace.
Grazie del dono floreale (?), mammma. Siete una ragione di vita, per me, papà, mamma, sorella, l’unica ragione della mia vita d’uomo che non ha mai voluto o saputo adoperare quel poco di intelligenza che la natura gli ha dato. Ti bacio, Pierina, o tu che dormi col capo sul tuo cuscino di capelli biondi inquieti come un’anima. Mi sovviene spesso di sentirmi penetrare dalla tua voce, mamma, fino a soffrirne un poco. Questo a punto io voglio darvi, miei cari: l’intera mia vita. Le montagne, buie di foreste e ancora scintillanti di nevi, drizzano al cielo la loro violenta barriera insormontabile….
Affettuosamente, Guido, 15 Maggio 1917

Messaggio delle Madri Italiane ai figli combattenti,

opuscolo di adesione, Roma 30 Ottobre 1917:

Le Madri Italiane ai figli combattenti. Nella difficile ora che volge, incessante il nostro pensiero corre lassù dove si combatte. E, prima che ai figli, guarda all’Italia. Alla Patria nostra che i nostri figli tenacemente difendono. E se, MADRI, fremiamo di angoscia per questa strenua difesa che i figli sono chiamati a sostenere, italiane esultiamo, sicure che il compito glorioso verrà eroicamente assolto. E vogliamo corra, voli questa parola di fede assoluta delle madri italiane ai combattenti figli. E sia ad essi conforto nell’ora amara che passa; augurio di pronta rivincita; premessa nostra di concorde; indefesso lavoro per la salda unione del fronte interno; prima squilla della finale Vittoria che non può mancare a chi difende i sacri confini della Patria. Roma, 30 Ottobre 1917. Alcune adesioni al Messaggio:

  • Roma, Gilda De Gaetani Pellas che ha perduto, in tre mesi, due figli in guerra, e altri due ne ha in zona di guerra, manda con entusiasmo il suo nome per l’appello che sarà fatto circolare fra i nostri gloriosi soldati.
  • Roma, Maria Luisa Santoro Pacca. Ho perduto un figlio al fronte; ne ho un altro lassù, ma col cuore d’italiana firmo il Messaggio delle Madri Italiane ai difensori della Patria.
  • Firenze, Anna Kennedy Laurie. Madre desolata di un diciassettenne eroe, caduto sulle zolle insanguinate del Carso, aderisce al Messaggio delle Madri Italiane, ai combattenti.
  • Pordenone, Maria Camillotti Rovighi. Offrendo alla Patria due adorati figli, che in questo momento combattono il nemico per la difesa del sacro suolo, mi associo con entusiasmo al Messaggio delle Madri Italiane.
  • Milano, Pia Nicolodi Bagnara. Con fede rinnovata, nell’ora del cimento, la madre e le sorelle di due ufficiali, l’uno cieco in guerra, l’altro combattente, si associano al virile Messaggio delle donne italiane.
  • Genova, Maria Giulia Tassinari Veneziani. Anch’io ho mio figlio al fronte ove si combatte e si muore. Da tempo la sua voce non mi arriva, né la mia forse arriva a lui. La unisco a quella delle altre madri italiane, perchè unite vincano la distanza e i nostri cari la sentano.
  • Fucecchio, Gemma Guerrieri vedova Benvenuti, freme di angoscia, ma orgogliosa di avere tre figli per la difesa della patria, si associa al Messaggio delle Madri Italiane.
  • Genova, Maddalena Fabre Repetto. Ho un figlio alla fronte dall’inizio della guerra; un altro vi fu per 14 mesi. Entrambi sempre si mostrarono volenterosi e forti, e io sono fiera di loro. Vada dunque il mio nome, con quello di tante altre madri italiane, ai cari soldati nostri, e dica loro che nel mentre essi combattono, noi li seguiamo col cuore e con la preghiera. L’olocausto dell’amore materno, messo a tanto doloroso cimento, implori da Dio vittoria alle armi nostre, pace onorata e sicura alla diletta Italia”.

Archivio di Stato Reggio Emilia, Comitato Assistenza Civile, 1917-1918

Due cartoline (una dalla prigionia)

scritte da due fratelli alla sorella:

Alla Distinta Signora Martinelli Maria in Stampanoni Gaiba (Rovigo) dall’Aspirante 15° Bersaglieri Martinelli Giuseppe Garnisonsarrest Linz Donau. “Linz, 21-9-1918. Carissima Maria, Ieri finalmente, dopo due mesi di attesa, ho ricevuto tue nuove. Prima di tutto ti faccio le mie congratulazioni per il figliolino che hai avuto, e che bacerai per me, poi ti faccio gli auguri più sinceri per il tuo compleanno. Sento con piacere che tanto tu quanto Toto state bene, cosa che posso pure assicurarvi di me, che solo non vedo l’ora di potervi riabbracciare. La lontananza della famiglia mi tormenta alquanto, ma non è riuscita ad abbattermi. Ti bacio affettuosamente con Toto. Saluti cordiali alla tua nuova famiglia. Giuseppe”.

Dal Tenente Martinelli Alfredo, 1° Gruppo 12° Artiglieria. “Lì, 5-6-1918. Affettuosissimi saluti a te e tutta la famiglia Stampanoni un bacio da tuo fratello Alfredo”.

Circolare del 1° Reggimento Genio,

comando del deposito, al Sindaco di Correggio (RE), in merito ad un caduto:

(Archivio Storico Comunale di Correggio, Categoria VIII, 1916)

1° Reggimento Genio (zappatori), comando del deposito, Pavia 24 Ottobre 1916. Unitamente alla presente a mezzo piego raccomandato, si trasmette quanto segue:

  • Corrispondenza e carte varie
  • 1 Portafoglio in pelle nera
  • 1 Catena in metallo bianco
  • 1 Catena di metallo giallo
  • 1 Orologio
  • 1 Accendisigaro
  • 1 Temperino
  • 3 pezzi di matita
  • 1 Borzellino contenente una moneta estera
  • 1 Notes
  • 1 Calendario
  • Alcune fotografie
  • 1 Certificato di idoneità per condurre automobili
  • Alcune cartoline in franchigia

Il tutto trovato in possesso del defunto Caporale Beltrami Evangelista. In pari data rimetto alla S.V. Un plico raccomandato contenente…. Tutti i detti oggetti furono rinvenuti sul cadavere del soldato. Prego di consegnarli al più prossimo erede di lui, facendosi rilasciare dettagliata ricevuta che trasmetterà in questo Comando. La ricevuta in parola dovrà essere sottoscritta dall’interessato o, se questi è analfabeta e dopo il segno della croce, da due testimoni e la S.V sarà compiacente di apporre il suo “Visto” per attestare l’autenticità di tali firme. Il Tenente Colonnello, Comandante del Deposito”. Il Caporale Beltrami Evangelista era nato a Correggio (RE) nel 1886 e morì ad Arsiero il 29 Luglio 1916, per ferite riportate in combattimento:

GRAZZI ERNESTO, classe 1883, Soldato di Fanteria

Uniforme mod. 1909 armi a piedi (in fustagno. L’uniforme e il fregio da mobilitazione sono da attribuirsi al periodo 1916 circa), con scarponi mod. 1912, sul berretto il fregio da mobilitazione dell’8° Reggimento Fanteria ( brigata Cuneo), le mostrine al bavero sono interamente di colore amaranto. Al fianco una sciabola baionetta per fucile Vetterli mod. 70/87. Appuntata al petto sembrerebbe esserci una classica medaglietta votiva, molto usata tra i soldati al fronte.

Grazzi Ernesto nacque a Dosolo (Mantova), il 21 Ottobre 1883. Era bracciante presso dei piccoli proprietari terrieri a Luzzara (Reggio Emilia); lì conobbe Dorinda, la donna che sarebbe divenuta sua moglie. Ernesto, dopo un breve periodo di quello che oggi noi chiameremmo “fidanzamento”,  portò con sè la Dorinda a vivere nel suo piccolo paese, Villastrada di Dosolo. Questa piccola “fuga” d’amore, a quel tempo (1914 circa), venne definita dai conoscenti e familiari della Dorinda con una frase dialettale:“L’à fatt scapàr la Dorìnda cun al barcaröl” . Guastalla e Dosolo erano due Comuni confinanti (Guastalla era l’ultimo della provincia reggiana e Dosolo il primo della provincia mantovana), ma avevano il fiume Po che faceva da “linea di confine” tra le due province. L’unico modo per passare da un paese all’altro era l’attraversamento del fiume (prima della costruzione del ponte in chiatte del 1928), per mezzo del “barcarolo”, una barca che aveva la funzione di trasportare persone, animali e materiale. Ernesto, oltre al lavoro e la famiglia, adorava suonare la tromba, che custodiva gelosamente, tant’è che, si racconta, la portò con sè al fronte.

Dopo il matrimonio e il primo figlio (1915), Ernesto venne chiamato alle armi:

Foglio Matricolare, soldato di leva di 3° categoria, distretto di Mantova:

  • Arruolato con la classe 1885 quale mandato rivedibile per debole costituzione
  • Chiamato alle armi per mobilitazione e giunto, lì 15 Luglio 1916
  • Tale nel deposito 8° Fanteria, lì 24 Luglio 1916
  • Tale nel territorio dichiarato in stato di guerra, lì 23 Ottobre 1916
  • Morto in combattimento in Vertoiba, lì 15 Dicembre 1916

Ernesto non fece in tempo, prima di partire per il fronte, a veder nascere la seconda figlia ma, ancor peggio, non vide mai crescere i suoi figli, poichè morì appena dopo 2 mesi essere arrivato in zona di guerra. Il riassunto della Brigata Cuneo conferma la presenza in linea dell’8° dal 19 Novembre al 31 Dicembre in zona Sober-Vertoiba. Purtroppo il luogo di sepoltura risulta ancora sconosciuto (sto facendo ricerche in merito). Nell’Archivio anagrafico del Comune di Dosolo, è conservato il seguente atto di morte: Il sottoscritto Farris Alfredo Tenente d’Amministrazione incaricato della tenuta dei registri di Stato Civile presso l’8 Reggimento Fanteria dichiara: l’anno 1916 ed alli 15 del mese di Dicembre nella località Vertoiba mancava ai vivi alle ore sei, di età anni 31, il soldato Grazzi Ernesto della 7° Compagnia dell’8° Reggimento Fanteria al n. 12089 di matricola, nativo di Dosolo, provincia di Mantova, morto in seguito a ferite d’arma da fuoco per fatto di guerra, sepolto a Vertoiba, come risulta dall’attenzione delle persone a piè del presente sottoscritte. Cappellano Don Luigi Cavagni e Caporal Maggiore Fermo Marelli”.

Il Cimitero di Vertoiba, o meglio i tanti piccoli Cimiteri della zona, nel dopoguerra vennero chiusi e le salme esumate e traslate nei nuovi Sacrari come Redipuglia o Oslavia. In questi “passaggi” capitò, purtroppo, che salme di soldati con nome e cognome, dopo l’esumazione diventassero ignoti….Non sono ancora ben chiare le cause di questo, ma è probabile che il soldato Grazzi, con lapide nominativa al Cimitero di Vertoiba, si trovi a Redipuglia o Oslavia tra gli ignoti. Nel Cimitero di Villastrada di Dosolo esiste un ceppo commemorativo dei caduti della Grande Guerra, tra cui la foto di Ernesto.

Il nipote Ernesto (suo omonimo), a ricordo del nonno, possiede solo 3 oggetti, che conserva come reliquie: la foto, la tromba e una particolarissima spilla-bottone:

Mi ha fatto vedere questi oggetti con una devozione che mi ha colpito, e mi ha raccontato, con le lacrime agli occhi, il suo ricordo di quando era piccolo: sua nonna Dorinda (la moglie di Ernesto), ogni Natale accendeva un cero sotto la foto-ritratto di suo marito, recitando una preghiera. Dopo aver condiviso con me la storia di suo nonno, mi ha chiesto di scrivere un pensiero a Lui dedicato, in questa pagina; è anziano, non conosce internet, quindi mi faccio volentieri portatrice del suo messaggio:

Il mio più grande desiderio è conoscere il Tuo luogo di sepoltura, vedere il Tuo Nome scritto su una lapide e portarTi un fiore. Ti immagino sul campo di battaglia, con il tuo carattere forte e coraggioso nonostante la tua salute precaria, davanti a tutti, con la Tua fedele tromba che suoni la carica… Porterò per sempre nel mio cuore la tua foto e l’orgoglio di essere Tuo nipote.
Grazzi Ernesto”.

Domenico Pollarolo

La storia di questo soldato, Domenico Pollarolo, è stata ricostruita grazie al suo piastrino militare. Tale piastrino probabilmente fu regalato o ceduto, poichè Domenico fortunatamente tornò a casa dopo la Guerra (anche se morì molto giovane). Domenico Pollarolo nacque a Germignaga (Varese) il 17 Novembre 1898, di professione meccanico:

Grazie al Foglio Matricolare è stato possibile ricostruire la sua storia militare:

Numero di Matricola 10287, Domenico Pollarolo, classe 1898, soldato di leva di prima categoria, distretto di Novara:

  • Chiamato alle armi e giunto, lì 4 Marzo 1917
  • Tale nel deposito del 38° Reggimento Fanteria, lì 11 Marzo 1917
  • Giunto in territorio dichiarato in stato di Guerra, lì 30 Maggio 1917
  • Tale nel 268° Reggimento Fanteria, lì 5 Gennaio 1918
  • Tale nel 247° Reggimento Fanteria, lì 1 Aprile 1918
  • Tale nel 5° Reggimento Fanteria, lì 20 Settembre 1918
  • Tale nel Deposito Mitraglieri Brescia, lì 1 Novembre 1918
  • Tale nel 25° Reggimento Fanteria, lì 29 Novembre 1918
  • Partito per la Cirenaica ed imbarcatosi a Siracusa, lì 25 Febbraio 1919
  • Tale nel deposito del 25° Reggimento Fanteria
  • Rientrato in Italia e sbarcato a Siracusa, lì 15 Febbraio 1920
  • Inviato in congedo illimitato, lì 5 Maggio 1920

Di Domenico non ho altre notizie. Morì a Crevola d’Ossola il 30 Giugno 1932, a soli 34 anni.

Agenda del soldato

di Sabellico Igino, 1917

Tra le numerose testimonianze dirette della Guerra, questo diario rappresenta una cronaca a tratti drammatica della vita di un soldato al fronte. Il suo nome era Sabellico Igino, classe 1896, nato ad Alatri, in provincia di Frosinone. Igino racconta fatti di vita quotidiana in trincea e non, il suo dolore, la sua nostalgia di casa ed il suo “essere umano” in una vita difficile da comprendere; abituato a vivere in paese, circondato dai tanti affetti famigliari ed improvvisamente “catapultato” in un mondo chiamato Guerra. Questo diario è anche una testimonianza dei compiti quotidiani di un soldato di artiglieria, impegnato nel trasporto obici, a costruire baracche, camminamenti, ecc…Sabellico Igino morì ad Alatri nel 1971. La sua grafia è piuttosto difficile da decifrare, anche perchè probabilmente scrisse in posti disagiati. Col tempo, spero di riuscire ad “interpretarla” e trascrivere interamente il diario:

Appartenente al 39° Reggimento Artiglieria da Fortezza,  562° Batteria d’ assedio, 34° Raggruppamento. 1896 è l’anno di nascita, 962 è il suo numero di matricola, 85 è il numero del distretto militare di appartenenza (Frosinone). L’anno in cui il milite scrive questo diario è il 1917. Nella trascrizione non “opererò” alcun cambiamento o correzione, manterrò anche eventuali errori…File da scaricare in formato pdf. (in aggiornamento)…

Agenda del soldato-Gennaio-Aprile

 

24 thoughts on “I VOSTRI parenti

  1. Corrado Di Stefano says:

    CORRADO DI STEFANO says:
    Ottimo il sito.
    Chiedo notizie sul ten. Scollo Giuseppe nato a Rosolini il 17.1.1896 figlio di Emanuele ,decorato con medaglia d’Argento, combattente l’ 11° battaglia dell’Isonzo, il suo comandante di Compagnia fu Emilio Capponi . Riportò ferite nel combattimento avvenuto il 21 agosto 1917 a Descla (verbale del consiglio d’amministazione del deposito del 33° reggimento fanteria n. 562 in data 15.12.1917) – Autorizzato a fregiarsi del distintivo dell’attuale campagna (R.D. 21 maggio 1916 n. 641) il 20 maggio 1918 con ordine permanente del deposito 33° reggimento fanteria in data 2 giugno 1918. Autorizzato a fregiarsi del distintivo d’onore dei feriti di guerra (Circ. 182 G.m. 1917) in data 1° maggio 1918 (ordine permanente del deposito 33° fanteria del 3 maggio 1918)).
    Campagna di guerra 1916 – Campagna di guerra 1917.

    Cercasi notizie e documentazione, anche,in fotocopia, per ricerca storica.
    In attesa di ricevere un cenno di riscontro, invio cordiali saluti.
    Corrado Di Stefano

    02/04/2017 at 08:37
    Rispondi

    Silvia says:
    Salve…
    Le rispondo via mail…

    05/04/2017 at 19:14
    Rispondi

    • Silvia says:

      Mi spiace…avevo fatto il rispondi via mail per altro commento…
      Non ho ulteriori info sul sottotenente Scollo…

  2. DANILO says:

    BEH, PER TUTTI COLOR CHE CERCANO IL PROPRIO NONNO O BISNONNO CHE HA PATECIPATO ALLA PRIMA GUERRA MONDIELA VORREI DARE DEI CONSOGLI PER EFFETTURE UNA RICERCA MIRATA ED EFFICACE:
    1) PRESSO GLI ARCHIVI STORICI DELLA PROVINCIA DI NASCITA
    2) PRESSO “ONORCADUTI” DEL MINISTERO DELLA DIFESA DI ROMA
    3) REPSSO GLI OSSARI E CIMITERI MILITARI SPARSI IN TUTTA ITALIA.
    SONO RIUSCITO COSI’ A RICOSTRUIRE LA STORIA DEL MIO BISNONNO MORTO NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. ORA SAPPIAMO DOV’E’ MORTO E DOVE SI TROVA LA SUA SEPOLTURA. SAPPIAMO OGNI SUOI MOVIMENTO DA QUANDO SI E’ ARRUOLATO AL MOMENTO DELLA SUA MORTE (1916). GRAZIE A TUTTI.

  3. Romano Dallavecchia says:

    Buon giorno e grazie a tutti quanti si stanno impegnando in questo lavoro di ricerca che commuove.
    Ho due richieste che da tanto tempo cerco di soddisfare: la prima, visto che io sono un discendente diretto, mi piacerebbe avere più notizie in merito ad una contrada della provincia di Vicenza dalla quale più della metà degli abitanti (i Dalla Vecchia di cui io sono discendente diretto) partirono e non fecero più ritorno; la seconda richiesta relativa alla Seconda Guerra Mondiale riguarda mio zio Mezzadrelli Pietro dato per disperso sul fronte russo e mai ritornato a casa. Questo dramma l’ho vissuto direttamente e la sua mamma, la mia carissima nonna, dal giorno che ricevette la notizia, sul suo volto sparì per sempre il sorriso e non passavo giorno che non vedessi spuntare dai suoi occhi arrossati lacrime che le bagnavano il viso, ma io bambino non capivo; sul letto di morte continuò a chiamare “Pietro dove sei, Pietro perché non ritorni” poi chiuse gli occhi era il 29 di Giugno 1949 San Pietro,
    Romano Dallavecchia

  4. Giuliano Di Odoardo says:

    Caporal Maggiore Carlo Di Odoardo (1883-1916)

    Il 20 Marzo 1916 il Caporal Maggiore Carlo Di Odoardo fu trasferito in territorio bellico nel Friuli Venezia Giulia, Sagrado, dove il fiume Isonzo era considerato il confine e il fronte della battaglia contro gli Austro- Ungarici. Combatté per oltre 3 mesi in prima linea. Il 29 giugno del 1916 morì nella battaglia di Bosco Cappuccio, avvelenato dai gas asfissianti che il nemico usò per la prima volta in guerra. Nel foglio matricolare militare fu dichiarato disperso. Dopo circa un anno, il 31 Maggio 1917 il ministero della difesa rilasciò la dichiarazione di irreperibilità dichiarandolo ufficialmente morto.

    Il Caporal Maggiore Carlo Di Odoardo del 30° Fanteria è tumulato nel Sacrario Militare di Redipuglia
    Loculo 12889 Gradone 7°.

  5. Mario Camino says:

    Leggo volentieri tutte le storie dei soldati della Grande Guerra , mi fanno tanta tenerezza e tanta commozione avendo anch’io ricostruita la storia militare del nonno materno . Soldato di terza categoria per via dell’età 35 anni , dopo un breve addestramento viene spedito al fronte ( lo diceva lui stesso ) stamattina hanno chiamato in diversi , ma io non ci sono , dal deposito del 28° fanteria viene chiamato al 262° fanteria, da una cartolina scriveva che per avere una licenza doveva fare un anno al fronte, pregava la moglie di parlare al sindaco e al maresciallo che in casa c’era bisogno di lui per via dei tanti lavori in campagna , aveva due bimbe , mia madre di 5 anni e mia zia di 3 anni che purtroppo non ha più rivisto !

  6. GIORDANO IOTTI says:

    Buona sera Silvia, Le chiedo se mi puo’ reinviare notizie riguardo alla morte del fratello di mio nonno morto il 13/08/1918 sul Grappa. Si chiamava Iotti Guido di Remigio, Comune di Novellara (R.E.).
    Inavvertitamente le ho perse

    • Silvia says:

      Buon giorno Giordano…non ricordo cosa le avevo inviato…
      Queste comunque le info che avevo raccolto:

      Figlio di: Remigio e della Bonini Rosalia
      Nato a/il: Novellara il 10 Marzo 1899
      Grado/Reggimento: caporale 73° Reggimento Fanteria
      Data e Luogo di morte: il 13 Agosto 1918 dopo il combattimento sul Monte Grappa
      Causa di morte: ferite per scoppio di granata
      Luogo di sepoltura: probabile tra gli ignoti del Sacrario di Cima Grappa (fonte: Onorcaduti)
      Note: Albo Caduti Ministeriale: morto nell’84° Sezione di Sanità. Dall’Archivio Storico Comunale (fascicolo pensioni di guerra) di Novellara: fu sepolto nel Cimitero Militare di Val delle Mure (Grappa)

      • GIORDANO IOTTI says:

        Ottimo.
        Sono proprio queste.
        La ringrazio infinitamente, le faro’ leggere a mio padre che ha 86 anni ( si chiama Guido come suo zio).
        Ancora grazie per il suo incredibile lavoro.

  7. danilo says:

    Salve a tutti. Anche io ho il mio bisnonno morto al Fronte sull’Altopiano di Asiago. E’ da alcuni anni che sto raccogliendo dati in quanto risulta ignoto nel senso che è morto presso l’ospedale da campo ed è stato sepolto nel 1916 nel cimitero improvvisato. Credo che la sua salma è tra quella degli ignoti che riposano nel sacrario di Asiago. Se magari qualcuno magari si imbatte in documenti o effetti personali che mi aiutano a conoscere la verità. Si chiamava Angelo Carfagno, nato a Montella (AV) il 1889. Matricola 92231 morto ad Asiago il 15 agosto del 1916. Lascio in caso la mia mail: danilo.carfagno@giustizia.it. Grazie a tutti e complimenti per il sito. Danilo

  8. antonio TAGLIAFERRI says:

    molto bello ed interessante. Dei miei nonni quello materno Antonio IACOBELLI ha una situazione simile al PIETRi; infatti classe 1885, vico nel lazio (FR), richiamato nel frb.1916 presso il 2 reg.to Bers. risulta prigioniero nel fatto d’armi del M.Fiore il 6 dicembre 1917.Da mie ricerche non sembra che il 2 Bers. fosse da quelle parti.Comunque della prigionia dai suoi racconti ricordo che parlava di essere stato destinato presso una fattoria. Dell’altro nonno, Antonio TAGLIAFERRI(mi chiamo uguale)classe 1895 vico nel lazio(FR),non si hanno notizie,perchè il suo foglio matricolare presso gli Archivi di Stato di Frosinone è fuori posto. Sappiamo solo che tornato dopo la vittoria a casa ebbe problemi sanitari per gli effetti dei rapporti presso il fronte con le case chiuse, tanto da morire precocemente. Anzi non riesco a trovare documenti e pubblicazioni su questo fenomeno!

  9. Rossana Ravaglia says:

    Che bel lavoro che avete fatto/state facendo! Io sto cercando informazioni sul mio bisnonno, mi piacerebbe tanto sapere dove è stato sepolto, ma non so dove rivolgermi.
    Il suo nome era Solfrini Giovanni. So che è morto di malattia prigioniero. Sul luogo della prigionia, non ricordo la fonte e tantomeno so quanto sia attendibile, mi è stato detto Braila (Romania). Potete aiutarmi?
    Grazie mille
    Rossana Ravaglia

    • Silvia says:

      Salve…
      Prima di procedere a tentativi, meglio recuperare in Comune l’atto di morte, cercando la trascrizione anche anni avanti rispetto a quello della morte. Con l’atto di morte in mano si potrà sicuramente avere una idea più chiara del luogo di morte e di prima sepoltura…
      Mi contatti quando avrà questa info…
      Saluti
      Silvia

  10. antonella campisi says:

    Salve. Mi sto occupando di una pubblicazione riguardante i caduti nella guerra del mio paese, Giuliana (PA). Sarei interessata ad avere delle eventuali informazioni. Grazie. Spero possa aiutarmi.

  11. CORRADO DI STEFANO says:

    Ottimo il sito.
    Chiedo notizie sul ten. Scollo Giuseppe nato a Rosolini il 17.1.1896 figlio di Emanuele ,decorato con medaglia d’Argento, combattente l’ 11° battaglia dell’Isonzo, il suo comandante di Compagnia fu Emilio Capponi . Riportò ferite nel combattimento avvenuto il 21 agosto 1917 a Descla (verbale del consiglio d’amministazione del deposito del 33° reggimento fanteria n. 562 in data 15.12.1917) – Autorizzato a fregiarsi del distintivo dell’attuale campagna (R.D. 21 maggio 1916 n. 641) il 20 maggio 1918 con ordine permanente del deposito 33° reggimento fanteria in data 2 giugno 1918. Autorizzato a fregiarsi del distintivo d’onore dei feriti di guerra (Circ. 182 G.m. 1917) in data 1° maggio 1918 (ordine permanente del deposito 33° fanteria del 3 maggio 1918)).
    Campagna di guerra 1916 – Campagna di guerra 1917.

    Cercasi notizie e documentazione, anche,in fotocopia, per ricerca storica.
    In attesa di ricevere un cenno di riscontro, invio cordiali saluti.
    Corrado Di Stefano

  12. MARIA SCERRATO says:

    Buongiorno e grazie per l’incredibile opera documentale che state realizzando! Abitando ad Alatri mi ha incuriosita la storia del soldato Igino Sabellico e non ho tardato a raccogliere alcune testimonianze in proposito. A mio zio di 83 anni son venute le lacrime agli occhi quando gliene ho parlato: era il suo maestro della scuola elementare!. Un uomo retto e onesto ma soprattutto di una bontà infinita. Mio zio ricorda con tenerezza che il maestro comprava dalle contadine locali qualche frutto per la sua scolaresca affamata in tempo di guerra e che, in tempi di punizioni corporali, mai in cinque anni il maestro aveva picchiato uno solo dei 42 monelli della sua classe. Ma soprattutto Igino Sabellico fu un antifascista storico, più volte picchiato ed umiliato dagli squadristi, seppe sempre mantenere la propria dignità e la fermezza dei valori. Tenne anche i contatti con i partigiani locali, nei momenti più bui del conflitto civile. Infine ho contatto i nipoti a cui ha fatto molto piacere leggere le pagine del diario del nonno e spero quanto prima di aggiungere utili notizie al riguardo. Intanto anch’io attendo la decifrazione dell’altra parte del diario. Cordiali saluti

  13. beltrami luca says:

    Non che possa fare differenza. ma la foto c’e lho a caso a io. mandata da mio bis nonno. beltrami evangelista alla moglie ermelida serra.

  14. Camillo Pietri says:

    Stavo anch’io cercando notizie sul nonno e ho trovato la tua mail!
    Mi unisco a te nel ringraziare Silvia; sono capitato su questo sito per puro caso, e confesso che trovare questa pagina mi ha fatto pensare che… una Pietri si distingue comunque :°-)
    So che anche Riccardo, il figlio di Giorgio, stava cercando
    notizie e informazioni, ma sembra tutto molto difficile…
    Riesci a risalire al cognome della bisnonna Susanna??
    ciao.
    c.

  15. Paolo says:

    Silvia, ti ringrazio per questa pagina dedicata a mio nonno,veramente un ottimo lavoro!!!
    Sono sicuro che se potesse vederla ne sarebbe contento.
    Di nuovo grazie per la tua disponibilità Pietri Paolo.

  16. Alberico Sabellico says:

    sono di Alatri Città dove è sepolto il Signor IGINO SABELLICO dopo essere stato contattato dalla Signora SILVIA ho trovato i suoi familiari,
    storia bellissima e a lieto fine…………grazie

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