Storie di FANTI e BERSAGLIERI

7 Giugno 2011…

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Questa sezione racconta storie di soldati o ufficiali che militarono nella Fanteria o nei Bersaglieri durante la Prima Guerra Mondiale; le storie sono state raccolte durante le mie ricerche o raccontate dai discendenti.


Caputo Giuseppe, classe 1899, Fante

Giuseppe Caputo, (nella foto seduto tra i suoi compagni) nato a Carpino (FG) il 16 aprile 1899, arruolato nel febbraio 1917, “tale in Territorio dichiarato in stato di guerra” il 30 marzo 1918. Grazie al nipote Alessandro per aver condiviso la foto del suo bis nonno


Murri Luigi, classe 1885, Fante

A sinistra, nella foto: soldato dell’87° Reggimento Fanteria, non ancora identificato. A destra, nella foto: Murri Luigi, figlio di Nicola, Soldato 261° Reggimento Fanteria, nato il 14/11/1885 a Paglieta, distretto militare di Chieti, morto il 25/08/1917 sulla Bainsizza per ferite. Luigi riposa nel Sacrario di Oslavia.
Nella foto i due commilitoni sono entrambi dell’87° Fanteria; probabilmente fecero la foto perchè arruolatisi nello stesso periodo (il soldato Murri infatti apparteneva all’87° sino ad inizio del 1917, poi trasferito al 261° Fanteria), oppure erano amici, magari dello stesso paese…Se qualcuno dovesse riconoscere il suo parente, lo segnali…sarebbe bello dargli un nome…Ringrazio il Signor Umberto Murri per aver condiviso la sua storia…


Mattei Alfredo, classe 1899, Fante

Mattei Alfredo sitoMattei Alfredo, classe 1899, soldato appartenente all’87° Reggimento Fanteria, Cavaliere di Vittorio Veneto. Grazie al figlio Carlo per aver condiviso la foto di suo padre


Corradini Mario, classe 1891, Bersagliere

Mesi fa mi trovavo in famiglia quando, nello sfogliare un vecchio album di foto, mi è capitata in mano una fotografia di due soldati, mio padre mi ha detto che si trattava di suo nonno Cesare e di suo fratello Mario Corradini: partendo da questo è iniziata una lunga e bellissima ricerca.

Non avevo nulla in mano, ma ero deciso, quando cercando su internet, ho inserito il nome di Mario Corradini subito è spuntata fuori la sua medaglia d’argento al valore con relativa motivazione, cosa che mi ha lasciato a bocca aperta per non parlare della felicità, poi scoprire che era stato un bersagliere ciclista, a chi non piacerebbe avere un parente cosi valoroso, poi successivamente ho visto che risultava nell’elenco dei volontari irredenti Trentini e ho scoperto che la fondazione museo storico del trentino aveva rilevato tutta la corrispondenza con i soldati della Famiglia del volontario trentino di Firenze, durante gli anni della guerra, mi sono messo in contatto e gentilmente mi hanno comunicato che avevano varie lettere di Mario e altra documentazione e che mi avrebbero spedito le copie. Non potete immaginare la gioia nell’attesa, poter riscoprire un passato perduto e dare valore ad un eroe dimenticato, era incredibile leggere quelle storie di valore e sofferenza, credetemi non ha eguali…

Vi do un consiglio se avete avuto un parente soldato, fate sì che non sia uno dei moltissimi dimenticati, se non fosse per Mario non avrei conosciuto la sua storia e le tante storie dei militari che hanno combattuto nella Prima Guerra Mondiale…

Onore a tutti loro…

Maurizio Corradini, nipote

Corradini Mario

Ringrazio Maurizio per aver condiviso la storia di Mario…


Rossi Tommaso, classe 1897, Fante

Rossi Tommaso (indicato con la freccia rossa sulla foto) di Pasquale e Smordoni Maria, nato a Cantalice (RI) il 18 settembre 1897 – deceduto a Roma il 9 luglio 1956, soldato dell’Arma di Artiglieria appartenente al Distretto Militare di Aquila, di professione calzolaio. Chiamato alle armi il 24 settembre 1916, giunge in territorio dichiarato in stato di guerra in forza al 3° Reggimento Artiglieria da fortezza. Successivamente presta servizio nel 7° Artiglieria da fortezza, nel 6° da fortezza – 21° Reggimento – e nel 6° da fortezza – 800^ batteria -. Campagna di guerra 1917 – 1918, è decorato della Croce al Merito di Guerra, della Medaglia Commemorativa della Guerra 15/18 e della Medaglia Interalleata della Vittoria.
Ringrazio il nipote Stefano per aver condiviso la storia di suo nonno Tommaso, in sua memoria… Stefano mi ha anche inviato una sua ricerca dedicata ai caduti di Cantalice-Rieti:

Caduti di Cantalice-Rieti

A sinistra: forse cognome Rebosio Mario, 66° Reggimento Fanteria, Brigata Valtellina. A destra: Fontana Alessandro, Fincato Alessandro, Frezzati Pietro, Venezia, 1 Gennaio 1917


A sinistra: “Ricordo del 4° Reggimento Artiglieria Pesante, Piacenza”. Sul cappello il numero 10, probabilmente il numero della compagnia.
A destra: “Cremona, Maggio 1918”


Gatti Florio (a destra), Sergente 7° Battaglione Ciclisti (7° Reggimento Bersaglieri), morto il 10 Ottobre 1916 sull’Alpe Cosmagnon, quota 2043 (sull’Albo Caduti ministeriale compare errata la data di morte e il luogo: Carso, 10 Gennaio 1915). Grazie al pronipote Claudio per avermi concesso di ricordare il suo avo…


Tessera di riconoscimento del Tenente Galiberti Oscar dell’11° Artiglieria Campagna, classe 1893, decorato con Medaglia di Bronzo al Valore Militare:
“Comandante di sezione, essendo un pezzo caduto in mano del nemico, partecipava con i suoi artiglieri, armati di moschetto, alla lotta delle fanterie. Dopo tre giorni di combattimenti in una zona violentemente battuta dal fuoco avversario, oltrepassando le nostre linee, recuperava il suo cannone ed altro materiale”.
Montello 15-19 giugno 1918


A sinistra, Francesco Vitale (Campobasso 1894-1975) 3° genio reparto treno, chiamato alle armi nel 1914 e congedato nel 1919. A destra, Emilio Pirolli, nato nel 1897 a Mondville (Calvados, Francia) e morto a Larino (CB) nel 1982, 28° cavalleggeri di Treviso.
Un grazie a Massimo Vitale per aver condiviso le foto dei suoi nonni…


Giglioli Ugo, 3° Compagnia Sussistenza. Uniforme mod.909.
Le mostrine sono in velluto/panno nero, bordate di azzurro/blu. Sulle controspalline si nota il rettangolo di cotone nero con intessuto il numero di compagnia (in bianco), in questo caso la 3°


A destra: soldato caduto in guerra, Varini Ettore di Rubiera (RE). A sinistra: questa foto mi è stata gentilmente mandata da Roberto (vedere commento a fondo pagina). Il soldato era del Genio Pontieri, 1° Compagnia, ed era probabilmente di Roma. Se qualcuno dovesse riconoscerlo o avere informazioni, mi contatti, grazie!.


A sinistra: soldato del 56° Reggimento Fanteria
A destra: ufficiale di Avellino, di nome forse Gigi


ALDO MOSSINA, classe 1887, Sottotenente

Mossina Aldo, figlio di Attilio, nacque a Guastalla il 6 Aprile 1887 e fu un personaggio molto importante nella storia guastallese (fu sindaco e promotore culturale). Di professione avvocato, trascrisse numerosi documenti storici inerenti alla storia guastallese, ed oggi conservati presso la Biblioteca Maldotti di Guastalla. Partecipò, come il fratello Arnando, alla Grande Guerra, come aspirante ufficiale, nel 158° Reggimento Fanteria, Brigata Liguria. Fu decorato con la Medaglia d’Argento, con la seguente motivazione:

“Instancabile e sprezzante del pericolo, alla testa del proprio plotone, riconquistava per primo un tratto di linea caduto in mano al nemico, ricuperando una sezione mitragliatrice e adoperandosi anche per raccogliere uomini di altri reparti. Curava poi il rafforzamento della linea e il collegamento con i reparti laterali. Monte Zomo, 5 Dicembre 1917 “.

(Fonte : Istoreco Reggio Emilia, Albo Decorati di tutte le Guerre)

Dal Foglio Matricolare di Aldo Mossina, soldato di leva di 1° categoria, classe 1887:

  • Ammesso al volontariato di un anno nel 43° Reggimento Fanteria, lì 15 Ottobre 1908
  • Giunto alle armi, tale nel 43° Reggimento Fanteria, lì 15 Ottobre 1908
  • Caporale in detto, lì 15 Aprile 1909
  • Tale nel 61° Reggimento Fanteria 19 Settembre 1909
  • Chiamato alle armi e non giunto perchè dispensato per istruzione per il tiro a segno, lì 14 Agosto 1911
  • Chiamato alle armi e giunto al 61° Reggimento Fanteria, lì 31 Luglio 1915
  • Tale nel 25° Reggimento Fanteria (Ordine comando Divisione di Piacenza), lì 12 Agosto 1915
  • Tale nel 207° Reggimento Fanteria, lì 30 Novembre 1915
  • Caporale Maggiore in detto, lì 31 Agosto 1916
  • Sergente in detto, lì 31 Marzo 1917
  • Aspirante ufficiale, lì 15 Agosto 1917
  • Promosso Sottonenente, lì 3 Dicembre 1917

Al termine della Guerra, addolorato dalla morte del fratello Arnando, Aldo scrisse una lettera ad un commilitone che aveva combattuto nella stessa zona del fratello (ad Asiago nel giugno del 1916), per chiedere notizie sulla sua morte. Il soldato, tal Tosi Antonio, rispose immediatamente a tale lettera, raccontando nel dettaglio la morte del sottotentente Arnando Mossina:

Milano, 23 Maggio 1920

Egregio avvocato,

ricevo la pregiatissima sua lettera e benchè spiacente di dovere con ricordi dolorosi riaprire ferite in animi dolenti, dirò quel poco che so del povero Tenente Mossina. Gli fui infatti compagno d’armi al 205° Fanteria: noi però di battaglioni diversi. Io ebbi l’occasione di fare la sua conoscenza quando l’intero Reggimento fu per qualche giorno riunito a Marostica, nell’aprile del 1916, ci conoscemmo e ci intrattenemmo a conversare sovente anche perchè tra corregionali era spontanea una certa confidenza reciproca…. Anzi fu così che seppi che egli era ammogliato. Lui stesso mi mostrò la fotografia della Signora e della bambina che custodiva religiosamente nel portafoglio. Dopo il breve soggiorno a Marostica il reggimento si trasferì sull’Altopiano di Asiago e da allora più non ci vedemmo per un buon numero di giorni. Il 15 Maggio il reggimento fu chiamato al suo battesimo di fuoco perchè gli avvenimenti incalzavano e l’offensiva austriaca appariva imminente. Anche in quella occasione i battaglioni non ebbero la sorte di trovarsi riuniti. Io ero sotto il forte di Luserna, il povero Arnando al Costesin. Scatenatisi furosa l’offensiva, il 18 il mio battaglione ebbe ardire di ripiegare e di posizione in posizione trascorremmo un paio di settimane. Fu a Boscan (Boscon) presso Maguaboschi (Magnaboschi) dove il colonnello del reggimento riunii i pochi ufficiali superstiti per esporre la tragicità della situazione e per dirci che su quelle posizioni dovevamo morire tutti sino all’ultimo uomo pur di non cedere di un passo giacchè eravamo senza artiglieria, senza rincalzi, e solo il nostro sacrificio ne avrebbe potuto permettere l’arrivo. In tale occasione ci siamo rivisti, ma per soli pochi istanti, giacchè subito si divisero in reparti i pochi soldati superstiti e prendemmo posizione. Il povero Arnando era stato assegnato alla 6° compagnia, io ero col reparto Zappatori ed ero in linea alla sua sinistra. Non ci si poteva vedere benchè vicini perchè di giorno ci era interdetto ogni più piccolo movimento, dietro gli scarsi ripari e di notte dovevamo lavorare in comune coi nostri uomini per migliorare i nostri appostamenti. Si venne così alle terribili giornate del 5, 6, 7 Giugno. Gli austriaci avevano concentrato nuovamente le loro forze per tentare di spezzare le linee e discendere dall’altipiano. Il giorno 5 il nemico iniziò verso mezzodì un bombardamento intenso alle nostre posizioni e dopo 3 ore di fuoco venne all’attacco, ma venne respinto. Subimmo perdite ma alla sera appresi che anche il povero Arnando era rimasto illeso…. Si lavorò tutta la notte a sgombrare i feriti e riattare le trincee. Il giorno seguente alle ore 10 le artiglierie nemiche ricominciano il fuoco con maggiore accanimento battendo con tiri bene aggiustati le trincee: fu la giornata più terribile, veramente infernale. Le perdite erano spaventose: i portaordini mandati a destra e a sinistra per riferire circa le perdite e le condizioni della linea, portavano spaventati notizie impressionanti. Verso le ore 14 giunse un porta ordini col triste annuncio: “ Anche il tenente Mossina è morto!”. Può bene immaginare che colpo abbia prodotto tale notizia, anche tra i soldati che lo conoscevano e gli volevano bene per la grande bontà sua. Per quel momento non mi fu possibile sapere di più. Quando il giorno 8 ebbimo il cambio sulla linea e riuniti i pochi superstiti ci scambiammo le impressioni su quelle tragiche giornate, potei trovare un soldato della 6° compagnia che mi narrò le vicende di quel reparto e come avvenne la morte del povero Arnando. Quel soldato era poco lontano da lui; mentre perdurava intenso il bombardamento dei grossi calibri, giunse una granata che scoppiò 4 o 5 metri sul davanti della trincea. L’esplosione fu così violenta che il povero Arnando fu sbattuto contro la scarpata posteriore della trincea; portò le mani al capo, emise un debole lamento e cadde ginocchioni sul fondo della trincea. Passato il primo istante di argasmo i soldati furono da lui per soccorrerlo, ma trovavano che non dava più segno di vita. Non presentava alcuna ferita benchè minima: l’esplosione, come ebbe a dire il medico, aveva provocato un travaso di sangue al cervello che lo aveva fulminato. Questo è quanto posso riferire del povero tenente la cui perdita ha addolorato tutti perchè note erano le sue ottime doti di animo. A Lei egregio avvocato, questi pochi cenni. Alla famiglia e alla memoria del Defunto un pensiero riverente da chi gli fu collega e amico.

Antonio Tosi”.

(Fonte: Biblioteca Maldotti di Guastalla, Fondo Mossina n.83, copia dattiloscritta

Aldo Mossina e il mio bis-nonno Pietri Amedeo si conoscevano…entrambi guastallesi, entrambi reduci, perseguitati politici ed entrambi appassionati di cultura e storia guastallese. Ma ebbero anche un’altra passione in comune: la fotografia. Difatti Aldo Mossina, subito dopo la Guerra, probabilmente in onore del fratello appena mancato, donò al Museo della Guerra di Rovereto, circa una settantina di lastre fotografiche (negativi) riguardanti il Monte Zugna, la Vallagarina e il Pasubio, il cui curatore è Tiziano Bertè. Aldo Mossina, morì a Guastalla nel 1941.


ARNANDO MOSSINA, classe 1888, Sottotenente

Fonte: scuola media Statale di Guastalla

Mossina Arnando figlio di Attilio e della Dalzini Alice, sottotenente, nacque a Guastalla il 17 Maggio 1888. Ci sono alcune discrepanze sul suo nome di battesimo; in alcuni documenti (foglio matricolare) compare Armando, in famiglia (e sulla trascrizione del diario) veniva chiamato Nando, diminutivo di Arnando. Nei registri battesimali di Guastalla, è stato registrato come Arnaldo. Utilizzerò Arnando, poichè così lo chiamava suo fratello, poichè così mi sembrerà di essere più vicina alla sua storia, ma, soprattutto, poichè è così che continuano a chiamarlo i parenti. Di professione negoziante, combattè nella Guerra di Libia e nella Prima Guerra Mondiale, da cui, purtroppo, non fece ritorno. Di lui però venne conservato un preziosissimo diario, scritto durante la Campagna della guerra Italo-Turca e al fronte nella Grande Guerra. Il diario venne ritrascritto da suo fratello Aldo (avvocato e anche lui soldato), poi donato alla nipote Alicina (unica figlia di Arnando, nata nel 1914). Il diario venne accompagnato da una toccante lettera, scritta dagli zii di Alicina, Aldo e sua sorella Amelia:

Cara Alicina, oggi tu compi dieci anni. Soltanto ora ti consegniamo questi brevi appunti del tuo buon Papà Nando, stillati fra il fragore della battaglia, in ore terribili, nei brevi momenti di tregua, coll’animo teso verso la Patria in pericolo e la famiglia, perchè soltanto ora sei in grado di comprenderli. Leggili con attenzione, religiosamente e conservali per ispirarti sempre a quelli che furono i nobili sentimenti del tuo buon Papà Nando: Dio-Patria e Famiglia ed esserne sempre e ovunque degna.
I tuoi zii.
Guastalla, 26 Settembre 1924

Attraverso questa pagina ed i suoi scritti la sua memoria verrà onorata.

Dal Foglio Matricolare:

  • Soldato di leva di 1°categoria, ammesso al volontariato di un anno nel 43° Reggimento Fanteria, con l’obbligo di presentarsi alle armi il 15 Ottobre 1908, lì 14 Ottobre 1908
  • Finito alle armi per riprendere l’anno di servizio, lì 15 Ottobre 1908
  • Caporale in detto, lì 15 Aprile 1909
  • Tale nel 61° Reggimento Fanteria, lì 19 Settembre 1909
  • Sergente di squadra in detto, lì 15 Ottobre 1909
  • Tale nel deposito di Reggio Emilia e mandato in congedo illimitato, lì 15 Ottobre 1909
  • Chiamato alle armi, tale nel 66° Reggimento Fanteria, lì 26 Settembre 1911
  • Partito per la Tripolitania e Cirenaica ed imbarcatosi a Napoli, lì 26 Novembre 1911
  • Rientrato in Italia per essere rinviato in congedo, sbarcato a Napoli, lì 30 Aprile 1912
  • Tale nel 66°Reggimento Fanteria, lì 3 Maggio 1912
  • Mandato in congedo illimitato, lì 4 Maggio 1912
  • Chiamato alle armi per mobilitazione e giunto, lì 15 Marzo 1915
  • Zappatore in detto, lì 30 Aprile 1917
  • Morto in combattimento, 8 Giugno 1917

(Foglio Matricolare gentilmente concesso dall’Istoreco Reggio Emilia)

Anche sulla data di morte di Mossina Arnando, c’è una discrepanza; dagli Albi della Memoria dell’Istoreco, dall’elenco dei guastallesi morti in combattimento e dall’elenco dei soldati e sottufficiali della Brigata Lambro (a cui Arnando apparteneva), il nostro soldato risulta morto per ferite riportate in combattimento, l’8 Giugno 1916. Il foglio matricolare invece riporta l’8 Giugno 1917. Probabilmente un errore di trascrizione del compilatore di quest’ultimo documento. Sul documento non è nemmeno menzionato l’ultimo reggimento in cui ha militato Arnando, cioè il 205°, Brigata Lambro, perchè poi le informazioni vennero trascritte nello Stato di Servizio per gli ufficiali.

Articolo di giornale inerente la morte di Arnando:
E’ pervenuto al Sig. Attilio Mossina la notizia che il suo figlio Sottotenente Arnando, è caduto combattendo. Egli aveva fatto anche la campagna di Libia ed era animato notoriamente dal vivo amore di Patria e coraggio. 17 Giugno 1916”.

Fonte: “Il Popolo – corriere guastallese -. Biblioteca Maldotti Guastalla


 SCANSANI IDO, classe 1891, Aspirante Ufficiale

Scansani Ido, Aspirante Ufficiale 67° Reggimento Fanteria, nacque Guastalla il 23 Agosto 1891. Militò nella Brigata Palermo. Attraverso i seguenti scritti, rinvenuti presso la Biblioteca Maldotti, rivivrà la memoria di un altro caduto guastallese.

Dal Foglio Matricolare:

  • Soldato di Leva di 1° categoria, classe 1891
  • Chiamato alle armi  e giunto, lì 22 Settembre 1915
  • Giunto in territorio dichiarato in stato di guerra, lì 20 Ottobre 1915
  • Tale nel centro della Compagnia Automobilista in Monza del Reggimento Artiglieria a Cavallo, lì 6 Dicembre 1915
  • Nominato Aspirante Ufficiale nel 67° Reggimento Fanteria, lì 3 Agosto 1917
  • Morto nell’Ospedale da Campo n.025, lì 8 Settembre 1917

Il Geometra Ido Scansani. Non abbiamo bisogno di presentare ai Guastallesi né il caduto, né la famiglia. Era Aspirante Ufficiale, e restò ferito la mattina del 30 Agosto, sul Veli Krub, da granata. Una scheggia gli aveva inferto due ferite. Soffrì con coraggio e rassegnazione i suoi martirii, e poiché fu da fanciullo cristiano senza reticenze, cercò nel pensiero cristiano, nella preghiera continua, nei sacramenti che ricevette più volte, un conforto a’ suoi dolori. Il Cappellano Militare era il suo amico preferito e parlava volentieri e lungamente con lui, per averne avvisi di fortezza cristiana. Quando i dolori atroci gli strappavano grida, chiedeva perdono ai medici, agli infermieri. Non fu possibile arrestare il corso delle ferite, e Ido Scansani, mandato un ultimo pensiero alla sposa e ai genitori lontani, spirò il giorno otto corrente, alle ore 0.30. Al pomeriggio di quel giorno, sopra un carro dell’ospedale, accompagnato da alcuni soldati, da Castelletto di Medana (Cormons) dove è l’ospedale…. nel quale morì, venne portato ed interrato nel cimitero di Medana. Sulla sua tomba fu posta una croce di legno colla dicitura «Aspirante Scansani Ido, 67 Fant. 5 Comp. m. 8 – 9-17. Il Cappellano Militare……che lo assistè con amore di fratello». Mandò queste notizie e molte altre ancora circa il suo bell’animo dimostrato prima di morire, alla vedova desolata, coll’augurio che sia di sollievo a quanti amavano il caro estinto. Di fronte al dolore immenso della sposa e dei genitori il nostro tace: ma nemmeno possiamo darci pace che la nostra amicizia abbia a tenersi paga di stendere e pubblicare la cronaca dolorosa. 29 Settembre 1917”.

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Per gentile concessione della famiglia riproduciamo ora in parte una lettera inviata alla famiglia medesima dal Cappellano Militare del Gozzadini (Bologna). «Bologna, 27 Settembre 1917. …..Sono appena passati otto giorni dalla morte dell’ottimo loro figliuolo e vivissimo e profondo è nell’animo mio il ricordo del caro giovane che fino all’ultimo non ebbe una parola sola di lamento, o di sfiducia, ma si mantenne sempre col sorriso sulle labbra, e quasi conscio pur troppo della vicina sua fine fece sacrificio della sua giovane vita al Signore, pronunciando, senza suggerimento alcuno ‘Fiat voluntas tua’, parole che fecero comprendere quali sentimenti di bontà e di pietà albergassero nell’animo del caro defunto. Chi ha avuto la fortuna di assisterlo sino all’ultimo di vita, come la zia ed io, ben può dire che il sorriso sul labbro non gli venne mai meno, ed anche in mezzo alle sofferenze ed ai dolori si mantenne sempre di carattere mite e soave e che il Crocefisso gli dava la forza di mantenersi tale. Mi permettano di inviare loro come ricordo triste per una parte, ma pur sempre caro, il mio Crocefisso che tante e tante volte è stato nelle mani del loro figliuolo, e che tante e tante volte è stato da lui baciato e ribaciato con quel sentimento di profonda venerazione e pietà, che sembrava che con quei baci dimandasse a Lui la forza nel male e a Lui facesse sacrificio della vita. Io lo dono a loro volentieri; ripeto, sarà triste il ricordo, ma gradiscano il mio pensiero e il Crocefisso che è stato il conforto del povero Luigi, sia quello che lenisca il loro dolore, dolore profondo ed incancellabile, è vero, ma che diventa santo e moderato ai piedi della Croce. ….Stiano ben certi che dall’animo mio non si potrà cancellare così presto la memoria de’ miei soldati, in modo speciale di quelli che ho assistito sul letto di morte tra i quali spicca la figura dignitosa del loro Luigi, che sarà per me sempre di ammaestramento e di esempio di virtù nella mia vita di sacerdote. Accettino queste mie espressioni che spontanee mi escono dal cuore e son certo che il ricordare le virtù del caro estinto sarà di lenimento al loro dolore anche pensando che io per il povero Luigi ho fatto tutto quello che mi era possibile per assisterlo. …..Li assicuro che ogni volta mi recherò al cimitero una visita farò alla Tomba del povero Luigi il quale, dal Cielo, come veglierà sulla propria famiglia, veglierà pure su di me che ne accolsi l’ultimo respiro. Grazie dunque di cuore di tutto, io non meritavo simili ringraziamenti da parte loro; ho fatto semplicemente il mio dovere di sacerdote. Dev.mo Ratta Don Enrico, Cappellano Militare» .

Fonte: “Il Popolo – corriere guastallese -“. Anno 1917. Biblioteca Maldotti Guastalla

Ido Scansani morì l’8 Settembre 1917.


BUGNOLI GAETANO, classe 1895, Tenente

Bugnoli Gaetano, classe 1895, Tenente 121° Reggimento Fanteria, nacque ad Alassio, Distretto Militare di Savona. Visse a Guastalla per tutta la durata della sua breve vita, poichè cadde in un combattimento sul Carso, nel 1916. Lo considero un “caduto Guastallese”, a cui va l’onore della memoria…In questa pagina vorrei ricordarlo con alcuni scritti, “rispolverati” grazie ad un giornale guastallese, conservato presso la Biblioteca Maldotti di Guastalla.

Dallo Stato di Servizio:

  • Soldato di leva di 2° categoria classe 1895 distretto Savona e lasciato in congedo illimitato, lì 14 Dicembre 1914
  • Chiamato alle armi per istruzione e giunto, lì 15 Gennaio 1915
  • Tale nel 23° Reggimento Fanteria, lì 27 Gennaio 1915
  • Tale Allievo Ufficiale nel 61° Reggimento Fanteria, lì 2 Febbraio 1915
  • Caporale in detto, lì 31 Marzo 1915
  • Tale nell’87° Reggimento Fanteria, lì 26 Maggio 1915
  • Sergente in detto, lì 31 Maggio 1915
  • Tale nel 61° Reggimento Fanteria, lì 28 Luglio 1915
  • Sottotenente di complemento arma di fanteria effettivo per mobilitazione al Deposito di Fano, ed assegnato al Deposito del 94° Reggimento Fanteria per il prescritto servizio di 1° nomina, lì 8 Agosto 1915
  • Giunto al 94° Reggimento Fanteria per prestarvi il prescritto servizio di 1° nomina, lì 23 Agosto 1915
  • Tale nel 121° M.M. Deposito Fanteria Ancona, lì 24 Agosto 1915
  • Giunto in territorio dichiarato in stato di guerra, lì 24 Agosto 1915
  • Tale in servizio attivo permanente nel 121° Fanteria per merito di guerra, con anzianità 23 Agosto 1915, lì 1 Giugno 1916
  • Tenente in detto con anzianità, lì 11 Giugno 1916
  • Morto in combattimento a Bonetti del Carso (come da atto di morte del Registro degli atti di morte del 121° Fanteria), lì 15 Settembre 1916
  • Decorato con Medaglia d’Argento con Valor Militare
  • Campagna di guerra 1915-1916
  • Era presente ai combattimenti di Polazzo e di Castelnuovo (luglio-novembre 1915) e ad oriente del Vallone (agosto-novembre 1916) pel quale il Reggimento a cui apparteneva ebbe la medaglia d’Argento al Valor Militare

Da “Il Popolo”, giornale guastallese:

Il Tenente Concittadino Bugnoli Gaetano. Nacque ad Alassio 21 anni addietro, e prima immane sventura per lui, gli morì presto la madre. Il padre, a cagione del suo nomade mestiere, lasciò il bambino a Guastalla presso due poveri coniugi che l’amarono e l’allevarono fin dall’infanzia. Ne’ suoi modi distinti, nella tristezza precoce, nelle doti poco comuni ai ragazzi, intuivasi l’eletto sull’altre creature, della superiorità ma anche della sventura. Studiava molto infatti, giocava poco, fuggevolmente sorrideva e a stento, come presentisse per sé un ineluttabile destino di dolore e di breve vita. Amò il teatro e la recitazione passionatamente e sentiva quest’arte non come un trastullo, ma come vita dell’anima”.

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Ecco come il Comando del…..Reggimento Fanteria partecipò al Sindaco la morte del Caro Giovane. «Nell’aspro combattimento del 15 Settembre, questo reggimento ha perduto uno degli ufficiali più baldi e più brillanti, il Tenente Bugnoli Sig.Gaetano, mentre in piedi sulla trincea nemica incitava i suoi dipendenti alla lotta accanita. Cadde da eroe, come da eroe si era comportato sempre, durante la lunga permanenza in trincea. Calmo sorridente, sprezzando ogni pericolo, audace ed energico, per oltre un anno ha dato prova delle più elette virtù militari. Buono ed affabile verso colleghi e dipendenti, terribile contro l’insidioso nemico in ogni impresa ardita e rischiosa offrivasi sempre volontario, portando il contributo dell’apprezzata sua opera e conseguendo sempre ottimi risultati. Ora il buono, bello ed affettuoso Ufficiale non è più! Il Reggimento tutto (Ufficiali e Truppa) mentre ne piange l’amara perdita, è orgoglioso di aver avuto fra i suoi figli sì bella figura di valoroso, che nel fiore degli anni, quando gli si schiudeva radioso l’avvenire, ha con generosità offerto alla Patria giovinezza, intelligenza e sapere. Rendendomi interprete del sentimento unanime di questo Reggimento invio alla Famiglia del caro indimenticabile Estinto, a Lei, primo cittadino del Comune che gli ha dato i natali, l’espressione reverente del cordoglio per la scomparsa di sì fulgida figura di eroe, che vivrà immortale fra noi e sarà d’esempio e di sprone per vendicarne la morte e per conseguire l’agognata vittoria». “

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Trascriviamo qui qualche brano della sua ultima lettera da S.Martino del Carso: «Mando a Lei la presente perchè, se una disgrazia accade, la notizia non giunga improvvisa. Quest’oggi, forse a minuti, dovrò muovere all’assalto. Molte volte oramai ho condotto i soldati all’arma bianca. Ho goduto finora di una immunità ch’io non so chiamare che miracolosa, ma non potrà essere sempre così. Non mi faccio nessuna illusione!Sarò il primo a balzare dalla trincea, al Comando della Compagnia. Muovo all’assalto con fermezza, ma con coscienza del pericolo. Ho tenuto ai soldati un linguaggio franco e affettuoso. Tutti hanno scritto alle loro famiglie, tutti hanno pregato. La prego di tranquillizzare….se per qualche tempo non potessi dare mie notizie. Potrebbe anche darsi che tornarsi! Io la saluto dunque, Sig. N. Vorrei dire a Lei e alla sua mamma quanto mi detta il cuore in questo momento, tradurre in parole la tenerezza e l’affetto che provo per loro, che conobbi bambino e che da tanto cominciai ad amare. Non so trovare nessuna espressione, non posso dire di più. Saluti pure il Sig. Enrico e la Signora Caterina (il Sindaco e la sua mamma) ma senza addolorali con questa mia lettera. Le dò una stretta di mano. Oh, se potesse vedermi negli occhi!Vi leggerebbe l’immensità del sacrificio, ma anche l’orgoglio del sacrificio stesso!». 

Fonte: “Il Popolo – corriere guastallese -” 14 Ottobre 1916. Biblioteca Maldotti Guastalla

Bugnoli Gaetano fu decorato con la medaglia d’Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione:

Portava brillantemente il suo plotone all’attacco di una trincea nemica occupandola in parte. Essendo poi stato ferito il suo comandante di compagnia assumeva il comando di questa e mentre si disponeva con pochi uomini a vincere l’ultima resistenza dell’avversario, cadeva colpito a morte. Aveva già partecipato a parecchie azioni ardite con esito fortunato. Case Bonetti (Carso), 15 Settembre 1916”.

Col tempo, cercherò di scoprire dove è sepolto il caduto guastallese Bugnoli Gaetano…


Famiglia ROSSI: Italo, Piero e Filippo

Rossi Italo, figlio di Pietro e della Soncini Angelica, nato a Parma il 18 Gennaio 1860, fu un Generale che visse a Guastalla ed ebbe una notevole carriera militare. Fu sottotenente di Cavalleria nel 1878. Col grado di Colonnello, nel 1910 comandò i Cavalleggeri di Saluzzo. Fu promosso Maggiore Generale e comandò la 5° Brigata di Cavalleria nel 1914. Andò in pensione nel 1915, ma venne richiamato durante la Grande Guerra. Venne infine promosso Generale di Divisione nel 1923. Ebbe due figli maschi, che entrambi combatterono nella Grande Guerra (Filippo e Piero, vedere sezioni dedicate). Morì a Scandicci (FI) nel 1933. Insieme ai figli, alla moglie, al padre e alla madre, è sepolto nella tomba di Famiglia nel cimitero locale di Guastalla. Sulla sua lapide queste parole:

” Il Generale di Divisione nell’Arma di Cavalleria
ITALO ROSSI
Fidente in Dio, forte cuore di soldato,
appassionata anima di agricoltore,
marito e padre esemplare
Qui Riposa “

Il Sergente poi Tenente Colonello Rossi Piero nacque a Guastalla il 27 Marzo 1893. Era figlio del Generale di Divisione dell’Arma di Cavalleria, Italo Rossi. Scrisse una lettera e delle cartoline dal fronte, alla madre, nell’ Ottobre 1915. La lettera fa trasparire l’orgoglio di questo giovane ragazzo, nel servire la propria Patria. E’ una testimonianza diretta della vita in trincea e una bella occasione per onorare la memoria di un altro soldato. E’ sepolto nel cimitero di Guastalla, assieme al fratello Filippo ed al padre Italo e alla adorata mamma.

“23 Ottobre 1915

Cara, mamma,
tutto bene – sono salvo, contento e sto bene. La battaglia va magnificamente. Vinciamo e siamo tutti pieni d’entusiasmo e di coraggio; è la volta che andiamo a Vienna. Sono tanto contento e felice, cara mamma, che ti voglio sapere tale tu pure
Piero”

“24 Ottobre 1915

Cara mamma,
il combattimento prosegue bene. In un fortino preso 20 austriaci. La mia sezione va magnificamente. Splendidi tiri. Sosteniamo ottimamente le fanterie avanzanti: ci siamo meritati gli elogi del generale. Evviva l’Italia – Evviva il Re!
Piero

“25 Ottobre 1915

Cara mamma,
ieri non ti potei scrivere perchè in marcia per andare in riposo a M. Ora invece che i bollettini hanno parlato, ora che l’opera nostra è compiuta, do libero corso al mio lapis. Ho vissuto le ore più belle della mia vita, ore che non dimenticherò mai. Avrete letto dei prigionieri, del bottino, la avrete forse veduti i nostri contrastatori del S. Michele, ora Italiano! Il 21, dopo 56 ore di fuoco di artiglierie, ci siamo lanciati. La nostra brigata con un solo lancio arriva sulla cima e si trova ancora dei terribili reticolati, riaggiustati nella notte. Ci arrestiamo ed incominciamo a tagliare i fili sotto una grandine di piombo. Fatti i passaggi ci ritiriamo e ci riordiniamo. Un altro lancio….La cima è presa! Le baionette funzionano! Si entra nel primo trincerone, si strappano i telefoni, si rovesciano le mitragliere….Incomincia la sfilata dei prigionieri tra cui alcuni ufficiali superiori decorati con due medaglie: di Serbia e di Galizia. Le truppe entusiasmate si lanciano giù per la china. L’artiglieria nemica tempesta. La nostra allunga il tiro. Arrivati al secondo trincerone vi si penetra per il tetto. Altra lotta a colpi di baionetta. Un soldato, in un angolo, lotta con un capitano austriaco. Incominciano ad arrendersi, gli altri fuggono. Intanto la nostra ala destra è arrivata alla chiesa di S. Martino. Vi penetra e vi si fortifica. Viene la notte e colla notte i contrattacchi. QUATTRO reggimenti si sono lanciati contro, ma ormai non si arresta più. Si è consci dello sforzo fatto e del guadagno ottenuto, non lo si vuole perdere. Ottanta uomini circondati da un migliaio sparano sino al mattino in quadrato, ed all’alba vedono il nemico in fuga, che lascia però 500 uomini all’intorno. Così nelle nuove posizioni che si fortificano passano in continua difesa i giorni 22 e 23. Il 22 si ottiene il collegamento su tutto il fronte. La mattina del 24, ieri, si ha il cambio. Il nostro glorioso reggimento cede il terreno conquistato ad un altro fresco. Il nemico furioso si sfoga a cannonate. Mentre io aspetto che sfili l’ultima compagnia, arriva una granata. Mi scoppia a due metri e mi lancia lontano ferendomi leggerissimamente alla base cranica. Oggi sono già sfasciato, mi persiste però una piccola sordità che però passerà anche lei. La brigata ieri è giunta qui in riposo. Siamo laceri e sporchi, ma i nostri canti si elevano al cielo. La popolazione ci domanda :” Come si fa ad essere così allegri dopo cinque giorni di dura battaglia?” ed io rispondo che ciò che ci rende allegri è la conquista compiuta da noi, dopo essere stata tentata oltre tre volte, la fuga austriaca ed il ricco bottino che consiste in 2500 prigionieri, due cannoncini lanciabombe e tre cannoni da campagna. Siete contenti di noi? Dividete la nostra gioia? Un mio ciclista sarà proposto alla medaglia d’argento e io avrò la promozione a sergente, per merito di guerra.
Da Piero, 25 Ottobre 1915″

Per la storia del fratello Filippo Rossi vedere la sezione apposita: Aviatori della Grande Guerra

19 thoughts on “Storie di FANTI e BERSAGLIERI

  1. Maria Grazia Lugli says:

    Buongiorno. Sono stata felice di leggere queste note. Il fratello di mia nonna: Giulio Marin, nato a Venezia poi vissuto a Padova, è partito con i bersaglieri, penso nel 1915 e mai più tornato. Alla mia Bisnonna Bice è rimasta solo una piuma, volata mentre Giulio salutava la sua mamma. Il papà era Luigi Marin. Non sono mai riuscita a trovare notizie. Era stato dato per disperso. Grazie

  2. Gionni Francesco says:

    Buonasera ,

    Anche io come tanti sto cercando di sapere di più sulle sorti del mio bisnonno , le info in mio possesso sono poche purtroppo . Ovvero risulta disperso il 2 novembre del 1915 combatteva sul carso nel 124 reggimento di fanteria . Vorrei tanto sapere se esistono piastrine , immagini , o meglio se fosse stato ritrovato e dove è sepolto. Il nome del mio bisnonno è Cesetti Gaetano.
    Qualsiasi news in più sarebbe gradita grazie in anticipo

    Francesco

    • Silvia says:

      Purtroppo il “disperso” non promette nulla di buono…
      Recuperi in Comune l’atto di morte, se mai fu trascritto…
      Poi mandi una mail ad Onorcaduti…
      Saluti
      Silvia

  3. Fr ancesco Gentile says:

    Complimenti, un gran bel impegno, io sto cercando di avere notizie su mio nonno Gentile Francesco classe 1890 sergente maggiore nel 13° reggimento fanteria, dal suo foglio matricolare non ho trovato che gli è stata data la croce di bronzo al merito, pero su una pubblicazione trovata su internet tra i decorati del 13° reggimento alla voce sergenti maggiori c’è scritto il suo nome, come posso fare per avere maggiori info.
    grazie per il tempo che trova per la risposta.

  4. Seccia Giorgio says:

    Sono studioso della Grande Guerra ed autore di diversi libri e articoli sull’argomento. Attualmente sto ultimando un libro avente per tema gli eventi bellici occorsi nel settore di Nova Vas nel periodo settembre-ottobre 1916. Chiedo il permesso, ove possibile, di riprodurre parti della lettera di Gaetano Bugnoli presente nel vostro sito ed eventualmente, qualora disponibile, la fotografia dell’ufficiale.
    Distinti saluti
    Giorgio Seccia
    via Giorgio Pallavicino 20
    00149 Roma

    • admin says:

      Gentile Signor Seccia…
      Può riprodurre parte della lettera dell’ufficiale Bugnoli, naturalmente citando la fonte….Per quanto riguarda la foto è stata estrapolata da un quadro ai caduti conservato presso la scuola media statale di Guastalla….Io ho avuto l’autorizzazione a pubblicarla sul mio sito…per essere sicuri può scrivere alla scuola e chiederne il permesso….
      A disposizione
      Distinti saluti
      Silvia

    • marina says:

      Sig Seccia Giorgio capire tante cose di questa guerra ancora sconosciute farebbe piacere ,sono una signora parente di uno zio morto in guerra la prima guerra mondiale e di lui si sa poco ,si chiamava Zirolli Giuseppe di Vincenzo soldato di fanteria nato a Forino provincia di Avellino il 2 12 1990 catturato ,imprigionato e morto 28 10 1918 una lapide al centro del paese lo ricorda insieme ad altri soldati non so dove e sepolto come tanti che non sanno dove portare un fiore non e piu ritornato nel suo luogo di nascita mi piacerebbe riportarlo vicino nel loculo dove e sepolta mia nonna sua sorella Maria e non sapere come tanti altri dove sone le sue spoglie tanti saluti

      • Silvia says:

        Buongiorno Signora Marina…
        Sono Silvia, ideatrice e curatrice del sito…
        Le posso dire che il suo parente Zirolli risulterebbe sepolto nel Cimitero di Humpolec, Repubblica Ceca…
        Le consiglio però di verificare l’informazione procurandosi l’atto di morte in Comune, poi scrivere, allegando l’atto, una mail a Onorcaduti, per chieder conferma della sepoltura…

  5. Roberto says:

    Ciao, complimenti per il sito
    anche io ho un antenato Fante del 205° e ho studiato un po’ sull’argomento
    Mi è saltata agli occhi la didascalia della foto “Uniformi del 206° Reggimento Fanteria, Brigata Lambro, periodo antecedente il conflitto”, ma la Brigata Lambro è stata creata nel 1916!!! non è possibili che i soldati ritratti nella foto siano della Lambro, ci deve essere un errore

    • admin says:

      Hai ragione, ho scritto non in modo corretto la didascalia…intendevo antecedente la guerra le uniformi (sembra giacche blu e pantaloni azzurri)….è un mistero anche per me questa foto…eppure il fregio sul kepì è proprio fanteria 206…

  6. Tiziano Bertè says:

    Le lastre fotografiche negative di Aldo Mossina, attualmente di proprietà del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, per ragioni di conservazione non sono visionabili.
    Sono visionabili le fotografie ottenute tramita la stampa, previo appuntamento al N° telefonico 0464438100.
    Inoltre abbiamo altre fotografie che riguardano la permanenza della brigata Taro a presidio delle linee dello Zugna ma anche dei reparti a riposo.
    Saluti da Tiziano.

  7. Carlo Alberto Lodi says:

    Ciao!
    sono 44°sul Lemerle nel forum di cimeetrincee
    complimenti veramente un BELLISSIMO LAVORO!! .. e non Ti dico l’emozione nel vedere stampato nel sito la data del 08 giugno 1916, e ti spiego perchè: vicino a Boscon, mt 200 circa, c’è il m.te Lèmerle dove è morto il fratello di mia nonna in una data che orbita tra il 6 e l’8 giugno 1916 appunto. Da diverso tempo io e mia cugina stiamo cercando di ricostruire quelle giornate, anche in questo caso ci sono discrepanze su quanto scritto in certi documenti e quanto riportato in altri; per effettuare tale ricostruzione non escludiamo nulla e quindi anche la Tua segnalazione ci ha fatto “saltare dalla sedia” (considera sempre che stiamo operando su un fronte lungo 600 Km e con 4 milioni di soldati arruolati circa)… pensa inoltre che noi abitiamo a circa 30 km da Guastalla.. siamo di Carpi infatti.
    Se Ti dovesse servire altro materiale della zona Boscon – Lèmerle io non ho assolutamente alcun problema a girartelo (sono testimonianze sgrammaticate di soldati-contadini che in quei giorni hanno combattuto in quei luoghi) e diverse immagini dei luoghi stessi.
    … hai contattato Amos Conti per Istoreco?.. mi pregio di conoscerlo ed è un gande!..
    ancora complimenti .. e scrivimi se Ti va.. ciao!!

  8. Roberto says:

    Ciao Silvia, ti comunico che abbiamo alcune notizie sulla 113 squadriglia di distanza anche a Villaverla -Thiene per il periodo che va dall’ ottobre 1915 ad aprile 1916, poi fu distanziata al campo di Nove unitamente con la 115 squadriglia ricognizione.
    La loro Squadriglia soggiornò anche unitamente alla 87^ Squadriglia La Serenissima a San Pelagio ed unitamente a loro a quanto sembra fecero varie ricognizioni per il famoso raid San Pelagio Vienna di d’Annunzio.
    Uno degli aerei della 113 Squadriglia dotata anche di aerei Pomilio fu l’aereo che venne modificato per il lancio del tenente Alessandro Tandura tre mesi di spionaggio altre al Piave.
    L’aeronautica Militare Italiana non trova al momento il suo foglio matricolare, molto provabilmente si trova ancora allo Stato Maggiore Esercito come altri piloti della Grande Guerra

  9. Tiziano Bertè says:

    Occupandomi del riordino della fototeca del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto posso informarvi che Aldo Mossina donò al museo un consistente numero di lastre fotografiche interessanti la sua permanenza, con il 207° regg. fant. brigata Taro, nelle prime linee del Monte Zugna, fra le quali alcune riguardanti l’interno del “Trincerone”, utilizzate per il suo recupero e per i pannelli illustrativi.

    • admin says:

      Gentile Signor Stefano, le lastre fotografiche sono di proprietà del Museo di Rovereto…Non mi è ancora stato possibile consultarle, (per mancanza di tempo!!), quindi non conosco ancora bene il soggetto di tali lastre.
      A questo indirizzo può consultarne alcune on-line, ma non saprei “isolarle” quelle fatte dal Mossina:
      http://www.trentinocultura.net/catalogo/beni_cult/fotografia/foto_ind.asp
      (nello spazio “ricerca libera” scriva “zugna”)
      In futuro sicuramente avrò maggiori informazioni….
      A disposizione
      Silvia

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