Piroscafo TRIPOLI, 17-18 Marzo 1918

24 Novembre 2013
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di Musi Silvia

 “Col pensiero a Dio e servendo la Patria, CCLXXX figli di Sardegna nel fondo del mare perirono sacrificati all’insidia nemica”

Nella notte tra il 17 e il 18 Marzo il piroscafo “Tripoli” (adibito al trasporto postale e non ufficialmente al trasporto truppe) venne affondato  in seguito a siluramento per mano di un sommergibile tedesco. Faceva rotta tra Golfo Aranci e Civitavecchia. Perirono circa 300 persone, tra cui parte della Brigata Sassari. Vi perì il Colonnello commissario C.R.E. Gandolfo Giacomo (nato a Imperia). Comandante della nave Tenente di Vascello Paturzo Giuseppe (sopravvissuto).

La difficoltà nel ricercare il numero delle vittime (non avendo un elenco ufficiale) è dovuta a molti aspetti: il primo al fatto che su questo piroscafo si imbarcavano sia civili, che militari e questi ultimi spesso non registrati al momento dell’imbarco; da documenti ufficiali difatti risulta che ben 84 militari si imbarcarono sul Tripoli all’ultimo momento, per cui non esiste traccia dei loro nomi. Il secondo è la data di affondamento che coincide con almeno altre 2 navi affondate negli stessi giorni (Prometeo e Linz); infine il terzo aspetto è la trascrizione errata di cognomi e nomi. Tuttavia sembra che il numero più preciso sia di 288 morti (dal libro di Enrico Alessandro Valsecchi “L’affondamento del Tripoli”).

Desidero ringraziare la Casa Editrice Fratelli Frilli Editori per la cortese collaborazione,  il Signor Massimo Velati per avermi fornito la foto/cartolina del Tripoli, il Signor Fancellu per avermi dato preziosi documenti ed il Signor Guido Corrias per aver trovato i caduti sul Tripoli nativi della Sardegna…

Premessa storica: il Tripoli subì un attacco da un sottomarino tedesco 5 mesi prima (13 Ottobre 1917) dell’affondamento (17 Marzo 1918)…In questo attacco persero la vita due militari…giusto ricordarli in quanto imbarcati sul Tripoli:

 
  1. CURTI-GIALDINO Giuseppe (Albo Caduti: Capitano Legione CC.RR di Cagliari, nato a Palermo, distretto militare di Palermo, morto il 13 Ottobre 1917 sul piroscafo Tripoli per ferite per fatto di guerra).
  2. PIRAS Giovanni (Albo Caduti: Vicebrigadiere Legione CC.RR di Cagliari, nato a Pattada, distretto militare di Sassari, morto il 13 Ottobre 1917 sul piroscafo Tripoli per ferite per fatto di guerra)

Tomba Curti Gialdino sito

Curti Gialdino Giuseppe -Tripoli-sito

Tomba del Capitano Curti-Gialdino Giuseppe.
Grazie ancora a Massimo Velati per la foto, la ricerca e la segnalazione

 
 
 
 

Trascrizione della relazione in merito all’affondamento del Tripoli da parte del R.Commissariato di Golfo Aranci al Prefetto di Sassari:

R. COMMISSARIATO DI P.S.GOLFO ARANCI

Signor Prefetto SASSARI
Golfo Aranci 26.03.1918

Oggetto: Circa il siluramento del “Tripoli” ed il mancato siluramento “Bengasi”

Alle ore 07.00 di mattina del 18 corrente giunse, come al solito, in questo porto il
piroscafo postale “Bengasi”, proveniente da Civitavecchia informando che alle ore
5 alla distanza di circa 18 miglia da capo Figari gli erano stati lanciati contro da
un sommergibile nemico due siluri a venti minuti l’uno dall’altro, entrambi da
poppa a prua. Il postale sparò 12 colpi di cannone nella direzione donde
provenivano i siluri, quindi a tutta velocità si portò in questo scalo. Disse
altresì all’ora in cui d’ordine si incontra il piroscafo proveniente da Golfo Aranci
e diretto a Civitavecchia, questo non era stato incontrato. Dopo circa un’ora
dello arrivo del postale entrò in porto l’incrociatore ausiliario “Mafalda” adibito a
nave scorta, con a bordo 35 persone molte quali appartenenti all’equipaggio del
Tripoli” che raccontano come verso le ore 22.30 del 17 il postale “Tripoli” era
stato colpito a circa 20 miglia da Capo Figari da un siluro nella sezione delle
macchine, e dopo circa 4 ore era affondato. Da notizie successive pervenute si
seppe che molti passeggeri erano scampati alla morte e trovavansi alla Maddalena,
tra i quali il Comandante del “Tripoli” Signor Paturzo Giuseppe. Dallo spoglio
del registro dell’agenzia locale è risultato che i partenti la sera del 17 erano 376 e
cioè 341 di terza classe, 19 di seconda e 16 di prima, però in effetti, salirono a
bordo un numero di militari molto maggiore entrati abusivamente eludendo la
vigilanza, come quasi sempre accade, del personale addetto all’imbarco, per cui è
a ritenere che il vero numero dei passeggeri imbarcati quella sera sul “Tripoli”
fosse, senza contare l’equipaggio, superiore ai 400 dei quali, a quanto risulta, e
perita oltre la metà.

La maggior parte (ma non tutti) dei seguenti nominativi sono tratti dal libro del dott. Valsecchi Enrico Alessandro "L'affondamento del Tripoli", Fratelli Frilli Editori, 2004; tale elenco è stato “incrociato” con i documenti relativi all'affondamento che mi ha fornito il Signor Fancellu.

 

Questa ricerca è stata possibile anche grazie al notevole aiuto del Signor Guido Corrias; a lui si deve la correzione e la ricerca dei caduti della Sardegna. Un grande GRAZIE

Elenco Caduti TRIPOLI

“⌊…⌋ Il Tripoli, che stazzava 1755 tn. ed aveva una potenza pari a 12 nodi all’ora, partì da Golfo Aranci per la sua ultima traversata, subito dopo il tramonto del 17 Marzo 1918 con a bordo circa 460 persone (compresi i membri dell’equipaggio); il numero esatto non è mai stato precisato ufficialmente, mentre si sa per certo che i militari erano 381. Di questi, 181 provenivano da tutta l’Isola ed avevano atteso il turno d’imbarco a Golfo Aranci; 84 erano stati accettati all’ultimo momento, essendo arrivati, col treno, quando il piroscafo stava per salpare; 126 venivano da La Maddalena (marinai della base navale ed altri militari di varie armi). ⌊…⌋ Nella fatidica notte del 17 Marzo, il Tripoli cominciò la sua corsa verso gli abissi accompagnato dalla “Principessa Mafalda”; ma la scorta durò soltanto 2 ore, dato che alle 22 la nave da guerra invertì la rotta per far rientro a La Maddalena. Il Tripoli venne colpito alle 22.20 da un siluro che, squarciato lo scafo, penetrò nel cuore della nave, la sala macchine. Si udì un’esplosione, il piroscafo piombò nel buio: erano saltati i generatori di corrente. Da quel momento fu il caos. Con la nave inclinata su un lato ed il mare grosso, i più si precipitarono sul ponte alla disperata ricerca di una lancia o di una zattera con cui mettersi in salvo ⌊…⌋. Intanto si cercava di mettere in mare le scialuppe il cui numero si era assottigliato: oltre quelle distrutte dal siluro, altre s’infransero sulle fiancate mentre venivano calate giù. L’esplosione aveva fatto ammutolire anche la radio di bordo. Ma per fortuna la sua agonia durò più di 4 ore, dando modo all’equipaggio di operare affinchè la tragedia non assumesse i contorni della catastrofe. Decisamente eroico il comportamento del marconista che non si allontanò dal suo posto e, in 2 ore di lavoro, riuscì a riparare la radio e lanciare il primo S.O.S. Quando la radio del Tripoli lanciò l’allarme, riprese il mare, raggiungendo il luogo del disastro alle 3.30, quando ormai il piroscafo era scomparso tra i flutti e dando inizio al recupero dei naufraghi. ⌊…⌋ I superstiti furono circa 150 che, a Golfo Aranci, furono curati e rifocillati. Nel porto gallurese furono anche composte le salme che i soccorritori avevano strappato al mare: ebbe così inizio la lunga e straziante opera di riconoscimento da parte dei parenti delle vittime. ⌊…⌋

⌊…⌋ Il 19 Marzo 1923 a Cagliari vi fu una solenne cerimonia funebre, un grande corteo accompagnato dalla banda salesiana (presenti alcuni dei superstiti del Tripoli: capitano Corte Enrico, Capo semaforista Gandolfo Antonio, Aureli Domenico, Cossu Giuseppe, Carboni Giuseppe, Capobianco Umberto, Mazzetti Torquato, Manca Domenico). ⌊…⌋ Il 29 Aprile 1924, alla presenza del Re, venne scoperta la targa commemorativa delle vittime sulla facciata della chiesa di S.Francesco (promotore Tidu Flavio) ⌊…⌋”

Testo tratto dall’almanacco di Cagliari, anno 1981

Qui di seguito riporto le due motivazioni delle Medaglie d’Argento al Valor Militare che ricevettero l’ufficiale Garzia Carlo e il vicebrigadiere Anedda Angelino:

Garzia Carlo, marinaio radiotelegrafista della Marina Mercantile, Medaglia d’Argento al Valor Militare “alla memoria”:
Di fronte al nemico ed al pericolo, dava mirabile prova di sangue freddo, tenacia e cosciente abnegazione, rimanendo fino all’ultimo al proprio posto per lanciare segnali di soccorso che permisero ad altre navi di accorrere al salvamento dei naufraghi della propria nave irremissibilmente perduta.
Scompariva con la sua nave, dando generosamente la vita nel compimento del proprio dovere. Paraggi di Capo Figari, 17 Marzo 1918
“.(D.L. 26 Settembre 1918)

Anedda Angelino, da Gesico (Cagliari) Vicebrigadiere a piedi:
“Di notte in servizio di tradotta sul Piroscafo (Tripoli) nonostante che la nave silurata dal nemico fosse in procinto di affondare, rimase in coperta ad incuorare ed aiutare tutti quelli che, per la depressione dello spirito, non erano capaci di alcuna risoluzione. Viste in una zattera slegata sulla tolda due donne seminude che, quasi assiderate, imploravano soccorso, offrì la propria giubba ad una di esse e, conscio del pericolo, scese nelle sottostanti cabine in cerca d’indumenti per l’altra, trovandovi la morte con la nave che si inabissava. Mirabile esempio di abnegazione, di filantropia e di non comune sangue freddo. Acque del Tirreno, 18 Marzo 1918”

Toccante la testimonianza che mi ha raccontato il Signor Fancellu, nipote del carabiniere Fancellu Giovanni…Giovanni fece di tutto per imbarcarsi sul Tripoli, per poter stare vicino, almeno una notte, al fratello Angelo, soldato della Brigata Sassari, anch’esso imbarcato…la guerra li aveva sinora tenuti lontani e l’imbarcarsi insieme sul piroscafo sembrava un desiderio che si avverava…Purtroppo Angelo perì nell’affondamento, davanti agli occhi del fratello Giovanni…Sull’Albo caduti Ministeriale la morte del soldato Fancellu Angelo è stata erroneamente trascritta con la dicitura “morto il 19 Marzo 1918 in prigionia per affondamento nave”, cioè la dicitura classica per i morti nell’affondamento del piroscafo Linz….è ovviamente un errore, dato che Angelo morì sul Tripoli…

54 thoughts on “Piroscafo TRIPOLI, 17-18 Marzo 1918

  1. carmelo Burgio says:

    Gentile Dottoressa,
    son il gen. CC in congedo Carmelo Burgio e scrivo per il Notiziario Storico dell’Arma.
    Potrei utilizzare parte del materiale dell’articolo sul Tripoli per la rivista?
    Esistono foto della nave ?
    Ho già utilizzato, su sua autorizzazione, del materiale sulle valanghe per un paio di miei volumi sulla storia degli alpini bresciani e valtellinesi.
    Distinti saluti,
    Grazie,
    Carmelo Burgio

  2. Astrid says:

    Lo zio di mia madre (elenco caduti: Giuseppe Napoli, cannoniere scelto CREM, nato a Catania) morì quella notte per affondamento. La mia bisnonna teneva la sua foto appesa al muro e sotto c’erano sempre dei fiori sul tavolo. Nessuno sa cosa sia successo alla foto. C’è la possibilità che la marina abbia i suoi precedenti con una fotografia? Come posso cercarlo? Grazie e saluti dal USA.

  3. pellini antonio francesco says:

    sono un emigrato di 82 anni di ploaghe ho molto sentito parlare del tripoli essendoci stati 4 ploaghesi caduti in quella nave mia madre classe 1899 diceva spesso che la madre di un caduto non ha piu mangiato pesce da quel giorno.essendo molto interessato di navi spesso guardo su internet disastri navi mercantili e militari e il tripoli e sempre nel mio cuore.

  4. Antonio fancellu says:

    Nei racconti che da piccolo ascoltavo in casa mio nonno Antonio Raimondo Fancellu di Villanova Monteleone è morto nell’affondamento del Tripoli ed il corpo ritrovato a Nettuno. Come posso controllare l’elenco delle vittime e avere ogni altra notizia?

    • Silvia says:

      Nella pagina interamente dedicata all’affondamento del Tripoli c’è un file denominato “Elenco caduti Tripoli”…se clicca col mouse si apre e nell’elenco il Fancellu c’è….

  5. Martino says:

    In risposta alle mancate commemorazioni dei caduti del piroscafo Tripoli la Società del Mutuo Soccorso di Aggius, fa sapere che la SMS ha commemorato i caduti depponendo fiori e lasciando la bandiera con le insegne dell’ SMS nell’albero di ginepro sotto il quale vennero adagiate le salme spiaggiate nel littorale di Badesi. Il ginepro secolare dal quel momento è noto come “ALBURU DI LA BANDERA” e in seguito a quell’ avvenimento la SMS ha sempre commemorato i caduti interrotamente.
    L’ultima manifestazione,in presenza di autorità civili e militari è del 19 maggio 2018.

  6. Maxvela says:

    OGGI COME IERI… Nella notte tra il 17 e il 18 marzo 1918, a poca distanza da Capo Figari in Sardegna un sommergibile tedesco provocò l’affondamento del piroscafo “Tripoli”, in servizio tra Golfo Aranci e Civitavecchia. In quel tragico evento morirono oltre trecento persone tra civili, equipaggio e militari, molti dei quali appartenenti alla Brigata Sassari e alla Marina Militare. Da allora, una coltre di silenzio sembra essere calata, sia a livello nazionale, sia a livello locale, su quello che a suo tempo fu definito “il più grande disastro della navigazione commerciale in Sardegna, ed il più grave e drammatico episodio della Prima Guerra Mondiale che abbia coinvolto l’isola” (dal libro di Enrico Alessandro Valsecchi “L’affondamento del Tripoli”). https://www.facebook.com/figarolo/photos/gm.158003015016938/1797427346988914/?type=3&theater

  7. Luigi ALBA says:

    Buonasera.
    Mio nonno Sebastiano ALBA , Siliqua 30/12/1885 – 13/12/1962, mi raccontava spesso la storia del piroscafo TRIPOLI .
    La sua è stata una storia a lieto fine in quanto, salito sul piroscafo con un altro siliquese un certo BORME Enrico ( anche lui soldato di fanteria), vennero fatti sbarcare prima della partenza perché la nave era strapiena – l’Ufficiale Comandante chiese chi avesse famiglia ed essendo loro sposati e con figli dovettero scendere dalla nave ed evitarono così l’affondamento sul piroscafo Tripoli.
    Partì successivamente per il fronte e seppur ferito , riusci a far ritorno casa .
    Saluti
    Luigi ALBA

  8. silvio cappelli says:

    Probabilmente anche Delle Monache Venanzio di Camillo nato a Viterbo il 27 maggio del 1887 del 91° Reggimento Fanteria è morto 17 marzo 1918 per siluramento piroscafo (probabilmente nell’affondamento del piroscafo “Tripoli”) perchè sull’Albo d’Oro di Viterbo è riportato il decesso in mare il 17 marzo 1918 per siluramento piroscafo.
    Silvio Cappelli

  9. MICHELA ZUCCA says:

    Del mio paese, Tonara compaiono ben quattro nomi:io da piccola sentivo dire da mio babbo, di un suo zio Raffaele Zucca che era l’unico che si era salvato dall’affondamento della nave Tripoli, adesso capisco che volesse dire, che di TONARA era il solo sopravissuto!

  10. Giovanni Maria Carta says:

    Buona Sera Silvia, oggi è il tragico anniversario della tragica fine del Piroscafo Tripoli, ove mori anche mio zio, fratello di mia mamma Loddo Giovanni, nato a Olzai 5 Giugno 1897. Le avevo già comunicato, anche se in breve, alcune cose riferite a quel tragico fatto. Oggi più che mai, è presente in me il suo ricordo anche se vissuto esclusivamente attraverso i racconti di mia nonna, madre della vittima e di mia mamma
    che all’epoca dei fatti ( 1917) aveva solo 14 anni. Io sono un Luogotenente della Marina Militare in Pensione di anni 71. Mi piacerebbe tanto, eventualmente Lei fosse interessata al centenario dei fatti, partecipare alle cerimonie di eventuali manifestazioni che si celebreranno. La Ringrazio e le infio alcuni miei dati.

  11. lucio causo says:

    Racconto molto interessante quello dell’affondamento del piroscafo TRIPOLI il 17/18 marzo 1918. Vive e ricche di avvenimenti le testimonianze dei congiunti dei poveri militari che erano imbarcati e che poi poi sono risultati dispersi in mare o per eventi straordinari si sono salvati.
    Complimenti vivissimi per il vostro lavoro e per le vostre ricerche.

  12. Loi Gesuino says:

    Buonasera, dei quattro terralbesi pronti per l’imbarco quella sera, due si salvarono perchè il piroscafo era al completo e quindi non furono imbarcati, ed erano Melis Alberto e Tziu Selis, entrambi soldati di fanteria. Gli altri due erano marinai della regia marina e stavano tornando a Napoli. Uno morirà, Efisio Fanari, mentre l’altro Efisio Atzori verrà tratto in salvo dopo diverse ore dal naufragio.

  13. Massimo Romano says:

    Mio nonno, Rosario Ingrassia, nato a Palermo il 31 agosto 1986, era imbarcato sul Tripoli quale primo macchinista. Da quanto disse un superstite a mia nonna, egli si trovava nella sala macchine quando la nave fu colpita e non ebbe scampo. Sarebbe giusto poter commemorare le tante vittime in occasione del centenario dell’affondamento, il 17 marzo 2018. Spero che le autorità locali e nazionali vogliano farlo.

    • massimo says:

      A pag. 48 del libro del dott. Valsecchi Enrico Alessandro “L’affondamento del Tripoli”, è pubblicata una bella foto in divisa di suo nonno! Per la commemorazione del Centenario mi auguro che a Golfo Aranci venga finalmente posta una lapide a ricordo dei tragici fatti !!!

  14. Angelo says:

    Dicono che spesso l’alcool uccide ma quel pomeriggio del 17 Marzo 1918 fu proprio l’alcool a salvare la vita a Francesco Murgia di Milis che assieme ad un commilitone si stava recando a piedi alla stazione ferroviaria del vicino paese di Bauladu distante da Milis circa 5 chilometri. Ma a Bauladu incontrarono amici e si trattennero oltre il dovuto a bere in un bar. Quando arrivarono alla stazione il treno era partito e così persero l’appuntamento col Tripoli, col suo affondamento e con una probabile morte.
    (Per la cronaca il signor Francesco alla fine rientrò dalla guerra sano e salvo)

  15. Raimondo Azara says:

    Io,questa storia l’ho sempre conosciuta, Mio nonno materno, Fedele Contini di Nughedu San Nicolò sposato a Bono con mia nonna Francesca Fadda,era sul Tripoli di ritorno da una licenza. Subì la sorte di tutti quelli che erano a bordo,salvandosi però e salvando altre tre persone a rimorchio di una zattera improvvisata(Lui diceva un tavolone). Arrivò,assieme agli altri tre,a La Maddalena da dove, una volta tratto in salvo e rifocillato, fece ritorno al fronte.
    La circostanza mi è stata ulteriormente confermata da una ricercatrice che ha trovato la notizia negli archivi ufficiali ; il fatto gli valse un riconoscimento ufficiale(non so di preciso quale) da parte dell’Esercito. Mio nonno era caporal-maggiore/sergente dei bersaglieri. Tornò dalla guerra ,ebbe altri figli e nipoti.

    • Silvia says:

      Buonasera…
      Grazie del racconto…
      Ha provato a recuperare il foglio matricolare di suo nonno presso l’archivio di stato di Sassari??Lì dovrebbe essere segnalato qualsiasi riconoscimento…Ho trovato un Contini Fedele che prese una croce di guerra al valore per una azione nel 1918 sul Montello…era caporal maggiore 2° Bersaglieri: potrebbe essere lui?

      • Raimondo Azara says:

        Credo proprio di SI! Grazie- Provvederò,appena possibile, alla ricerca presso l’Archivio di Stato. Ho avuto notizia,recentemente,da un’amica ricercatrice che il fatto è riportato, ma vorrei provare la sensazione di leggere di persona!
        Grazie ancora. Scavando nei ricordi,mi pare di ricordare che ,dopo il naufragio,fece ritorno a Bono e poi si rimbarcò per andare a finire la Guerra.

  16. Gabriella says:

    Volevo segnalare la presenza sulla nave Tripoli del fratello di mia nonna Giampedroni Archimede nato ad Ameglia ( la Spezia) e dato per disperso durante l’affondamento.

    • Silvia says:

      Salve…sicura della nave Tripoli?
      Sull’albo ufficiale dei caduti lo dà per morto per affondamento nave il 20 novembre 1915…

  17. CARTA GIOVANNI MARIA says:

    Mio zio, LODDO Giovanni, fratello di mia mamma, nato a Olzai in provincia di Nuoro il 5 Giugno 1897, la notte tra il 17 e 18 Marzo 1918, si trovava a bordo della Nave Tripoli. E’ un delle tante vittime che perirono a seguito dell’ affondamento della nave. I miei familiari non seppero più nulla, non vennero a conoscenza se la salma fosse stata ricuperata o meno. Ricevettero solo, un telegramma, a firma del Comandante Alberto Radaelli, con la seguente dicitura ” Non risulta essere imbarcato Loddo Giovanni” notizia successivamente smentita in quanto risultava che era uno dei tanti militari imbarcati senza biglietto. Molti superstiti ricordavano questo giovane di Olzai che invocava Santa Barbara di salvarlo per amore della vedova sua madre .Mi farebbe tanto piacere sapere in quale cimitero siano stati sepolte le salme recuperate. Se qualcuno ne fosse a conoscenza, mi farebbe cosa grata darmene informazione. Grazie.

  18. maria rita arru says:

    vorrei ricordare che nel piroscafo Tripoli mori il fratello di mia nonna materna, “Me Giovanni Maria” chiamato Giommaria, di Ploaghe, figlio Me Gavino e di Camboni Maria Antonia, ma non risulta nell’elenco da voi pubblicato.

    • Silvia says:

      Salve…
      Guardi bene, e scorra l’elenco tra i militari, non l’equipaggio…
      Il Me Giommaria c’è…

  19. michele says:

    Buonasera, ho sempre sentito parlare dell’affondamento della Tripoli da mio padre, Giovanni Michele Pittalis classe 1918, quando la nave è affondata non era ancora nato, mio nonno Sebastiano Pittalis soldato della Brigata Sassari, quel giorno sarebbe dovuto imbarcare sulla Tripoli per tornare al fronte, non poté farlo poiché la nave era al completo, e dovette rimanere a terra a Terranova l’ attuale Olbia, mio nonno è morto all’età di 90 anni.
    Ironia della sorte mio padre ha fatto la seconda guerra e nel 1941 si trovava sulla motonave Neptunia a difesa contraerea, che venne affondata da un sommergibile inglese, rimase nelle acque del golfo della Sirte per 6 ore prima di essere salvato,
    Mio padre oggi ha 96 anni e gode ancora di buona salute. Saluti michele.

  20. EMILIO says:

    Salve a tutti questa mattina su un quotidiano leggo la notizia del piroscafo Tripoli,e con la memoria torno ai racconti del siluramento e naufragio e salvataggio di mio nonno Zara Antonio Costantino di Bolotana,in forza nella Brigata Sassari .
    Mi piacerebbe non dimenticare e onorare uomini come mio nonno che oltre al naufragio ha affrontato anche 11 assalti alla baionetta sul CARSO.
    Grazie

  21. sandro says:

    mio nonno spanu salvatore nato a Siniscola medaglia d’argento brigata sassari col del rosso si trovava a bordo del battello tripoli, al momento dell’affondamento riuscì a lanciarsi fuori bordo,e aggrappato ad un relitto ,con un altro commilitone della marina,nativo della zona di cagliari.vennero avvistati da un aereo in ricognizione dopo 15 ore di galleggiamento fuori calagonone.il resto della storia e stato registrato e scritto da noi nipoti.

    • Patrizia Di Benedetto says:

      Buona sera,
      non so se qualcuno potrà darmi risposta in merito ma mio nonno Luigi MANCOSU fu uno dei superstiti come Salvatore Spanu di Siniscola.
      Qualcuno di voi lo ha conosciuto? C’è un elenco dei sopravvissuti?
      Signor Sandro,lei o qualcun altro potrebbe darmi notizie?
      Io purtroppo mio nonno non l’ho mai conosciuto ma mia madre mi ha sempre parlato dell’accaduto,mio nonno mise anche il nome MAFALDA ad una delle sue figlie.
      In attesa di qualche risposta,o dove posso documentarmi,ringrazio e auguro buona serata.
      PATRIZIA DB

      • Massimo says:

        Principessa Mafalda era il nome della nave scorta del Tripoli che dopo l’affondamento salvò oltre 150 superstiti, e tra questi anche suo nonno, che forse per riconoscenza diede il nome alla figlia saluti

        • Patrizia says:

          La ringrazio di cuore,ne parlerò con mamma (terza figlia di nonno Luigi MANCOSU) mia zia Mafalda è ancora in vita. Probabilmente è come dice lei,per riconoscenza diede il nome a mia zia Mafalda. Ancora molte grazie

  22. melania isoni says:

    Il padre di mia nonna, Giovanni Battista Columbanu di Monti, morì in queste circostanze. Era stato chiamato per la guerra e partì proprio quella sera. Probabilmente era la prima volta che solcava il mare. Lasciò tre figli piccoli e la moglie morì di crepacuore entro l’anno.

    • Silvia says:

      Grazie per aver condiviso la sua storia…in memoria di Giovanni Battista e tutta la famiglia…
      Ho spostato il nominativo di Giovanni Battista nell’elenco ufficiale…
      Per non dimenticare
      Silvia

      • melania isoni says:

        Grazie. Pensa gli strani ritorni della vita. L’unico figlio maschio che ebbe mia nonna venne chiamato Giovanni Battista, studiò per diventare ufficiale e si imbarcò per le navi di mezzo mondo. Era il marconista della Moby Prince e morì tre mesi prima di andare in pensione.

      • Michele Sanna says:

        Volevo comunicarti che anche il fratello di mia Nonna che si chiamava Giovanni Maria Meloni di Monti , è morto sul piroscafo Tripoli .

        • Silvia says:

          Grazie della segnalazione…modificato l’elenco, con l’aggiunta del Meloni, che apparirà aggiornato prossimamente…

        • Melania says:

          Pensa che mio bisnonno doveva partire il giorno dopo e preferì partire prima per fare il viaggio in compagnia di un suo compaesano e non so se fosse proprio lui . Che tristezza infinita.

  23. Pingback: La Marina localizza il relitto del piroscafo "Postale Tripoli" | Lettera35

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