Affondamenti Navi Grande Guerra 1915-1916

9 Aprile 2012
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di Musi Silvia


Ricercando i caduti dell’affondamento del Piroscafo Principe Umberto, ho avuto modo di osservare quanti altri soldati e marinai sono morti negli affondamenti di navi durante la Grande Guerra…Ogni singolo episodio, ogni singolo caduto meriterebbe uno spazio dedicato…Ad oggi non mi è possibile attuare questo imponente progetto, ma vorrei ugualmente dedicare questa stanza a tutti i caduti in mare della guerra, elencando di seguito una cronologìa storica dei principali affondamenti (le date o i nomi seguiti da asterisco * sono in verifica, cioè diverse fonti danno dati discordanti).

N.B. Vi sono inseriti anche elenchi di caduti nei relativi affondamenti: tali elenchi sono stati desunti in base alla data di morte del singolo caduto, estrapolata dall’Albo d’Oro Ministeriale dei Caduti della Grande Guerra. Se vi dovessero esserci errori, vi prego di segnalarlo…

PER I MARINAI D’ITALIA.
A Te, o grande, eterno Iddio Signore del cielo e dell’abisso cui obbediscono i venti e le onde, uomini di mare e di guerra, Ufficiali e Soldati d’Italia, da questa nave armata dalla Patria, leviamo i cuori! Salva ed esalta nella sua fede o gran Dio la nostra nazione: Salva ed esalta il Re; dà giusta gloria e potenza alla nostra bandiera, comanda che le tempeste ed i flutti servano a lei, poni sul nemico il terrore di lei: fa che per sempre la cingano in difesa petti di ferro più forti del ferro che cinge questa nave; a lei per sempre dona vittoria. Benedici, o Signore, le nostre case lontane, le care Genti: benedici nella cadente notte il riposo del popolo, benedici noi che per esso vegliamo in armi sul mare.
BENEDICI!”.

Desidero ringraziare di cuore tutti coloro che contribuiscono all’integrazione di dati e nomi…in particolare Massimo Vitale, Stefano Repetto, Gianni Gomirati, Guido Corrias, Massimo Velato e tanti altri…GRAZIE!

In fondo alla pagine troverete commenti di persone che aggiungono molte informazioni agli affondamenti grazie alle loro ricerche


Elenco cronologico affondamenti 1915-1916:


  • 18 Gennaio 1915: affondamento piroscafo “Varese” (ton. 1033.75) per urto contro una mina galleggiante nelle acque dell’Adriatico: le cause dell’impatto sembra siano dovute al maltempo e alla forte nebbia. Il piroscafo aveva fatto tappa a Brindisi in direzione Venezia con carico di fosfato e con a bordo 21 uomini dell’equipaggio. Morì anche il comandante del piroscafo, Mortola Carlo. Vi fu un solo sopravvissuto, Vidali Alfieri, terzo macchinista. Perirono invece:
    1. Barsella Pietro (Albo Caduti: Marittimo, nato a Viareggio c.m. di Viareggio)
    2. Burlando Angelo, figlio di Bernardo, nato a Struppa, classe 1856, fuochista
    3. Giuffrida Luciano, figlio di Antonio, nato a Siracusa, classe 1893, marinaio
    4. Podestà Sebastiano, figlio di Giovanni Battista, nato a Genova, classe 1893, cameriere

  • 23 Gennaio 1915: affondamento(*) piroscafo “Luigi Parodi” (ton. 2524): era partito da Baltimora il 22 Gennaio diretto a Genova con carico di carbone e con circa 20 persone a bordo. Dopo il passaggio del piroscafo dalla baia di Chesapeake non si ebbero più notizie. Vi perirono (* è in corso di verifica se il piroscafo affondò per atto nemico o per incidente o altro):

Elenco caduti LUIGI PARODI


  • 11 Maggio 1915: affondamento piroscafo “Astrea” (ton. 1299) per urto contro una mina. Il piroscafo proveniva da Newport carico di carbone quando alle ore 21.10 circa dell’11 Maggio, nella manovra obbligatoria di attesa prima di entrare nel Mar Grande, colò a picco causa urto mina al passo dell’Isola di San Paolo, nelle acque del golfo di Taranto. Comandante della nave, sopravvissuto, Capitano Ageno Antonio. Nell’esplosione vi perirono 3 membri dell’equipaggio:
    1. Boietti Francesco, nato a Casale Monferrato, carbonaio
    2. Bonanno Carmelo, figlio di Domenico, nato a Messina, classe 1898, fuochista
    3. Malatesta Giacomo, figlio di Antonio, nato a Genova, classe 1899, giovanotto di rinforzo

  • 24 Maggio 1915: affondamento cacciatorpediniere “Turbine“, nelle acque di Barletta, in seguito a bombardamento per mano di navi austriache (Helgoland, Tatra, Csepel). Il Turbine si sacrificò per difendere Barletta da un bombardamento nemico; da altra fonte: “Il Turbine fu intercettato dopo il bombardamento di Barletta e fu affondato dopo un combattimento durato circa due ore, a metà strada tra il Gargano e Pelagosa“. Comandante del Turbine era Bianchi Luigi (ferito ma sopravvissuto, fatto prigioniero assieme al resto dell’equipaggio salvatosi, nato a Genova, classe 1873, decorato con Medaglia d’Argento al Valor Militare), così si salvò anche il comandante in seconda Tenente di Vascello Ferrari Mario (nato a Spezia, decorato con  Medaglia d’Argento al Valor Militare), mentre circa 15 uomini dell’equipaggio morirono (Dal libro “La Marina nella Grande Guerra” di Franco Favre, risultano 10 morti):

Elenco caduti TURBINE


  • 24 Maggio 1915: questa data non corrisponde ad un affondamento di nave, bensì ad un bombardamento navale della città Ancona. Questo terribile avvenimento, in cui persero la vita civili e militari, merita di essere ricordato in questa sezione: “Bombardamenti ed esplosioni: le vittime
  • 10 Giugno 1915: affondamento R.sommergibile “Medusa“, presso Cortellazzo-Lido, per mano del sommergibile nemico U 11 (Comandante Heino Von Heimburg). Persero la vita 15 uomini dell’equipaggio (5 superstiti: Tenente di Vascello Giovanni Battista Carniglia e 4 marinai, dal libro “La Marina nella Grande Guerra” di Franco Favre), tra cui il Tenente di Vascello in servizio attivo Stato Maggiore Regia Marina Vitturi Alessandro, classe 1879, nato a Vicenza, capitaneria di porto di Venezia, decorato con Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Il Tenente di Vascello Vitturi risulta sepolto nel Tempio Ossario del Sacrario Lido di Venezia. Al Sacrario di Redipuglia vi sono i resti dei 14 caduti, recuperati negli anni ’50:

Elenco caduti MEDUSA

Sommergibili tipo Medusa sito


  • 26 Giugno 1915: affondamento torpediniera “5PN“, per mano del sommergibile austriaco U 10. Comandante della nave Tenente di vascello Spano Matteo. Perirono 2 uomini. Le lettere PN sono le iniziali del cantiere di costruzione della nave, in questo caso “Pattison-Napoli”:
    1. Cuneo Ugo (Albo Caduti: Cannoniere C.R.E.M., nato a Porto Torres c.p. di Porto Torres)
    2. Penso Giocondo Renato (Albo Caduti: Sottonocchiere C.R.E.M., nato a Cervia c.p. di Rimini)

  • 1 Luglio 1915: affondamento veliero “Sardomene” nelle acque irlandesi, per siluramento per mano del sommergibile tedesco U 24. Trasportava legname australiano e a bordo vi erano italiani, russi, spagnoli e svedesi. Morirono 9 membri dell’equipaggio (7 erano italiani). L’amico e ricercatore Raffaele Ciccarelli racconta più nello specifico:

Il veliero non era militarizzato e pertanto gli scomparsi non si trovano sull’albo d’oro. Il comandante si chiamava Bianchi Nardo ed era nato a Cavaso del Tomba (Treviso), al momento della scomparsa aveva 35 anni. Dell’equipaggio di 19 membri in parte italiani e in parte stranieri gli scomparsi furono 10. Il veliero che trasportava un carico di legno di Jarrah (tipo di eucalyptus) fu affondato per siluramento dall’ U24 (comandante Rudolf Schneider) al largo delle coste irlandesi a circa 35 miglia a sud-ovest di Fastner Rock. Dei nove che si salvarono tre erano italiani, il 1° uff. Alfredo Noris genovese, Ernesto Capetta spezzino, Salvatore Molla, napoletano. Assieme al comandante perirono i connazionali:

    1. Molla Luigi, marinaio
    2. Orteghe Francesco, marinaio
    3. Valle Giorgio, cuoco
    4. marinaio sconosciuto

  • 7 Luglio 1915: affondamento incrociatore “Amalfi” in seguito a siluramento per mano di un sottomarino nemico (UB-14) a pochi Km da Venezia. Capitano di Vascello Riaudo Giacomo (sopravvissuto). Persero la vita 72 uomini (da altra fonte morirono 37 uomini, dal libro di Sorini “La Marina italiana nella 1° Guerra Mondiale”) tra cui il Guardiamarina di Complemento C.R.E. Pellizzetti Giovanni Battista, nato a Genova, decorato con Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Elenco caduti AMALFI


  • 13 Luglio 1915: affondamento torpediniera “17OS” presso Istria, in seguito a urto contro mina. Le lettere OS sono le iniziali del cantiere di costruzione della nave, in questo caso “Odero-Sestri”.

Torpediniera OS17 sito bis


  • 18 Luglio 1915: affondamento incrociatore “Giuseppe Garibaldi“, presso Ragusa/Dubrovnik, in seguito a siluramento del sommergibile austriaco U 4 (Comandante Rudolf Von Singule). Tenente di Vascello Nunes Franco Fortunato (sopravvissuto). Perirono 53 uomini dell’equipaggio:

Elenco caduti GIUSEPPE GARIBALDI

Nave Giuseppe Garibaldi sito


  • 5 Agosto 1915: affondamento sommergibile “Nereide” (attraccato all’isola di Pelagosa) in seguito a siluramento da parte del sottomarino U-5 e del suo Comandante austriaco Von Trapp. L’equipaggio e il comandante risalirono a bordo del sommergibile nella speranza di salvarlo…ma fu inutile… Morì tutto l’equipaggio del Nereide (20 uomini), compreso il Capitano di Corvetta in servizio attivo Stato Maggiore R.M., Del Greco Carlo, classe 1873, nato a Firenze, Medaglia d’Oro al Valor Militare:

Elenco caduti NEREIDE


  • 17 Agosto 1915: affondamento sommergibile “Jalea“, in seguito ad esplosione di mine (posizionate a sbarramento dal nemico) presso il Golfo di Trieste (a circa 6 miglia da Grado). Perì quasi tutto l’equipaggio (vi fu un solo sopravvissuto), tra cui il Capitano di Fregata in servizio attivo Stato Maggiore R.Marina Giovannini Ernesto, classe 1872, nato a Piacenza, compartimento marittimo di Venezia, decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare

Presso il Sacrario di Redipuglia vi è una Targa Commemorativa “in memoria” di alcuni dei caduti, dispersi in mare. L’unico sopravvissuto fu il Sottocapo Torpediniere Vietri Arturo (nato ad Avellino, Medaglia d’Argento al Valor Militare):

Elenco caduti JALEA


  • 27 Settembre 1915: affondamento corazzata “Benedetto Brin” a Brindisi in seguito ad esplosione della Santa Barbara (deposito munizioni) per un sabotaggio austriaco. Ci furono circa 420* perdite di uomini (da altra fonte 451 morti, 21 ufficiali e 433 marinai), tra cui il Contrammiraglio in servizio ausiliario Stato Maggiore R.M. Rubin De Cervin Ernesto, classe 1860, nato a Torino, capitaneria di porto di Venezia, il Capitano di Vascello in servizio attivo Stato Maggiore Regia Marina, Fara Forni Gino, classe 1867, nato a Pettenasco (Novara), il Tenente di Vascello in servizio attivo Stato Maggiore Regia Marina Becchi Luigi, classe 1884, nato a Savona, capitaneria di porto di Venezia, il Tenente di Vascello Marsiglia Armando (Napoli), il Tenente di Vascello Talarico Alfredo, nato a Napoli e il Capitano Macchinista in servizio attivo C.R.E.M. Ciabatti Pietro, classe 1870, nato a Milano, capitaneria di porto di Spezia.


  • 30 Settembre 1915: affondamento piroscafo “Cirene” sulla rotta Italia-Isola di Creta, per mano del sommergibile tedesco U-39:
    1. Michelizza Domenico (Albo Caduti: Soldato 39° Regg.Fanteria, nato a Ciseriis, d.m. di Sacile)
    2. Moresco Tomaso (Albo Caduti: Marinaio C.R.E.M., nato a Bargagli d.m. di Genova; l’Albo Caduti riporta data errata di morte)

  • 7 Novembre 1915: affondamento piroscafo passeggeri “Ancona” (ton. 5034) nel Golfo di Cagliari (tratta Messina-New York) alle ore 14 circa, in seguito a siluramento per mano del sommergibile U-38 (Comandante Max Valentiner). Comandante della nave (sopravvissuto) il genovese Massardo Pietro A. Dal libro “La Marina Italiana nella 1ª Guerra Mondiale” di Fabio Sorini: “Il piroscafo proveniva da Napoli ed aveva a bordo 496 persone, quasi tutti emigranti…Il piroscafo francese Bisson trasse in salvo 131 naufraghi mentre 156 passeggeri persero la vita, quasi tutti donne e bambini…“. Secondo invece la Rivista Nautica: “Il numero di imbarcati sull’Ancona era di 517 persone di cui 190 formavano l’equipaggio e 327 passeggeri (239 di 3ª classe e 88 di 1ª). Gli scampati risulterebbero 299 (tra cui un solo cittadino americano dei 10 imbarcati)“. Alcuni superstiti arrivarono sulla spiaggia di Biserta e altri a Malta. Vi morirono:

Elenco caduti ANCONA


  • 9 Novembre 1915: affondamento piroscafo “Firenze” al largo di Siracusa (circa 36 miglia dal porto) per mano del sommergibile U-38 (comandante Max Valentiner) alle ore 16.00 circa. Il piroscafo era partito da Siracusa diretto ad Alessandria d’Egitto. Comandante della nave (sopravvissuto) Merlo Giovanni. Secondo la “Rivista Nautica” del 1915 morirono circa 15 persone dell’equipaggio e 6 passeggeri:

    1. De Biase Francesco (Albo Caduti: 2° Ufficiale C.R.E.M., nato a Genova c.m. di Genova)
    2. Ercolini Mario (Albo Caduti: Marittimo, nato a Livorno c.m. di Livorno)
    3. 2 fuochisti indiani
    4. 6 civili: Gognatelli Fanni Fernanda dalla Svizzera, casalinga, Arciprete Maria Rizzo da Civitavecchia, ostetrica, Roselli Vittoria da Firenze, cameriera, Belli Giulio da Torino, avvocato, Laido Tedesco Guido da Alessandria d’Egitto, commerciante e Serri Giuseppe dal Cairo, commerciante

  • 10-13* Novembre 1915: affondamento mercantile armato “Bosnia“, nelle acque di Creta (presso Candia), per siluramento per mano del sommergibile tedesco U-34. Comandante della nave Messina. Numero delle vittime: 13* (in verifica). Da un articolo di giornale della Stampa del 16/11/1915 si specifica che tutto l’equipaggio e passeggeri del mercantile furono tratti in salvo.
  • 20 Novembre 1915: affondamento piroscafo “Liguria” (ex Bitschin, ton. nette 1958). Partì il 30/10/1915 da Norfolch (Norfolk) con 29/30 persone d’equipaggio, capitano compreso, carico di carbone e diretto a Portoferraio. Il 20 novembre approdò a Gibilterra, da dove ripartì la mattina stessa e da quel momento non si ebbe più notizia nè del piroscafo, nè dell’equipaggio, tutti deceduti (circa 30 persone), compreso il comandante della nave Raffo Attilio ed il suo capitano De Gregori Biagio. Da alcune fonti sembra sia affondato nei paraggi di Capo de Gata:
    1. Costa Armando (Albo Caduti: Marinaio C.R.E.M., nato a Genova c.m. di Genova)
    2. Degregori Biagio (Albo Caduti: 1° Ufficiale C.R.E.M., nato a Camogli c.m. di Genova)
    3. Raffo Attilio (Albo Caduti: Comandante C.R.E.M., nato a San Pier d’Arena c.m. di Genova)
    4. Richero Antonio (Albo Caduti: 2° Ufficiale C.R.E.M., nato a Loano c.m. di Savona)

  • 23 Novembre 1915: affondamento piroscafi “Palatino, Iniziativa e Gallinara” e il veliero “Unione” (quest’ultimo autoaffondato) per mano del sommergibile U-16. Il piroscafo Iniziativa era in rotta per Civitavecchia (partito da Swansea il 10 Novembre); sulle circostanze dell’affondamento non si conoscono ancora i particolari. Da una ricerca di Raffaele Ciccarelli: del Gallinara, affondata con preavviso da un CT austriaco al largo di Durazzo, è interessante sapere che l’equipaggio (10 uomini) lasciato libero di scegliere tra la prigionia e l’abbandono in mare optò per quest’ultima soluzione venendo salvato poi per fortuna dalla Torpediniera 36PN. Vengo ora al Palatino piccolo piroscafo di 260 t. circa affondato a cannonate nel Basso Adriatico, alcune fonti indicano il 22 novembre invece che il 23. Nè il Gallinara nè l’Unione ebbero vittime. Vi perirono:

Elenco caduti PALATINO e INIZIATIVA


  • 4 Dicembre 1915: affondamento piroscafo “Re Umberto” al largo di Valona, per urto contro una mina nemica. Era adibito al trasporto truppe. Vi perirono circa 40 uomini, tra cui uomini di truppa (Dal libro “La Marina nella Grande Guerra” di Franco Favre, morirono 53 dei 765 uomini a bordo). Comandante della nave Razeto Giovanni Battista da Camogli:

Elenco caduti RE UMBERTO


  • 4 Dicembre 1915: affondamento cacciatorpediniere “Intrepido” nelle acque tra Saseno e Capo Linguetta, per urto contro mine (piazzate dal sommergibile tedesco UC-14). Capitano di Corvetta Leva (sopravvissuto). Perirono 4 uomini dell’equipaggio tra cui il Guardiamarina Valatelli Silvio:
    1. Pappalardo Alfonso (Albo Caduti: Sottocapo Cannoniere C.R.E.M., nato a Cetara, c.p. di Salerno)
    2. Polimeni Michele (Albo Caduti: Marinaio C.R.E.M, nato a Bagnara Calabra, c.p. di Reggio Calabria)
    3. Potenza Francesco (Albo Caduti: Marinaio C.R.E.M, nato a Fasano, c.p. di Bari)
    4. Valatelli Silvio (Albo Caduti: Guardia Marina di complemento Stato Maggiore R.Marina, nato a Padova, c.p. di Venezia)


  • 6 Gennaio 1916: affondamento piroscafo “Brindisi” per urto contro una mina, in rotta verso San Giovanni di Medua. Sopravvisse il Capitano di lungo corso Milella Domenico di Bari, comandante della nave. Il Comandante testimoniò che si trovava già in vista del Monte San Giovanni quando, alle ore 8 del mattino del 6 Gennaio, probabilmente il piroscafo urtò contro una mina: a causa dell’esplosione e del danneggiamento delle macchine non gli fu possibile manovrare verso la spiaggia. A causa anche del panico che sopraggiunse a bordo, non fu possibile mettere a mare le scialuppe, per cui il comandante fu costretto a dichiarare il “si salvi chi può”. Furono soccorsi dal piroscafo Città di Bari che li seguiva, salvando così circa 60 passeggeri e tutto l’equipaggio (per un numero totale di 430 imbarcati), escluso 3 membri dell’equipaggio che annegarono:

    1. Lopez Vincenzo di Eustachio, classe 1875, di Bari, fuochista
    2. Monno Giuseppe (Albo Caduti: Marittimo, nato a Bari, c.m. di Bari), fuochista
    3. Santorsola Michele (Albo Caduti: Marinaio Scelto C.R.E.M., nato a Bari, c.p. di Bari)

  • 8 Gennaio 1916: affondamento incrociatore ausiliario “Città di Palermo“, in seguito ad urto con una mina, con una perdita di circa 90 uomini, inglesi e italiani (Dal libro “La Marina nella Grande Guerra” di Franco Favre, a bordo 540 uomini tra equipaggio italiano e truppe inglesi, ed i morti furono 87, di cui 54 inglesi e 33 italiani e 24 feriti). Capitano di Fregata Enrico Cuturi, sopravvissuto insieme al Sottotenente di Vascello Cafiero Luigi. Vi perirono:

Elenco caduti CITTA’ di PALERMO


  • 21 Febbraio 1916: affondamento nave ospedale “Marechiaro“, al largo di Durazzo, in seguito ad esplosione di mina (piazzata da un sottomarino tedesco) alle ore 10 antimeridiane circa. La Marechiaro stazionava a Durazzo in appoggio all’imbarco dei civili e militari serbi. Vi perì il Capitano Marittimo Scannapieco Antonio, da Ischia. Sembra che il numero delle vittime sia 33 e 104 superstiti, ma i dati non hanno ancora avuto riscontro.
  • 25 Febbraio 1916: affondamento dragamine “Monsone“, alle ore 10.15, per mano del sommergibile-posamine U-12 nelle acque presso Durazzo. Vi furono 10 vittime:

Elenco caduti MONSONE


  • 10 Aprile 1916: affondamento piroscafo “Unione” per siluramento da parte del sottomarino U-66 verso le ore 17.30 presso l’isola Ouessant. Il piroscafo era partito l’8 Aprile da Glasgow con destinazione Genova, carico di carbone. Comandante della nave Valle Francesco, da Camogli, capitano di lungo corso, sopravvissuto. Il comandante testimoniò che il piroscafo colò a picco in poco tempo e che due dei marinai morirono sul colpo a causa dell’esplosione del siluro, dato che erano nel locale caldaie, mentre il terzo, gettatosi in mare, probabilmente annegò. I superstiti vennero salvati dalla torpediniera francese Claymore. Le vittime furono:
    1. Repetto Gerolamo (Albo Caduti: Marinaio C.R.E.M., nato a Genova, c.m. di Genova) calderaio
    2. Sasso Vito, figlio di Mauro, nato a Molfetta, classe 1896, carbonaio
    3. Tattoli Sabino, figlio di Giuseppe, nato a Molfetta, classe 1896, fuochista

  • 17 Maggio 1916: affondamento piroscafo “Stura” (ton. 1372) alle ore 13.45 per siluramento, in navigazione tra Brindisi e Messina, comandato dal Capitano di lungo corso Gargiulo Aniello (sopravvissuto). Vi perì:
    1. Atzori Giovanni (Albo Caduti: Marittimo, nato a Cagliari, c.m. di Cagliari)
    2. Santuccio Gesualdo, figlio di Concetto, nato a Siracusa, classe 1884, marinaio

  • 30 Maggio 1916: affondamento veliero (brigantino a palo) “Anna M.” per siluramento nei pressi dello Stretto di Gibilterra. Il brigantino era partito da Genova direzione Baltimora e dal 30/05/1916 non se ne ebbe più notizie per cui fu dichiarato disperso in mare con tutto il suo equipaggio, compreso il Comandante di lungo corso Dodero Giovanni Battista di Genova. Vi perirono:
    1. Casentini Emanuele, figlio di Ferdinando, nato a Viareggio, classe 1863, marinaio
    2. Dodero Giovanni Battista (Albo Caduti: figlio di Giuseppe, Capitano C.R.E.M., nato a Genova, c.m. di Genova). Padre
    3. Dodero Paolo (Albo Caduti: figlio di Giovanni Battista, Marinaio C.R.E.M., nato a Genova, c.m. di Genova). Figlio

  • 8 Giugno 1916: affondamento piroscafo “Principe Umberto”, nelle acque presso Valona, in seguito a siluramento:

vai alla sezione dedicata al PRINCIPE UMBERTO


  • 23 Giugno 1916: affondamento incrociatore ausiliario “Città di Messina” vicino a Otranto, per siluramento per mano del sommergibile U-15 comandato dal Lschlt. Friedrich Fanhdrich. Tenente di Vascello Carasso Giuseppe (nato a Udine, sopravvissuto, decorato Medaglia di Bronzo al Valor Militare). Morirono circa 33* uomini (*in verifica):
  1. Elenco caduti CITTA’ di MESSINA


  • 28 Giugno 1916: affondamento torpediniera “Serpente” presso S.Maria di Leuca, in seguito a collisione con un piroscafo. Perdono la vita 5 uomini dell’equipaggio:
    1. Abbattista Attilio (Albo Caduti: Sotto Capo meccanico R.R. equipaggi, nato a Fossacesia, c.p. di Ancona)
    2. Buccarello Giuseppe (Albo Caduti: Fuochista C.R.E.M., nato a Gagliano del Capo, c.p. di Brindisi)
    3. Di Marca Angelo (Albo Caduti: Sottocapo meccanico C.R.E.M., nato a Caltanisetta, c.p. di Siracusa)
    4. Flamini Pietro (Albo Caduti: Fuochista scelto C.R.E.M., iscritto di leva a Porto Recanati, c.p. di Ancona)
    5. Rizzo Raffaele (Albo Caduti: Torpediniere C.R.E.M., nato a Lecce, c.p. di Cagliari)

  • 3 Luglio 1916: in questa data non avvenne un affondamento, bensì un incidente avvenuto al pontile Pirelli-Pagliari. Ci fu una imponente esplosione di vagoni treno contenenti esplosivi, presso il molo Pirelli, a La Spezia: VAI alla sezione dedicata.
  • 10 Luglio 1916: affondamento cacciatorpediniere “Impetuoso“, nelle acque vicino Otranto, per mano del sommergibile U-17 (Comandante Zdenko Eugen Hudecek). Dal libro “La Marina nella Grande Guerra” di Franco Favre, risultano 37 vittime, su 88 uomini di equipaggio, mentre dall’elenco Albo d’Oro Marinai ne risultano 36:

Elenco caduti IMPETUOSO


  • 14-15 Luglio 1916: affondamento sommergibile “Balilla“, a circa 10 miglia a nord di Lissa, in seguito a violento fuoco di artiglieria per mano di due torpediniere austriache (65 e 66 T). Tutto l’equipaggio morì (38 uomini), compreso il Capitano di Corvetta in servizio attivo Farinata Degli Uberti Paolo Tolosetto, classe 1876, nato a Verona, capitaneria di porto di Venezia, Medaglia d’Oro al Valor Militare (data in memoria il 20 Aprile 1919, in commutazione a quella d’Argento)

Sommergibile Balilla sitoFoto Regio Sommergibile Balilla, gentilmente concessa da Marco Lolli, nipote del Sottotenente Lolli Nidio, caduto nell’affondamento del sommergibile. Riproduzione vietata.

Elenco caduti BALILLA


  • 29 Luglio 1916: affondamento piroscafo “Letimbro” per mano di un sommergibile austriaco, a circa 110 miglia da Bengasi direzione Siracusa, alle ore 7 circa. A bordo vi erano 58 uomini dell’equipaggio, 150 civili passeggeri e circa 80 militari. Comandante della nave Urso Vincenzo (sopravvissuto, nato a Palermo, Medaglia di Bronzo al Valor Militare). Vi perì invece il Capitano in servizio attivo del 50° Reggimento Fanteria Ghio Giulio nato a Napoli. Un esaustivo racconto dell’avvenimento lo si può trovare a questo indirizzo :Serracapriola“. Dall’atto di morte di un militare perito nell’affondamento: “Piroscafo Letimbro, iscritto al n.13 delle navi a vapore del Compartimento Marittimo di Palermo, affondato il 29/07/1916 alle ore 7 circa, in rotta da Bengasi a Sirucusa, in viaggio postale e precisamente alla distanza di 110 miglia da Bengasi…”. I sopravvissuti furono in parte soccorsi dall’incrociatore Guerrazzi (sbarcati a Siracusa) e dalla nave francese Consul Horn (sbarcati a Malta):

Elenco caduti LETIMBRO


  • 2 Agosto 1916: affondamento nave “Leonardo Da Vinci” a Taranto, in seguito ad esplosione. Vi perirono 203 uomini (21 ufficiali, 41 sottoufficiali e 141 uomini dell’equipaggio) (anche secondo il libro di Hans Sokol le vittime furono: 21 ufficiali e 182 uomini dell’equipaggio, ma dal libro “La Marina nella Grande Guerra” di Franco Favre risultano periti 20 ufficiali e 227 sottufficiali e marinai su 1156 uomini di equipaggio, per un totale di 248 vittime) tra cui il Sottotenente di Vascello di Complemento C.R.E. Delle Piane Luigi (classe 1890, nato a Camogli), il Capitano di Fregata Ferrero Giulio (Napoli) e il Capitano di Vascello in servizio attivo S.M.R.M. Sommi-Picenardi Galeazzo, classe 1870, nato a Corte dè Frati (Cremona), capitaneria di porto di Venezia, Medaglia d’Oro al Valore di Marina:

Elenco caduti LEONARDO da VINCI


  • 4 Agosto 1916: affondamento piroscafo “Siena” per mano del sommergibile tedesco U-35, in rotta verso Genova.

“Il Siena stazzava 4372 tonnellate. Venne costruito e varato nel 1905 nei Cantieri Navali Nicolò Odero di Sestri Ponente. Era commissionato dalla Società Italia di Navigazione, come nave passeggeri, con propulsione a vapore e macchina alternativa e con doppia elica. Disponeva di circa 70 comode cabine di prima classe e di circa 1290 cuccette per il trasporto allora molto richiesto di emigranti e anche capienti stive per il trasporto di merci varie. Era, assieme alla sua gemella Bologna, una bella e veloce nave per i primi anni del 1900. Fu poi ceduto, nel 1913, alla compagnia – La Veloce Navigazione Italiana Genova – e da subito venne utilizzato per i collegamenti tra Italia e le due Americhe. Comandato dal Capitano A. Da Passano, il suo affondamento avvenne proprio mentre rientrava in patria da Colon (Panama). Dopo aver fatto scalo al porto di Marsiglia e ripartito la mattina dopo per Genova, venne intercettato a circa 20 miglia a S.W. dell’Isola di Planier (Golfo del Leone) da un sommergibile Tedesco. Era l’ U-boat U35 comandato da Lothar Von Arnauld de la Periere che lo catturò e iniziò il canoneggiamento con granate esplosive e incendiarie sparate da breve distanza, senza nessuna pietà per passeggeri ed equipaggio che cercavano di mettersi in salvo ammainando le scialuppe che erano a bordo. Il Siena, inerme e immobile era ormai condannato al suo destino; con molteplici falle aperte dalle granate esplose sulla linea di galleggiamento, iniziò ad imbarcare acqua. Delle 142 persone imbarcate ne perirono 46 (18 passeggeri e 28 membri dell’ equipaggio); gli altri si salvarono riuscendo a salire in tempo sulle lance di salvataggio e allontanarsi. Affondò alle ore 11.30 del 4 agosto 1916 (coord. geogr. 42°, 55′ N, 05°, 10′ E). Il mare era calmo, non ci furono vittime per annegamento, ma tutte in conseguenza del selvaggio cannoneggimento subito. Fu la perdita più grave di vite umane per – La Veloce – durante il periodo di guerra del 1915-1918″.

di Gianni Gomirati, nipote di Andrea Valle disperso nell’affondamento.

Elenco caduti SIENA

piroscafo-siena1Foto del piroscafo Siena, per gentile concessione del Signor Pittaluga Francesco


  • 10 Agosto 1916: affondamento dragamine “Meloria“, nelle acque di Valona:

Elenco caduti MELORIA


  • 14 Agosto 1916: affondamento veliero a motore “Pantelleria“, nel Golfo di Taranto, silurato da sommergibile (U-4 austriaco).

Elenco caduti PANTELLERIA


  • 17 Agosto 1916: affondamento piroscafo “Stampalia“, in seguito a siluramento. comandate della nave, sopravvissuto, Lavarello Eugenio.

Lo Stampalia era un piroscafo passeggeri costruito e varato dai -Cantieri Navali Riuniti- di Spezia, su commissione della compagnia genovese -La Veloce Navigazione Italina-. Il primo nome del piroscafo era Oceania, stazzava Circa 9.000 tonnellate, con 145 metri di lunghezza e 17 di larghezza. Con propulsione a vapore e macchina alternativa a triplice espansione e con doppia elica. Sviluppava una velocità massima di 16 nodi. Disponeva di 100 cabine di Prima Classe e 2400 cuccette di Terza. Inizialmente prese servizio sulla rotta, molto battuta da emigranti, Genova, Napoli, Palermo, New York. Nel 1911 fu modificato riducendo a sole 30 le cabine di Prima Classe e attuandone 220 di Seconda e 2400 di Terza. Ultimato il nuovo allestimento, nel 1912 fu ribattezzato -STAMPALIA- e utilizzato sulla rotta fissa Genova-Napoli-New York. Nel 1915 venne requisito dal governo italiano per essere utilizzato come trasporto di truppe per le zone di guerra. Il 17 agosto 1916, mentre trasportava armamenti da Genova a Salonicco (Grecia ) per il conflitto in Macedonia, fu Intercettato dall’ U-Boat tedesco UB 47, comandato dal Capitano Wolfgang Steinbauer; silurato e affondato a 30 miglia a Sud di Capo Matapan (Peloponneso-Grecia, coord. geogr. 30° 40′ N. – 22° 10′ E). Ricerca di Gianni Gomirati.

Dal verbale dell’affondamento risultavano 167 persone dell’equipaggio e 26 militari a bordo. Non si conosce ancora il numero preciso delle vittime. Tra esse:

    1. Benazzi Angelo (Albo Caduti: 2° Macchinista C.R.E.M., nato a Genova, c.m. di Genova)
    2. Buscemi Gaetano, figlio di Carlo, nato a Caltanisetta, classe 1888, Operaio Meccanico
    3. Carella Antonino, figlio di Giovanni, nato a Messina, classe 1887, Fuochista
    4. Verri Giovanni, figlio di Antonio, nato a Castelletto d’Orba, classe 1860, Cameriere

  • 29-30 Agosto 1916: affondamento cacciatorpediniere “Audace” in seguito a collisione con il piroscafo “Brasile” al largo di Capo Colonna. Comandante dell’Audace Capitano di Fregata Piazza, Comandante del Brasile Capitano Poggi Gio Batta

Il cacciatorpediniere era di scorta con il C/T indomito ai due piroscafi Brasile e Indiana che portavano truppe a Salonicco. Per una serie di circostanza sfortunate e causa una notte molto oscura le due imbarcazioni vennero a contatto. L’ Audace venne investito quasi perpendicolarmente a poppa dal piroscafo Brasile. L’urto che asportò parte della poppa provocò anche lo scoppio di una mina antisommergibile che si trovava in quel settore. A causa di queste concomitanze il cacciatorpedinere lamentò la perdita di 8 uomini dell’equipaggio. Verso l’una di notte avendo imbarcato molta acqua da poppa avveniva l’affondamento. Anche il piroscafo Brasile nelle convulse operazioni di salvataggio causa una manovra non tanto felice dovette lamentare la perdita di 10* (in verifica) soldati che si trovavano su una imbarcazione di salvataggio. Da una ricerca di Raffaele Ciccarelli.

Anche se il piroscafo Brasile non affondò nel senso stretto del termine, inserisco ugualmente i nomi delle vittime insieme a quelle dell’Audace, essendo morti nello stesso incidente:

Elenco caduti AUDACE e BRASILE


  • 1 o 4 Settembre 1916: affondamento brigantino a palo “Pasquale Lauro“, in rotta da Genova a Pensacola. Il brigantino partì da Genova il 01/09/1916 e da quella data non si ebbero più notizie; da qui la discordanza del giorno esatto della scomparizione in mare. Perì tutto l’equipaggio, tra cui:
    1. Simeone Luigi, figlio di Andrea, nato ad Amalfi, classe 1871, Marinaio, c.m. di Salerno

  • 13 Ottobre 1916: affondamento piroscafo requisito “Margaretha” t. 1247, per mano del sommergibile U4, con a bordo 30 persone dell’equipaggio e 5 passeggeri; comandante del piroscafo capitano Vicari Tommaso. Nel verbale dell’affondamento si parla di perdita di “alcune persone” ma non il numero preciso. Vi perirono:
    1. Bruno Simone, figlio di Antonio, nato San Demetrio nè Festini, classe 1872, Fuochista
    2. Pendola Amedeo (Albo Caduti: Marinaio C.R.E.M., nato a Genova, c.m. di Genova)
    3. Penta Pietro (Albo Caduti: Marittimo, nato a Brindisi, c.m. di Brindisi)

  • 16-17 (durante la notte) Ottobre 1916: affondamento cacciatorpediniere “Nembo“, in seguito a siluramento nelle acque tra Valona e Santi Quaranta, per mano del sottomarino austriaco U-16 (comandato da Orest Ritter Von Zopa). Era in coppia con il piroscafo Bormida (adibito a trasporto truppe). I marinai sopravvissuti si gettarono in mare ed alcuni riuscirono a raggiungere terra dopo ore di naufragio; altri furono tratti in salvo dalle navi Lanciere e Centauro. Vi furono circa 30 vittime dell’equipaggio (*secondo il libro di Hans Sokol furono 40, mentre dal libro “La Marina nella Grande Guerra” di Franco Favre, risultano 32 vittime e 23 superstiti) tra cui il Comandante, Capitano di Corvetta in servizio attivo Stato Maggiore R.Marina Russo Emanuele:

Elenco caduti NEMBO

Cacciatorpediniere Nembo sito1


  • 31 Ottobre 1916: affondamento piroscafo “Audax” (ton. 1345) per cause ancora sconosciute (anche se l’ipotesi più accreditata sembra il naufragio), scomparso in mare poco dopo la partenza da 26 persone a bordo, tra passeggeri ed equipaggio che perirono tutti nell’affondamento:

Elenco caduti AUDAX

Ringrazio il signor Augusto Gaggiotti che con la sua ricerca e collaborazione ha permesso di ricostruire l’elenco dei caduti sull’Audax


  • 6 Novembre 1916: affondamento piroscafo “Salento” (iscritto nel compartimento marittimo di Brindisi delle navi a vapore, ton. 1618), partito da Hull e scomparso dopo la partenza da Spithead (dove era approdato per maltempo il 2 novembre e ripartito il 6) in rotta per Civitavecchia e del quale non si ebbero più notizie. Vi perì anche il comandante del piroscafo, Capitano di lungo corso Muro Vincenzo, da Procida, il cui corpo fu l’unico ad essere ritrovato e riconosciuto al largo de Île de Batz (Francia):

Elenco caduti SALENTO


  • 22 Novembre 1916: affondamento goletta “Vincenzo Strazzera” per naufragio. Il veliero era partito da Malta ed era diretto a Trapani quando non si ebbero più notizie. Vi perì tutto l’equipaggio:
    1. Adragna Salvatore, figlio di Giuseppe, nato a Trapani, classe 1849
    2. Parrini Sergio, figlio di Carlo, nato a Livorno, classe 1900
    3. Piombino Agostino, figlio di Giovanni Battista, nato a Trapani, classe 1853
    4. Proietti Silvestro (Albo Caduti: Marinaio C.R.E.M., nato a Salerno, c.p. di Trapani)
    5. Strazzera Michele, figlio di Alberto, nato a Trapani, classe 1885

  • 3 Dicembre 1916: affondamento piroscafo “Plata” alle ore 2.30 in seguito a siluramento da parte del sommergibile U 39. Sopravvissuto il comandante Gavi Giovanni Battista (Porto Maurizio). Vi perì:
    1. Cardona Domenico, civile, nato a Villa San Giovanni, classe 1890
    2. Ratti Cesare cameriere (nessun altro dato)
    3. Salignac Enrico, Capo Macchinista, nato a San pier d’Arena

  • 4-5 Dicembre 1916 (nella notte): affondamento piroscafo “Helvetia“, , proveniente da Salonicco, in seguito a speronamento da parte dell’incrociatore francese “Ernest Rénan”. Comandante del piroscafo Capitano Sabattino Antonio, sopravvissuto. Trasportava truppe.

Grazie a Giovanni Sestini della segnalazione e la ricerca sulla storia dell’Helvetia, raccontata nel suo blog: https://piroscafohelvetia.wordpress.com

Persero la vita 3 uomini, tra cui:

    1. Cocchi Marcello (Albo Caduti: 1° Macchinista C.R.E.M., nato a Genova, c.m. di Genova)
    2. Pulyx Salvatore (Albo Caduti: Sottotenente Medico Direzione Sanità IX Corpo d’Armata, nato a Tonara, d.m. di Cagliari)

  • 11 Dicembre 1916: affondamento corazzata “Regina Margherita”, in seguito all’esplosione di mine. Perì, insieme a circa 678 uomini, il Capitano di Vascello Bozzo Giovanni Battista, nato a Palermo, capitaneria di porto di Palermo


  • 14 Dicembre 1916: affondamento piroscafo “Avanti” (ex Diana, ton. 1024,42), partito da Gibiliterra carico di minerale il 14 Dicembre (diretto a Jarrow on Tyne) e da questa data non si ebbero più notizie. Vi perì tutto l’equipaggio (14 uomini):

Elenco caduti AVANTI


CONTINUA alla pagina “Affondamenti navi Grande Guerra 1917-1918”

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Se qualcuno avesse ulteriori informazioni (di qualsiasi tipo, anche solo i nomi dei capitani di vascello), lo segnali…Oppure se desiderate scrivere un commento a ricordo di qualche soldato o marinaio, una foto, ne sarei onorata (anche nella “stanza” testimonianze)…

71 thoughts on “Affondamenti Navi Grande Guerra 1915-1916

  1. raffaele ciccarelli says:

    Buongiorno Sig. Silvia
    le invio qualche informazione per eventualmente aggiornare la voce riguardo l’affondamento del veliero SARDOMENE di 1999 tsl avvenuta il 1 luglio 1915.
    Il veliero non era militarizzato e pertanto gli scomparsi non si trovano sull’albo d’oro. Confermo che il comandante (quindi non T.d.V.) si chiamava Bianchi Nardo ed era nato a Cavaso del Tomba (Treviso), al momento della scomparsa aveva 35 anni. Dell’equipaggio di 19 membri in parte italiani e in parte stranieri gli scomparsi furono 10. Assieme al comandante perirono i connazionali
    Giorgio Valle cuoco
    Luigi Molla marinaio
    Francesco Orteghe marinaio
    sconosciuto marinaio
    Il veliero che trasportava un carico di legno di Jarrah (tipo di eucalyptus) fu affondato per siluramento dall’ U24 (comandante Rudolf Schneider) al largo delle coste irlandesi a circa 35 miglia a sud-ovest di Fastner Rock.
    Dei nove che si salvarono tre erano italiani, il 1° uff. Alfredo Noris genovese, Ernesto Capetta spezzino, Salvatore Molla napoletano
    le invio un cordiale saluto
    Raffaele Ciccarelli

  2. Riccardo says:

    Lavoro al sacrario di redipuglia. Complimenti per il suo lavoro e se dovesse aver bisogno ha la mia mail.

  3. Stefano Repetto says:

    Gent.ma Silvia, fra i molti scomparsi a bordo della “Regina Margherita” (11 dicembre 1916) vi è Augusto Bigolin, di Ferdinando e di Bonetti Rosina, nato a Genova il 2 novembre 1895, torpediniere elettricista.

  4. Pingback: IL PIROSCAFO SIENA, STORIA E AFFONDAMENTO – Toscana Magazine

  5. Marcello says:

    Buonasera vorrei segnalarvi il nominativo di un mio concittadino che non ritrovo negli elenchi:
    Califano raffaele Tommaso di Giuseppe nato a pagani morto il 19 marzo 1918 per affondamento di nave.

  6. Alessandro Ballani says:

    Buona sera,
    Gentile Sig.
    Mi scusa, non scrivo molto bene L’italiano.
    Mio Bisnonni hanno immigrati in brasile in 1895 in una nave con il nome Iniziativa!
    Credo che sia lo stesso del testo sopra.
    Sto cercando di conoscere la storia di questa nave e mi piacerebbe trovare le foto.
    Puo aiutarmi?
    Grazie mille
    Alessandro Ballani

  7. Raffaele Ciccarelli says:

    Buonasera
    volevo rettificare la data dell’affondamento del dragamine MONSONE che avvenne il 25 febbraio 1916 causa l’urto di una mina mentre stava dragando. L’ ordigno probabilmente era stato messo dal sommergibile posamine UC 12 (fonte uboat.net) che il successivo 16 marzo mentre posava mine all’entrata del Mar Grande di Taranto affondò per esplosione forse di un ordigno che stava posando. Perì tutto l’equipaggio, il sottomarino venne successivamente recuperato dalla nostra marina, ricostruito ed entrò in servizio con la sigla X 1.
    Il dragamine Monsone ebbe la perdita di tutto l’equipaggio (10 uomini). Qui sotto elencati gli otto marinai, mancano i due ufficiali.

    1 …………………………….
    2 …………………………………
    3 Albergo Domenico (albo d’oro Fuochista CREM nato a Bari Capitaneria di Porto Bari)
    4 Antonioli Aldo (albo d’oro Timoniere CREM nato a Pedaso C.P. Napoli)
    5 Bascone Gaetano (albo d’oro Cannoniere scelto CREM nato a Palermo C.P. Palermo)
    6 Bossa Savino (albo d’oro Fuochista scelto CREM nato a Barletta C.P. Bari)
    7 Colaianni Michele ( albo d’oro Fuochista CREM nato a Bari C.P. Bari)
    8 Parisi Gioacchino (albo d’oro Capo Timoniere CREM nato a Reggio Calabria C.P. Messina)
    9 Patruno Gabriele (albo d’oro Fuochista scelto CREM nato a Barletta C.P. Bari)
    10 Pellegrini Pietro (albo d’oro Radio telegrafista CREM nato a Isola del Giglio C.P. Portoferraio)

    cordiali saluti e complimenti per l’ottimo lavoro
    Raffaele Ciccarelli

  8. Raffaele Ciccarelli says:

    Gent. Sig. Silvia
    volevo se non le dispiace districare un po la voce affondamenti del 23 novembre 1915
    La goletta a vapore Gallinara e il piccolo veliero Unione (autoaffondato) non ebbero vittime.
    Con il nome di Unione venne affondato, per siluramento, il 10 aprile 1916 un piroscafo al largo di Wolf Rock
    sulla rotta Clyde-Genova dal sottomarino U 66. Era di proprietà degli armatori Sanguineti di La Spezia
    Ebbe 3 vittime
    Della Gallinara affondata con preavviso da un CT austriaco al largo di Durazzo è interessante sapere
    che l’equipaggio (10 uomini) lasciato libero di scegliere tra la prigionia e l’abbandono in mare
    optò per quest’ultima soluzione venendo salvato poi per fortuna dalla Torpediniera 36PN.
    Del piroscafo Iniziativa scomparso ha già scritto.
    Vengo ora al Palatino piccolo piroscafo di 260 t. circa affondato a cannonate nel Basso Adriatico,
    alcune fonti indicano il 22 novembre invece che il 23.
    Lamentò le seguenti perdite:

    1 Bruno Salvatore (Albo d’oro, fuochista CREM nato a Napoli, Cap. di Porto Napoli)
    2 Capozziello Carmelo (Albo d’oro, marinaio scelto CREM nato a Brindisi, CP Brindisi)
    3 Capozziello Giovanni (Albo d’oro, marinaio scelto CREM, nato a Brindisi, CP Brindisi)
    4 D’Angelo Salvatore (Albo d’oro, fuochista scelto CREM, nato a Castellamare del Golfo, CP Palermo)
    5 De Natale Edoardo (Albo d’oro, marinaio scelto militarizzato CREM, nato a Napoli CP Brindisi)
    6 Di Fiore Pasquale (Albo d’oro, sottocapo cannoniere CREM, nato a Giugliano in Campania, CP Napoli)
    7 Massa Giovanni Batt. (Albo d’oro, capo cannoniere 1 cl. CREM, nato a Camogli, CP Genova)
    8 Milella Domenico (Albo d’oro, marittimo nato a Bari , CP Bari)
    9 Piccolomini Enrico, (Albo d’oro, fuochista scelto CREM, nato a Milano, CP Genova)
    10 Schiaffino Angelo (Albo d’oro, nocchiere di 1 cl. CREM, nato a Nervi CP Genova)
    11 Scognamillo Pietro (Albo d’oro, sottocapo cannoniere CREM, nato a Livorno, CP Livorno)
    12 Vespro Emilio (Albo d’oro, marinaio scelto, nato a Brindisi, CP Taranto)

    Due erano già stati indicati da lei, del terzo indicato Bedinotti Tullio non ho trovato traccia
    Le invio cordiali saluti
    Raffaele Ciccarelli

    • franca says:

      Buonasera,
      sono la nipote del marinaio Pinciara Geremia faceva parte dell’equipaggio del cacciatorpediniere INTREPIDO.
      Durante l’attacco mio nonno rimase gravemente ferito ma riuscì a portare in salvo il Capitano
      Mi piacerebbe sapere qualcosa di piu
      Grazie

  9. Raffaele Ciccarelli says:

    Buona sera
    volevo fornire qualche ulteriore notizia sull’affondamento del C/T Audace avvenuta nella notte fra il 29 e il 30 agosto 1916 per collisione con il piroscafo Brasile. Il cacciatorpediniere era di scorta con il C/T indomito ai due piroscafi Brasile e Indiana che portavano truppe a Salonicco. Per una serie di circostanza sfortunate e causa una notte molto oscura le due imbarcazioni vennero a contatto. L’ Audace venne investito quasi perpendicolarmente a poppa dal piroscafo Brasile. L’urto che asportò parte della poppa provocò anche lo scoppio di una mina antisommergibile che si trovava in quel settore. A causa di queste concomitanze il cacciatorpedinere lamentò la perdita di 8 uomini dell’equipaggio. Verso l’una di notte avendo imbarcato molta acqua da poppa avveniva l’affondamento. Anche il piroscafo Brasile nelle convulse operazioni di salvataggio causa una manovra non tanto felice dovette lamentare la perdita di 10 soldati che si trovavano su una imbarcazione di salvataggio.

  10. Stefano Repetto says:

    Buongiorno Silvia, ti segnalo il piroscafo ASTREA (tonn. 1299, matr. 394 di Genova, proprietari e armatori i Fratelli Bozzo) affondato per l’urto contro una mina alle 21,10 dell’11 maggio 1915 nel Golfo di Taranto “al passo” dell’isola di S. Paolo. Il piroscafo, partito da Newport con un carico di tonn.2800 di carbone, era comandato dal capitano di lungo corso Vittorio Ageno; con lui vi erano 18 uomini di equipaggio ed un “giovanotto di rinforzo”. Alle 18, giunto presso Capo S. Vito per entrare in Mar Grande, aveva ricevuto l’ordine di fermarsi poiché vigeva l’obbigo di servirsi del pilota militare. In quel frangente l’ASTREA, che non riusciva a manovrare per un’avaria alla macchina, fu soccorso dal rimorchiatore MARITTIMO. Durante le operazioni di traino l’ASTREA urtò con la poppa una mina e affondò dopo pochi minuti. Il MARITTIMO ed un’altra imbarcazione salvarono dalle acque, illuminate dai riflettori, 17 persone, condotte poi sull’isola di S. Paolo. All’appello mancarono il carbonaio Francesco BOIETTI (di Casale Monferrato), il 2° macchinista Carmelo Buonanno (nato a Messina il 19 novembre 1898, di Domenico e di Maddalena Sulfaro), ed il “giovanotto di rinforzo”, il giovanissimo mozzo Giacomo Malatesta (nato a Genova il 19 febbraio 1899, di Antonio e di Teresa Vallarino). Dei primi due furono ritrovati in mare i cadaveri.

  11. Stefano Repetto says:

    Buonasera gent.ma Silvia,
    il vaporetto “Palatino”, cannoneggiato il 23 novembre 1915, era di proprietà della “Società di Navigazione Fluviale e Marittima” di Roma e fu trasformato in nave da guerra con R. D. 725 del 16 maggio 1915. Fra gli scomparsi vi è Scognamillo Pietro, di Michele e di Scognamillo Angela, nato a Livorno il 20 luglio 1865, inizialmente capo fuochista, poi col grado militare di capo cannoniere (Albo d’Oro) o capo meccanico.
    Cordialmente.
    Stefano Repetto

  12. Elena Gandolfo says:

    Buongiorno, molto bello questo sito. Sto ricostruendo la storia del piroscafo Città di Sassari. Quest’anno è il centenario, esattamente il 1 Dicembre 1917 quando affondò al largo di Borghetto Santo Spirito. Per l’occasione tramite un gruppo abbiamo deciso di raccontare la sua storia e portarlo alla Luce. Ho fatto numerose ricerche ma l’unica cosa che non siamo riusciti a trovare sono le foto del comandante e delle 4 vittime che non ce l’hanno fatta. Per caso ha qualche documento almeno sul comandante che in seguito ha fatto una splendida carriera e ricevuto una medaglia al valore? Grazie per l’aiuto che potrà darmi, in ogni caso ero anche interessata tramite il comune a scrivere un libricino su questo relitto e ricordare la sua storia.
    Buona giornata e ancora complimenti!

    • Silvia says:

      Salve…
      Ho qualcosina solo sul medico Garetti…
      Mi mandi una mail (come promemoria) che così le invio ciò che ho…
      Saluti cordiali
      Silvia

      • PM Spagli says:

        Salve,
        sono un modesto cultore di Storia della Medicina Militare.
        Se la Sig.ra Gandolfo è interessata, avendo copia de “Il Libro d’oro – I medici italiani ai loro eroi” ho trovato a pag. 146 la fotografia ed una breve biografia celebrativa del Cap. Medico della R.M. Giulio Garetti da Lagnasco (CN), che perì appunto nell’affondamento del “Città di Sassari”.
        Vi vorrei inoltre ringraziare perché grazie al vostro sito sono riuscito a stabilire che l’Asp.medico Egon Lazzeroni di Pontedera (PI), perì nell’affondamento del Piroscafo Re Umberto il 4 dicembre 1915 come correttamente riportato nell’Albo D’oro di tutti i caduti, mentre nel libro sopracitato (Libro d’oro relativo ai medici) si riporta erroneamente il 04/12/1916 anche per aver confuso la nave in cui era imbarcato: lì infatti si parla del Piroscafo Principe Umberto (che in realtà fu affondato il 08/06/1916)

        Grazie ancora

  13. Stefano Repetto says:

    Buongiorno gent.ma Silvia, ho scoperto che il marinaio CREM Moresco Tomaso fu Giuseppe, nato a Bargagli (GE) il 16 ottobre 1893, non è scomparso in mare il 15 ottobre 1915, come scritto sull’Albo d’Orp, bensì il 30 settembre 1915. Moresco, calderinaio, si trovava infatti sul Cirene (2045 tonnellate netto, matricola n.532 del Compartimento di Genova, ruolo di equipaggio n.350 serie 1 rilasciato il 16 marzo 1915 dalla Capitaneria di Porto di Napoli), affondato a cannonate da un sommergibile tedesco nelle acque di Creta. Cordiali saluti. Stefano Repetto

    • Silvia says:

      Gentile Stefano…ringrazio della segnalazione…ho provveduto subito ad aggiungere il nominativo…
      Grazie ancora!
      Silvia

  14. Robin Askew says:

    Ciao,
    Scusa la mia mancanza di italiano. E per favore scusi questa traduzione probabilmente scarsa con l’aiuto di ‘Google Traduttore’:
    Ma spero di trovare ulteriore conferma dei dettagli riguardanti l’affondamento del piroscafo “Città di Bari.” Questo sito afferma semplicemente che si è verificato il 6 ottobre 1917. Questo è conforme a tutte le notizie che ho letto sui giornali britannici del tempo. Stavano segnalando la morte dei miei nonni, gli autori Alice e Claude Askew, che sono morti nella tragedia.
    Ma sono rimasto in qualche dubbio circa la data attuale, scoprendo due siti web sugli attacchi subacquei tedeschi della prima guerra mondiale, entrambi indicano che l’attacco fatto sul piroscafo ‘Città di Bari’ dalla SMG UB-48 si è svolto il 4 ottobre , 1917. > [http://uboat.net/wwi/ships_hit/1286.html & http://www.wikiwand.com/en/List_of_shipwrecks_in_October_1917#/4_October%5D
    Poi di recente ho trovato il tuo sito web, che è stato d’accordo con i giornali britannici. Come anche un altro sito web con una descrizione molto dettagliata dell’evento – gran parte dei quali sembra includere ricordi di un sopravvissuto: ‘LA VERA STORIA del triste epilogo del piroscafo “Città di Bari”, silurato dal SMG tedesco UB48’ – scritto dal Prof. Giovanni Vernì > [http://www.lavocedelmarinaio.com/2016/10/4-10-1917-il-triste-epilogo-del-piroscafo-citta-di-bari/]
    Tuttavia, c’è un dettaglio in questo che sembra essere incompatibile con uno dei commenti qui. Quello di Lucio Castellano, che dice: « … La sua perdita fu preceduta da quella del fratello di mio nonno, il Capitano Luigi Castellano, affondato e morto nel 1915 nei pressi di Durazzo mentre trasportava truppe italiane in Albania in aiuto ai Serbi. …. » Nella ‘La Vera Storia’ del Prof. Giovanni Vernì, ci sono un certo numero di riferimenti al capitano della Città di Bari, che indicano il suo nome “Luigi Castellano” – e che è andato giù con la sua nave il 6 ottobre 1917. Questa contraddizione apparente mette in dubbio questo particolare ricordo di quel sopravvissuto? Anche se suppongo che ci sarebbero stati sempre due capitani marini con lo stesso nome.
    Qualsiasi chiarimento, conferme o altri commenti sarebbero apprezzati!
    Stiamo veramente arrivando al cento anniversario dell’attacco e affondamento della “Città di Bari”. Ed io andrò per arrivare al luogo in cui la corsa di mia nonna fu portata dalle correnti del mare a terra e poi sepolto nel villaggio di Karbuni sull’isola croata di Korčula per commemorare il centenario della sua morte (e quella del marito) – sia il 4 o il 6 ottobre 1917. In effetti comincerò questo viaggio di pellegrinaggio, dove probabilmente avevano fatto a Roma. Ma invece di un piroscafo dal porto di Taranto, prenderò un traghetto dal porto Città di Bari a Dubrovnik – e da lì a Korčula.
    Robin (sig.ra)

    • Silvia says:

      Ciao Robin…
      Innanzi tutto grazie per aver scritto….ho capito tutto…
      Nei pochi documenti che ho trovato sull’affondamento del “Città di Bari”, si conferma la data di morte del 6 Ottobre…Non avendo ancora trovato la relazione ufficiale della Marina, non posso però essere sicura al 100%.
      Ho inserito subito il nome dei suoi nonni nel piccolo elenco delle vittime che ho trovato sinora…in loro memoria…
      Poi proverò a contattare il Signor Luciano Castellano, per capire questo dettaglio a cui sinceramente non avevo fatto caso, ma che lei giustamente ha fatto notare…
      Spero prossimamente di poter aggiungere altre informazioni su questo affondamento…
      Se vorrà lei aggiungere qualcosa di più sulla storia dei suoi nonni, sarò ben felice di scriverla!
      Saluti e grazie
      Silvia

      • Robin Askew says:

        Ciao Silvia,
        Grazie molto per la tua risposta. Sono sollevato per sentire che la traduzione non è stata troppo male! Spero che questo sia anche comprensibile.
        Sono lieto di sapere che sei abbastanza fiducioso della data del 6 ottobre per l’affondamento della “Città di Bari”. E io sto pensando di essere nel sito grave di mia nonna proprio quel giorno di quest’anno per commemorare il centenario della sua morte. Potete vedere una foto (presa da un visitatore italiano) sulla pagina web di Wikipedia per i miei nonni > https://en.wikipedia.org/wiki/Alice_and_Claude_Askew. Tutto è scritto in inglese (soprattutto da me) – ma ha anche foto di entrambi, che ho anche postato lì.
        Ora che ho imparato più dettagli dalla storia del Prof. Giovanni Vernì, potrei aggiungere alcune di loro all’articolo di Wikidepia – in particolare il momento dell’attacco sottomarino: « … alle 2h,30m del mattino del 6 ottobre. (“Am 6 Oktober um 2 Uhr 30′ a.m.”, è scritto nel documento precitato) e che il “Città di Bari” rispose all’attacco sparando alcuni colpi di cannone – (“Antwortete mit seinen Kanonen”). » Dopo di che sembrava una lunga pausa fino a quando: “… Alle 4h,10m circa, udimmo una forte esplosione”…- ricorda il 1° Ufficiale. “Mi trovavo sul primo cassero, – narra a sua volta il direttore di macchina – passeggiavo tra l’osterigio di macchina e la sala nautica; erano passate da poco le 4h,00m allorché udii un colpo metallico fortissimo e vidi sollevarsi dall’osterigio di macchina un’alta colonna di acqua e vapore. Il siluro aveva colpito il bastimento proprio fra la caldaia e le macchine, che si fermarono immediatamente, insieme naturalmente alle due dinamo. Il bastimento rimase all’oscuro”.
        Il corpo di mio nonno non è mai stato recuperato dal mare. Ma le sue dovevano essere portate dalle correnti dal sito dell’affondamento – dato come “39 ° 20 ‘Lat.N., 19 ° 23’ Long.E. – rotta 107 ° magnetico da un punto 15 miglia a sud di S.Maria di Leuca – al largo dell’isoletta di Paxòs o Paxì, un sud di Corfù “nella storia del prof. Vernì – a cui è stata scoperta venticinque Giorni più tardi il 29 ottobre sulla spiaggia di Karbuni sull’isola di Korčula (Curzola). Fu seppellita vicino lì il giorno successivo. Ho i dettagli di questa parte della storia da una copia in mio possesso – scritta in croato (più una traduzione inglese) della relazione del 6 novembre 1917 da un funzionario della vicina città di Velaluka.
        In precedenza, il 19 luglio 1917, mia nonna Alice Askew scrisse una lettera di Corfù, dove lavorava con il “Croix Rouge Serbe”, ad un amico in Inghilterra, in cui lei le disse che aveva avuto un permesso di un mese di andare a Roma Le speranze di incontrarsi con i suoi figli. In una precedente lettera scritta (22 marzo 1917) da mio nonno Claude Askew, dal suo posto all’ufficio stampa, l’esercito serbo della sede, Salonica, a un cugino in Inghilterra, esprime anche la speranza di ottenere un permesso più tardi per incontrarsi con sua moglie. Come sappiamo che dovevano essere imbarcati sulla “Città di Bari” – e molto probabilmente dal punto di partenza iniziale – il Porto di Taranto, ho speculato che hanno fatto incontrare in realtà a Roma – come aveva sperato di fare Alice . Il loro figlio – mio padre – era a quel tempo solo di sedici anni, ma già in carica di una nave da crociera su una nave da corsa della Royal Navy, HMS Agamemnon, poi nel Mediterraneo. Non so se ha incontrato i suoi genitori in Italia in quell’occasione – che sarebbe stata la sua ultima occasione per vederli prima della morte.
        Mio padre è morto quando sono rimasto solo diciassette anni prima di sviluppare un interesse nella storia della famiglia. Inoltre non mi aveva mai parlato delle sue esperienze di guerra o delle morti dei suoi genitori. Neanche quando abbiamo visitato la Croazia (poi parte della Jugoslavia) e siamo stati in una località balneare, Brela vicino a Spalato – e non molto lontano da Korčula (Curzola). Se ricordo bene che era durante le vacanze estive del 1960 – due anni prima della sua morte.
        Ora – da circa dodici anni fa, sono diventato quasi ossessionato dalla conoscenza della mia storia familiare. Quindi sono sempre in cerca di siti come il tuo che mi aiutano a colmare le lacune. Quindi ti ringrazio molto per il lavoro che stai facendo con questo.
        Mi stavo chiedendo se hai qualche dettaglio della fotografia che hai inviato della “Città di Bari” – come per esempio la data e la provenienza. Ho notato che ci sono altre foto presumibilmente della stessa “Città di Bari” che accompagna la storia del prof. Giovanni Vernì. Sai se questi sarebbero veramente dello stesso piroscafo? Mi chiedo solo come so che ci sono stati altri vasi che riportano il nome “Città di Bari”.
        Ancora una volta ti ringrazio tanto per il tuo che deve essere un lavoro d’amore. E spero che il traduttore di Google abbia fatto un lavoro adeguato qui!
        Cordiali saluti, Robin

        • Robin Askew says:

          Post scriptum: Ho appena notato che la traduzione di Google ha fatto molte parole maschili che dovrebbero essere femminili! Per favore leggi “ad un amico in Inghilterra” come “una amica”; “a un cugino in Inghilterra” come “una cugina” – e qualsiasi verbo o altra parola che mi riferisce dovrebbe essere nel femminile. Grazie!

  15. guglielmo panebianco says:

    Buonasera, mi chiamo Guglielmo e le scrivo da Messina, leggo con piacere la sua e mi sono accorto che fra i caduti del Piroscafo “Perseo” manca un mio concittadino : Marinaio C.R.E.M. Arena Pietro di Candeloro nato il 23 Gennaio 1899.
    Grazie.

    • Silvia says:

      La ringrazio della segnalazione…ho aggiunto subito nell’elenco il marinaio Arena. L’aggiornamento sul file pdf sarà visibile al prossimo aggiornamento, dato che sto continuando a cercare altri caduti…
      Grazie e saluti
      Silvia

  16. Claudio53 says:

    Riporto di seguito quanto scritto sul sito della Marina Militare nel 2015, a 100 anni dall’evento della Corazzata Benedeyyo Brin (http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/accaddeil/Pagine/1915_09_27.aspx):

    “Come ormai acclarato, si trattò di una disgrazia non diversa da quelle accadute in altre marine da guerra dell’epoca: la causa dell’affondamento era infatti da attribuire ai nuovi esplosivi utilizzati per le cariche di lancio e di scoppio che, indispensabili e sempre più potenti, erano stati introdotti da troppo poco tempo perché se ne conoscessero tutte le caratteristiche relative alla loro stabilità.”

    Per quanto sopra NON si trattò di un attentato ma di un incidente tecnico.

  17. Antonella Aurora Manfredi says:

    Buonasera Silvia
    rimango stupida per l’enorme lavoro che vedo in questo sito. Un lavoro che richiede tempo e passione e per cui le faccio i complimenti. Le chiedo se è a conoscenza di eventuali elenchi delle vittime della “Benedetto Brin” e della “Leonardo da Vinci”. Non mi risultano elenchi .. unica possibilità è ricostruirli sulla base dell’Albo d’Oro dei Caduti? Grazie per ogni risposta e Buona Ricerca!
    Aurora

    • Silvia says:

      Buongiorno Aurora…ha detto le parole giuste, e la ringrazio per questo: tempo e passione!Non sono purtroppo a conoscenza di elenchi delle vittime dei due affondamenti. Ma non è detto che non ci siano: potrebbero essere all’archivio storico della Marina a Roma. L’alternativa, in caso negativo, è, come accenna lei e come ho fatto per le vittime dell’affondamento del Principe Umberto, passare tutto l’albo dei caduti…

      • Claudio53 says:

        L’Albo d’Oro della Marina Militare finito di stampare dal Regio Istituto d’Arte di Venezia il 25 aprile 1929 riporta l’elenco del personale deceduto nell’Unità d’Italia, nelle prime Guerre Coloniali e nella Grande Guerra (per quest’ultima anche i marinai della Marina Mercantile). I caduti sono raggruppati per Unità navale/sommergibile e Comandi terrestri e viene indicata a lato di ogni nominativo la data di affondamento/morte. Purtroppo alcuni deceduti, inizialmente ricoverati come feriti, sono stati inseriti nell’Albo d’Oro scrivendo il nome dell’ospedale e non della nave da cui provenivano, comunque, in linea di massima si può intuire il Comando/Reparto di appartenenza.
        Per la Grande Guerra è da tener presente che l’elenco dei nominativi della Marina Mercantile, compilato per Capitanerie di Porto di appartenenza, riporta in alcuni casi nomi già inseriti nell’elenco della Marina MIlitare poiché risultavano iscritti nella lista della gente di mare (mancanza di coordinamento nella compilazione).
        Presesso quanto descritto, esiste l’elenco delle vittime della “Benedetto Brin” e della “Leonardo da Vinci”.

  18. raffaele de gaetano says:

    saluti
    il 18 aprile 1919 il piroscafo romania fu affondato sotto capo linguetta da sommmergibile tedesco….conosco altri dati relativi alla nave e al sommergibile ma non ho reperito testimonianze su eventuali perdite.
    era imbarcato mio nonno…..un ex voto di tale affondamento è conservato nella chiesa dei ss.medici a bitonto…..potrebbe fornirmi altre informazioni? grazie

    • Silvia says:

      Mi spiace, non ho altre info, nè sull’affondamento, nè sulle ipotetiche vittime, se ce ne furono…

      • Claudio53 says:

        Nell’Albo d’Oro della Marina Militare risultano solo due vittime sul piroscafo Romania affondato il 16 aprile 1918:
        2° Capo Torpediniere Colella Michelangelo di Mola di Bari
        Marinaio Foglia Umberto di Forio

        • Silvia says:

          Grazie della segnalazione…
          Ho quel libro, ed avevo già visto l’elenco, ma in alcuni casi presenta incongruenze od errori…
          Comunque un punto di partenza…
          Grazie
          Silvia

  19. Gianni Gomirati says:

    Ciao Silvia, ritengo opportuno fare una precisazione sull ‘affondamento del piroscafo DUCA DI GENOVA avvento il 6-2-1918 per siluramento (da fonti su siti internet) avvenuto nel Golfo del Leone -Francia-. In realtà, come da coordinate geografiche citate di
    seguito 39° 36′ N. – 00° 11’ O. Risulta avvenuto ad un miglio da Cape Canet nel Golfo di Valencia – Spagna – dove finì arenato sulla
    costa. Il tutto , solo per conoscenza , a chi potrebbero interessare notizie esatte sul piroscafo Duca di Genova e le vittime del suo affondamento. Un caro saluto come sempre.
    Gianni Gomirati.

  20. Gianni Gomirati says:

    Gentilissima signora Silvia, il suo sito che primeggia per l ‘importanza e la serietà degli argomenti trattati ,mi ha fatto pensare di cercare o scambiare informazioni con parenti o conoscenti di vittime o superstiti dell ‘affondamento del piroscafo Siena avvenuto al largo di Marsiglia il 4 agosto 1916.
    Apparteneva alla compagnia di navigazione Genovese ” La Veloce Navigazione Italiana Genova”, proveniente da Colon nell ‘America
    Centrale , era diretto a genova; porto di partenza e di arrivo.
    Ringrazio vivamente chi avesse notizie a contattarmi. Gianni Gomirati.

  21. ANNA MARIA FIA says:

    Buonasera Silvia, La ringrazio molto per la pronta risposta. In realta’ ho una fatto io una ricerca un po’alla buona. Visto che mio padre parlava dello zio morto in mare al termine della 1° Guerra Mondiale nel 1918 a causa di una mina, ho trovato sull’Albo dei Caduti la data della morte, 5 novembre 1918, con l’indicazione “morto in seguito ad affondamento di nave.” Tra i vari siti che parlano di affondamenti ho letto che il 5 novembre è affondato il piroscafo Mazzini. Infine, in un forum on line un turista ha scoperto un ex-voto di un soldato, Severo Ottaviani, miracolosamente scampato all’affondamento del Mazzini nel 1918. Queste sono le informazione che ho recuperato : Piroscafo Italia
    Costruito 1912 da Cantieri Navali Riuniti di Ancona.
    332 tsl – 172 tsn.
    1 triplice – 1 elica – 800ci 12n.
    4/1912—della Società Siciliana di Navigazione a Vapore di Messina (della Sciana di Messina).
    1915—Requisito dalla Marina Militare Italiana.

    6/11/1918 affondato per urto contro mina fuori Durazzo (Capo Laki, o Laghi) in navigazione da Valona a Durazzo.
    E’ tutto. La ringrazio di nuovo!

  22. Gianni Gomirati says:

    Se ieri ho mandato un complimento per il sito trovato in rete, oggi, dopo la repentina e immediata sua risposta al mio scritto; non posso che esprimerle il mio stupore per l’efficienza nel suo operare in così toccanti e private ricerche. Brava Silvia!!,
    Ringrazio per l’indirizzo Mail che mi sarà di prezioso aiuto per spedire scritti e allegati .
    Siamo partiti col piede giusto……io farò il possibile per continuare il cammino e poter ritrovare i nomi di tutti i dispersi dell’a

    ff

    ondamento del piroscafo SIENA.

  23. Gianni Gomirati says:

    Complimenti per il sito che solo oggi ho scoperto in rete e per me interessantissimo. Mio nonno Valle Andrea è tra i dispersi nell’affondamento del piroscafo Siena il 4 agosto 1916 al largo di Marsiglia. Desidererei avere contatti per scambi di notizie provenienti da fonti diverse da quelle che io conosco ,o con parenti come sono io di qualche disperso nella tragedia. Gianni.

    • Silvia says:

      Salve…mi scriva pure a questa mail: crazyfor@mainet.it
      Nel frattempo, dato che non ho ancora la lista delle vittime del Siena, ho provveduto ad aggiungere il nome di suo nonno, in sua memoria…

  24. Lelio Giannoni says:

    Riguardo alle supposte vittime del nave Ala, vi comunico che, da un rapporto dalla capitaneria di Civitavecchia risulta che il 19 febbraio del 1917, nell’affondamento del piroscafo Quinto della Società Ilva, a largo di Torvaianica, perirono:
    Carletti Giuseppe di Giovanni e di Franchi Annunziata di anni 48, comandante;
    Trambusti Giuseppe di Giusto e di Paolini Maria di anni 35, primo ufficiale;
    Giannoni Anerico Eteocle di Luigi e di Berti Assunta di anni 45, marinaio;
    Carletti Francesco di Pietro e di Simoni Demetria di anni 60, marinaio;
    Carletti Elbano di Francesco e di Allori Felice di anni 14, mozzo;
    Carletti Giovanni del fu Luigi e Buffetti Emilia di anni 15, mozzo.
    Tutti di Rio Marina (isola d’Elba)
    Nel naufragio morirono, inoltre Schettino Giuseppe di anni 56, marinaio di Marciana;
    Masiello Antonio di anni 17 , Intartaglia Luigi di anni 58, Pausania Andrea di anni 18 , tutti di Procida;
    Arolio Matteo di anni 48 di Ercolano;
    Rocco Gennaro di anni 25 di Bacoli;
    Calamarino Aniello di anni 33, Pinto Raffaele di anni 59 e Ascione Aniello di anni 26 tutti di Torre del Greco,

  25. Lorenzo Colombo says:

    …e sul “San Spiridione”: la nave, un piroscafetto di 350 tsl della Società Oceania di Trieste, esplose subito dopo la partenza nel Canale delle Zattere, a Venezia, avendo a bordo 16 membri dell’equipaggio al comando del capitano Policovich, 5 ufficiali, 200 soldati e 9 civili nonché un carico di 23 tonnellate di benzina, botti di marsala e merci varie. Dopo l’improvvisa esplosione la nave affondò di prua, lasciando affiorare la poppa e continuando a bruciare a lungo (la benzina in fiamme, che continuò a galleggiare e bruciare, fu fatale a molti). Furono recuperate 50-60 salme subito, mentre un imprecisato numero di altre persone, tra cui il comandante Policovich, risultò disperso. Tra i salvati gli ufficiali e due donne. Suppongo che possano essere forse scoppiate le caldaie, causando a loro volta l’incendio della benzina imbarcata…
    Qui c’è un articolo della “Stampa” dell’epoca sulla tragedia: http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1177_01_1919_0087_0004_24307938/anews,true/

  26. michele says:

    salve. volevo aggiungere altri 2 nomi fra i caduti della R.N. carboniera Sterope: De Bari Donato nato a Molfetta (BARI) nel 1895 cannoniere CRE. e Gagliardi Cosmo nato a Molfetta (BARI) nel 1892 marinaio CRE.

    • Michael says:

      My father Andrea Vitulano was a survivor of a submarine/ship sinking during the WWI.
      Can someone give me more details about it?
      Thanks.
      Michael.

  27. marco biorci says:

    sto facendo ricerche su nave Alessandria ( ex Bayern – hamburg Amerika line del 1910 cantieri Harland end Wolf – Belfast ) requisita dall’Italia alla Germania nel 1915 e affidata alle Ferrovie dello Stato. Ho un’informazione che dice che è stata silurata da un sommergibile tedesco nel 1918. Ne sapete qualcosa di più?
    Un grazie anticipato comunque vada la ricerca, complimenti per il sito.

    • Silvia says:

      Salve…
      Risulta affondata il 02-04 Maggio 1917 dal sommergibile UC-74…Lei sa per caso se vi furono vittime?Nel tal caso lo inserirei nell’elenco…
      Saluti
      Silvia

  28. Deideri Graziella says:

    Buongiorno, ho già scritto e Lei mi aveva dato info utili, ma non ho ancora avviato le mie ricerche. Sono a chiederLe qualche info, nel caso Le sia possibile, riguardo a
    SERRA GIUSEPPE fu GIACOMO, morto il 27 marzo 1919, nell’affondamento del Pirografo “San Spiridione”
    Grazie
    Graziella Deideri

  29. Ettore Bongiovanni says:

    Buona sera, nel sito ho visto una foto del sommergibile classe Medusa, desidero pubblicare questa foto nel mio prossimo lavoro afferente i caduti della Grande Guerra del mio paese. Ho letto la clausola del Copyright quindi sono a chiedere la dovuta autorizzazione.
    Complimenti per il sito è fatto molto bene.
    In atetsa porgo cordiali saluti.
    Bongiovanni Ettore.

  30. Raffaele De Falco says:

    Buongiorno ho scoperto questo bellissimo sito. Dalle testimonianze dei miei nonni volevo comunicarLe che nell’affondamento della corazzata Regina Margherita avvenuta 11 dicembre del 1916 scomparve il fratello di mia nonna. Il Marinaio Fuochista C.R.E.M. Raimondo Accadia fu Aniello come indicato dall’Albo dei Caduti della Grande Guerra.
    http://www.cadutigrandeguerra.it/Albo_Oro/Archivi/4/3.jpg
    Se riesco a trovarla mio padre dovrebbe avere una foto in divisa da marinaio. Se puo’ interessante invio il collegamento Youtube del relitto della Corazzata Regina Margherita. https://www.youtube.com/watch?v=2e0tYo5cBUo

    Distinti Saluti

    • admin says:

      Salve…
      Grazie della segnalazione…
      Se può farle piacere, potrei inserire la foto del fratello di sua nonna, nella sezione “affondamenti nave, testimonianze”….
      In suo onore…
      Saluti
      Silvia

  31. Lorenzo Colombo says:

    Ho notato adesso sullo Jalea: “Presso il Sacrario di Redipuglia vi è una Targa Commemorativa “in memoria” di alcuni dei caduti, dispersi in mare.” Non è esatto: i caduti dello Jalea sono proprio sepolti a Redipuglia, così come quelli del Medusa. Le ossa furono recuperate negli anni ’50, quando i relitti dei due sommergibili vennero recuperati e demoliti.

  32. Lorenzo Colombo says:

    Buongiorno, lascio qui quanto scrivo perché non trovo più la funzione per postare commenti nella pagina sugli affondamenti.
    Cercando altro, ho trovato e le segnalo alcune navi mercantili italiane che andarono perdute nella 1a GM in circostanze ignote:
    1) Il brigantino a palo San Giuseppe (952 tsn), visto l’ultima volta a Nizza il 7 febbraio 1916 durante la navigazione da Philadelphia (da dov’era partita nel dicembre 1915) a Savona con un carico di carbone;
    2) Il piroscafo Soperga (4034 tsl), scomparso dopo aver lasciato Norfolk (provenendo da New Orleans) il 16 settembre 1917, diretto a Gibilterra;
    3) Il piroscafo Salento (2591 tsl, del 1891), visto per l’ultima volta al largo di Spithead durante la navigazione da Hull a Civitavecchia e dichiarato disperso il 2 novembre 1916;
    4) Il veliero Monte Carmelo (1686 tsl, del 1883), partito da Genova il 24 aprile 1916 diretto a Pensacola (scarico) e visto per l’ultima volta nel golfo del Messico il 29 giugno 1916;
    5) Il piroscafo Maddalena (o Madalena) (2601 ts, del 1891), probabilmente saltato su una mina il 25 ottobre 1917 durante la navigazione da Clyde/Milford Haven a Bagnoli;
    6) Il piroscafo Luigi Parodi (4158 tsl, del 1899), visto per l’ultima volta il 23 gennaio 1915 al largo di Capo Henry durante la navigazione da Baltimora ad Augusta carico di carbone;
    7) Il piroscafo Iniziativa (2058 tsl, del 1881), partito da Swansea il 10 novembre 1915 diretto a Civitavecchia con un carico di carbone, e scomparso;
    8)Il brigantino goletta Espero (135 tsn), partito da Viareggio il 21 novembre 1917, scarico, diretto a Carloforte, e scomparso;
    9) Il piroscafo Audax (2106 tsl, del 1889), partito da Greenock per Genova il 30 ottobre 1916 e mai più rivisto;
    10) Il brigantino a palo Anna M. (817 tsn) partito da Genova per Baltimora il 25 maggio 1916 e scomparso;
    11) Il brigantino goletta Angelo Ferrara (195 tsn) scomparso nel 1917.
    Tutte le navi di cui sopra scomparvero senza sopravvissuti.

  33. Lorenzo Colombo says:

    Avendo appena notato il commento di Francesco Deplano, aggiungo: come conferma l’archivio di Uboat.net, nessuna nave a nome “Bormida” risulta affondata da un sommergibile tedesco od austroungarico durante tutta la I G.M. Tuttavia è interessante notare che la data indicata – 14-15 ottobre 1916 – è quasi coincidente con quella del seguente episodio, che peraltro è riportato nel blog: due giorni dopo, il 16 ottobre, proprio il “Bormida” scortato dal ct “Nembo” venne attaccato dall’U 16, che silurò ed affondò il “Nembo” e poi, secondo alcune fonti, entrò in collisione proprio con il “Bormida”. Ma il risultato della collisione fu l’affondamento dell’U 16, non del “Bormida”, anche perché per la differenza di dimensioni e dislocamento tra un piroscafo (anche piccolo) ed un sommergibile avrebbe fatto sì che fosse quest’ultimo ad avere la peggio in una collisione. (La causa dell’affondamento dell’U 16 è abbastanza oscura perché taluni la attribuiscono a collisione con il “Bormida” – accidentale o voluta, da parte del mercantile, per affondare l’U-Boot nell’unico modo possibile, come talvolta accadde? -, altri a collisione con il “Nembo” in affondamento, altri ancora allo scoppio delle bombe di profondità del “Nembo” che affondava). Strana comunque la coincidenza di data e del fatto della collisione.

  34. Francesco Deplano says:

    Congratulazioni per il lavoro. Segnalo l’episodio forse con il numero maggiore di perdite umane, avvenuto la notte tra il 14 e 15 ottobre 1916, l’urto tra la nave Bormida e sottomarino imperi centrali. Il comandanti diede l’ordine d’abbandonare la nave e perirono circa 800 militari. Si salvarono meno di 10 giovani finanzieri, tra questi mio padre Deplano Edoardo classe 1895.

    • pino says:

      anche il fratello di mio nonno, soldato di cavalleria, era imbarcato sul piroscafo bormida, con tutto il reparto;
      ho il foglio matricolare da cui si evince la morte in seguito ad affondamento del piroscafo presso le coste albanesi.

  35. Lorenzo Colombo says:

    Già che ci sono, segnalo anche qualche altra informazione e puntualizzazione sulle navi già in elenco. Dal libro “La Marina nella Grande Guerra” di Franco Favre, le perdite negli affondamenti di alcune unità risultano le seguenti:
    1) Turbine: 10 morti, 32 prigionieri (recuperati da unità a.u.) e 9 recuperati da unità italiane (l’inc. aus. Città di Siracusa)
    2) Medusa: i superstiti risultano 5 (il comandante in seconda TV Giovanni Battista Carniglia e quattro marinai) e non 6;
    3) Amalfi: risultano 72, invece di 67, vittime, e 682 superstiti;
    4) Re Umberto: morirono 53 dei 765 uomini a bordo;
    5) Città di Palermo: aveva a bordo 540 uomini tra equipaggio italiano e truppe inglesi, ed i morti furono 87, di cui 54 inglesi e 33 italiani; ci furono anche 24 feriti;
    6) Città di Messina: era un incrociatore ausiliario, non un incrociatore. Attenzione perché la differenza è enorme; 33 vittime e 302 superstiti;
    7) Impetuoso: risultano 37 vittime, su 88 uomini di equipaggio;
    8)Leonardo Da Vinci: risultano periti 20 ufficiali e 227 sottufficiali e marinai su 1156 uomini di equipaggio. Anche la maggior parte delle altre fonti che mi è capitato di trovare riferisce 248 vittime. Magari la sua cifra è inferiore a 248 perché non tiene conto dei feriti deceduti in seguito per ustioni (compreso lo stesso CV Sommi Picenardi);
    9) Audace: il comandante Piazza era capitano di fregata;
    10) Nembo: risultano 32 vittime e 23 superstiti; tra le vittime anche il comandante in seconda TV Ceccarelli ed il direttore di macchina ten. GN Meoli;
    11) Guglielmotti: fu dapprima cannoneggiato e poi speronato ed affondato, e non silurato, dalla cannoniera HMS Cyclamen, che l’aveva scambiato per un U-Boot;
    Da altre fonti (Internet) qualche altra nota:
    12) 5 PN: il comandante Spano era un tenente di vascello, il suo nome era Matteo;
    13) 17 OS: affondò in seguito all’esplosione di una delle sue stesse mine, che scoppiò durante la posa e la danneggiò a poppa provocandone l’affondamento;
    14) Brin: risultano 454 morti, e 387 superstiti. Il cognome del CV Fara Forni è senza trattino;
    15) Ancona: un piroscafo passeggeri, in servizio civile, non un incrociatore, senza nessun dubbio;
    16) Brindisi: nell’affondamento morirono circa 300 uomini tra membri dell’equipaggio (italiano) e soldati montenegrini arruolati tra i montenegrini emigrati negli USA;
    17) Marechiaro: risultano 33 vittime e 104 superstiti;
    18) Regina Margherita: il cognome completo del comandante è Bozzo Gravina; tra le vittime vi fu anche l’ex comandante del corpo di spedizione italiano in Albania, generale di corpo d’armata Oreste Bandini;
    19) Catania: nell’affondamento morirono 17 passeggeri e 67 uomini dell’equipaggio;
    20) Misurata: anche in questo caso, era un incrociatore ausiliario, non un incrociatore;
    21) Perseo: secondo il libro “Albania: fronte dimenticato della Grande Guerra” (http://books.google.it/books?id=9-pCjXgjL7UC&pg=PA138&lpg=PA138&dq=piroscafo+perseo+227&source=bl&ots=iBEX3sm0Z3&sig=CsbaOgu4OsH4HygykeedZw3Y32Q&hl=it&sa=X&ei=YT1kUqRiz4qzBs6BgZgC&ved=0CEkQ6AEwAw#v=onepage&q=piroscafo%20perseo%20227&f=false) i morti furono 227, non 150; inoltre: piroscafo passeggeri (usato, credo, come trasporto truppe), non “piroscafo-nave passeggeri”;
    22) Umberto I: al momento dell’affondamento non era più una nave passeggeri, ma un incrociatore ausiliario;
    23) Scilla: a me le vittime risultano in tutto 17 o 19;
    24) Alfredo Cappellini: era un pontone armato (una sorta di monitore), non un semplice pontone;
    25) Città di Sassari, Caprera: di nuovo, incrociatori ausiliari e non incrociatori;
    26) G 32: piropeschereccio e non piroscafo-peschereccio; ad ogni modo, al momento dell’affondamento era una vedetta antisommergibili della Regia Marina (apparteneva ad un gruppo di alcune decine di piropescherecci acquistati dalla Regia Marina dal Giappone per essere trasformati in vedette antisommergibili, e denominati tutti con la lettera “G” ed un numero);
    27) Partenope: in origine incrociatore torpediniere, al tempo della perdita era stato da parecchi anni trasformato in posamine e riclassificato come tale, essendo divenuto obsoleto come incrociatore;
    28) Verona: trasportava circa 3000 disertori diretti in Libia, ed i morti furono 880;
    29) Cordova: benché avesse prestato precedentemente servizio come nave ospedale, all’epoca della perdita era stata da tempo riconvertita in trasporto truppe e non era più classificata nave ospedale (l’unica nave ospedale italiana affondata in servizio durante la 1a G.M. fu la Marechiaro);
    30) Etruria: in origine ariete torpediniere (in sostanza un incrociatore protetto), al tempo della perdita era stato trasformato,e riclassificato, in nave appoggio idrovolanti in quanto obsoleto;
    31) Cesare Rossarol: non era un cacciatorpediniere ma un esploratore leggero (un esploratore era un tipo di nave a metà tra il grosso cacciatorpediniere ed il piccolo incrociatore leggero, adibito a compiti di ricognizione e di conduzione di flottiglie di cacciatorpediniere veri e propri); a me risultano esattamente 100 vittime, cioè 7 ufficiali e 93 sottufficiali e marina, più 34 superstiti;
    32) Basilicata: per la precisione era un incrociatore coloniale; molte delle vittime erano ascari eritrei.

  36. Lorenzo Colombo says:

    Salve, forse lo conosce già, ma le segnalo questo sito: http://www.uboat.net/wwi/ships_hit/ utilissimo per le navi affondate da U-Boote nella prima guerra mondiale. Puntualizzo, però, per esperienza: è utile per la cronaca degli affondamenti (e non solo, riporta anche danneggiamenti e catture), ma diffidi dei numeri delle vittime (se sono indicati): se i dati in suo possesso sono discordanti, quelli corretti sono i suoi.

  37. Guido Corrias says:

    A complemento degli affondamenti del 15 maggio 1917, e della annessa lista degli scomparsi, dal volume “Eroi Sardi” della Licheri di Ghilarza, si legge che i marittimi Carta Giacomo e Cuccureddu Pietro, era entrambi imbarcati sul R.C.T. “Borea”.
    Cordialmente.

  38. Marco Alfredo Secci says:

    Leggo con piacere queste paggine.
    Sono un socio A.N.M.I. la nostra sezione di Quartu sant’Elena è intitolata ad un marinaio nostro concittadino perito nell’affondamento del R.C.T. TURBINE. il sottocapo cannoniere OLLA LUIGI, M.A.V.M.
    Col sommergibile JALEA, peri il torpediniere CAMPURRA LUIGI, nato a QUARTU S. ELENA il 27, gennaio, 1892, capitaneria di CAGLIARI.
    Data di nascita e capitaneria, mancano nell’elenco dei caduti.
    Vi sonso grato per il servizio fatto che fatte.
    Marco Alfredo Secci Cocco, 2° Capo M.

  39. Andrea Lanzoni says:

    Ciao, scrivo prima di tutto per complimentarmi con Silvia (che seguo anche su cimeetrincee) per questo sito che ritengo di inestimabile valore. approfitto inoltre per rispondere a Lucio Castellano (pronipote del Capitano di Corvetta Gaetano Pesce, Comandante della cannoniera A.Cappellini). Il mio bisnonno Cesare Lanzoni cl.1874 era Tenente Cannoniere del CREM, imbarcato sulla cannoniera E.Faà di Bruno (credo fosse il Direttore del tiro). Le due navi operarono insieme alle foci dell’Isonzo (bombardavano le retrovie AU), e poi – dopo Caporetto – viaggiavano insieme verso Ancona quando una terribile tempesta fece affondare la Cappellini, mentre la Faà di Bruno si incagliò in una secca. Sicuramente i nostri antenati si conoscevano bene!
    Un saluto.

    • Omar Colombo says:

      Gentile Sig. Lanzoni, può gentilmente fornirmi un indirizzo e-mail al quale scriverle? Sono un ricercatore dell’Associazione di Storia Contemporanea (www.assocontemporanea.wordpress.com) e sto lavorando ad una ricerca sulla conservazione della memoria del naufragio del pontone Cappellini e della vicenda del Faà di Bruno. Credo che una sua testimonianza possa essere davvero preziosa. La invito pertanto a scrivermi al mio indirizzo di posta omar.colombo.90@gmail.com.

      Cordiali saluti,
      dott. Omar Colombo

  40. Lucio Castellano says:

    Ciao Silvia. Leggere queste righe mi ha commosso. Troppo spesso si dimenticano i sacrifici fatti da chi ci ha preceduto.
    Il Capitano di Corvetta Gaetano Pesce, Medaglia d’Argento al Valor Militare, era il fratello di mia nonna. La sua perdita fu preceduta da quella del fratello di mio nonno, il Capitano Luigi Castellano, affondato e morto nel 1915 nei pressi di Durazzo mentre trasportava truppe italiane in Albania in aiuto ai Serbi. Questi eventi segnarono per sempre la mia famiglia.
    Provero’ a rintracciare tra le vecchie cose informazioni che possano arricchire la tua “stanza”. Nel frattempo di ringrazio per l’opportunita’ che mi a hai dato di ricordare. Un saluto.

    • Omar Colombo says:

      Gentile Sig. Castellano, può gentilmente fornirmi un indirizzo e-mail al quale scriverle? Sono un ricercatore dell’Associazione di Storia Contemporanea (www.assocontemporanea.wordpress.com) e sto lavorando ad una ricerca sulla conservazione della memoria del naufragio del pontone Cappellini e della vicenda del Faà di Bruno. Credo che una sua testimonianza possa essere davvero preziosa. La invito pertanto a scrivermi al mio indirizzo di posta omar.colombo.90@gmail.com.

      Cordiali saluti,
      dott. Omar Colombo

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