Famiglia Siotto-Pintòr, nobili di Sardegna

19 Marzo 2013
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La storia di questa Famiglia nobile originaria della Sardegna, iniziò con la lettera della foto….da essa ho cominciato a fare ricerche e il risultato è la testimonianza diretta di un padre e di un figlio che vivono la lontananza causa la guerra….

Ecco la loro storia….

Diodato Siotto-Pintòr (in Parrocchia battezzato coi nomi Adeodato Giovanni Giacinto, dal libro Quinque Libri Stampace 32 c. 2v. atto 27) nacque il 9 Aprile 1852 a Cagliari (Quartiere Stampace), figlio del politico e magistrato Giovanni e della Ruda Isabella. Si trasferì a Milano dove prestò giuramento per la leva militare nel 1874; si sposò colla Molla Angelina nel 1894 e dalla loro unione nacque Giovanni.

Diodato Siotto-Pintor. Fonte Foto: Associazione Araldica Genealogica Nobiliare della Sardegna, che ringrazio della disponibilità della foto. Cliccare sulla foto per accedere al sito dell’Associazione.

Dallo Stato di Servizio di Diodato Siotto-Pintòr (riporto scritto solamente la parte inerente la Grande Guerra; per leggerlo completo aprire il file pdf subito sotto):

  • Colonnello Comandante del 41° Reggimento Fanteria, 26 Gennaio 1902
  • Collocato a riposo con decorrenza per gli effetti della pensione, 11 Gennaio 1906
  • Maggiore Generale in detto, 3 Aprile 1913
  • Richiamato in servizio per le funzioni di Comandante del Presidio Militare di Bergamo, 29 Maggio 1915
  • Tenente Generale in detto, 31 Maggio 1917
  • Ricollocato in congedo, 31 Maggio 1917
  • Assume dal 1° Febbraio 1924 il grado di Generale di Divisione
  • Morto a Gorlago, lì 9 Novembre 1925
  • Campagne. ferite, azioni di merito: “riportò una frattura alla penultima costola destra in seguito a caduta da cavallo mentre assisteva in piazza d’armi all’istruzione delle compagnie del distretto, 3 Ottobre 1893
  • Decorato della Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
  • Autorizzato a fregiarsi della Croce d’Oro per anzianità
  • Campagna d’Africa 1895-1896
  • Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo delle campagne d’Africa colla fascetta campagna 1895-1896
  • Decorato della Croce di Cavaliere dell’ordine dei SS Maurizio e Lazzaro
  • Decorato della Croce di Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
  • Decorato della Croce di Commendatore nell’Ordine della Corona d’Italia in considerazione di lunghi e buoni servizi
  • Ha compiuto il corso della Scuola di guerra nell’anno 1883
  • Riconosciuto il titolo di Nobile come da attestazione della Consulta Araldica del 1877

Stato di Servizio Diodato Siotto-Pintòr

Decorazioni di Diodato Siotto-Pintòr:

Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia

Croce di Cavaliere Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia (stessa decorazione della Croce di Cavaliere con l’aggiunta della rosetta di stoffa posta sul nastrino)

Croce d’Oro per Anzianità di Servizio (XXV anni). In questo caso non è specificato sullo Stato di Servizio di Diodato quanti anni fece.

Giovanni Siotto-Pintòr nacque il 3 Gennaio 1895 a Piacenza. Prestò giuramento di fedeltà a Gorlago (distretto Bergamo) il 23 Maggio 1915; di professione studente, capelli neri, occhi castani…

Dallo Stato di Servizio di Giovanni Siotto-Pintòr:

  • Soldato volontario nell’8° Reggimento Fanteria allievo ufficiale con la ferma di anni tre, ascritto 1° categoria classe 1894, 30 Settembre 1914
  • Caporale in detto, 30 Novembre 1914
  • Sergente in detto continuando nella ferma contratta, 31 Gennaio 1915
  • Sottotenente in detto arma di fanteria effettivo per mobilitazione al Deposito di Lecco ed assegnato al 73° Reggimento Fanteria per il prescritto servizio di prima nomina, 29 Aprile 1915
  • Giunto al deposito del 73° Fanteria, 15 Maggio 1915
  • Tale incorporato nel 160° Fanteria, 15 Maggio 1915
  • Tale in territorio dichiarato in stato di guerra, lì 24 Maggio 1915
  • Tale ricoverato nell’ospedale da campo n.008 (Piovene Rocchetta?) per ferita, 20 Ottobre 1915
  • Tale nell’infermeria presidiaria di Bergamo, 15 Dicembre 1915
  • Partito da territorio dichiarato in stato di guerra, 15 Dicembre 1915
  • Tale all’Ospedale della Clementia in Bergamo, 15 Gennaio 1916
  • Tale nell’Ospedale di S.Matteo Clinica Universitaria di Pavia, 5 Aprile 1916
  • Tale ricoverato nell’Ospedale Ortopedico in Milano; sottoposto a visita collegiale presso il collegio ortopedico di 1° grado di Milano e giudicato inabile per postumi di frattura dell’omero destro con lieve grado di limitazione funzionale del braccio e postumi di frattura mal consolidata del femore destro con accavallamento dei monconi, 16 Settembre 1916
  • Tale dismesso dall’ortopedico di Milano  ed inviato in licenza in attesa di disposizioni ministeriali, 7 Giugno 1917
  • Tenente con anzianità, 16 Agosto 1917
  • Collocato a riposo per infermità proveniente da cause di servizio, 21 Aprile 1918
  • Capitano di complemento nel deposito di Lecco, 4 Gennaio 1923
  • Inviato in congedo assoluto perchè riconosciuto permanentemente inabile per infermità proveniente da cause di servizio, 1° Marzo 1924
  • Tale giunto al distretto di Bergamo per riprendere servizio, 25 Marzo 1925
  • Ricollocato in congedo assoluto a sua domanda, 22 Aprile 1927
  • Campagne, ferite, azioni di merito: “riportò una ferita al terzo inferiore del braccio destro con frattura dell’omero e alla regione del ginocchio destro con frattura dei ???? del femore nel fatto d’armi del 20 Ottobre 1915
  • Campagna di guerra 1915
  • Decorato della croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
  • Autorizzato a fregiarsi di un distintivo d’onore di ferita
  • Decorato della Medaglia d’Argento al Valor Militare
  • Autorizzato a fregiarsi del distintivo d’Onore per i mutilati
  • Nominato Cavagliere della Corona d’Italia
  • Concessa la Croce al Merito di guerra
  • Autorizzato a fregiarsi della Medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 ed apporre sul nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna 1915-1916-1917-1918
  • Autorizzato a fregiarsi della Medaglia Interalleata della Vittoria

 

Medaglia d’Argento al Valor Militare a Giovanni Siotto-Pintòr, motivazione: “Perchè alla testa del suo plotone di soldati di un’altro reparto rimasto senza Comandante, con slancio mirabile attaccò forti posizioni nemiche, sulle quali cadde colpito due volte gravemente. Altipiano di Folgaria, 19-22 Ottobre 1915

 

Dal riassunto storico della Brigata Milano (160° Reggimento Fanteria): “Il 18 Ottobre la Milano ha ordine di riprendere le operazioni contro le posizioni nemiche della linea Plaut-Bocca Val Orsara-Durer []. Il compito assegnatole è quello di sfondare, con parte delle sue truppe, il centro della linea di difesa []. Attende alla prima parte del compito il 160° che deve puntare contro il trincerone di q.1719 e q.1653 []. Il 19 Ottobre, cessata la preparazione di artiglieria, il 160° tenta ripetuti attacchi che si infrangono tutti contro i reticolati sorvegliati da fuoco di mitragliatrici e fucileria“.
Dal sito www.cimeetrincee/brigate

Foto del libretto personale di Giovanni Siotto-Pintòr, alla chiamata alle armi appartenente all’8° Reggimento Fanteria….

Il padre di Giovanni, Diodato, scrisse numerose lettere al figlio, soprattutto dopo il suo ferimento….dopo averne recuperate alcune, le riporto in questa pagina, come testimonianza della Grande Guerra e dell’unione di questa famiglia:

Montichiari, 5 Settembre 1915.

Caro Niù mio,
Sono qui dal 22. Si doveva sciogliere il campo il 7. E’ venuto l’ordine di prolungarlo di dieci giorni, così, salvo nuove disposizioni, si tornerà a casa il 17. Non è che io stia qui malvolentieri. Anzi ci sto benissimo e volentierissimo, meglio che a Bergamo. Vorrei che il campo durasse tre mesi. Ma mi rincresce per la povera mammina che è là sola. Dalle sue lettere capisco che si lascia vincere dalla malinconia. La casa le sembra una tomba e lo è veramente. Nessuna distrazione, nessuno con cui parlare, e poi i pensieri tristi, i timori che la assalgono…(capisco troppo bene che la sua vita presente, in queste condizioni è assai triste). Eppoi essa aveva calcolato di andare a passare un certo tempo dalla nonna; e il dovere se non rinunciare, dilaziona il soddisfacimento di un desiderio così giusto è comunque per lei di grande pena. Povera mamma! Essa è la vera vittima innocente di questo stato di cose. E’ per conseguenza dovere mio e tuo di colmarla di premur e di prove di affetto per farla ben sentire che non è sola al mondo e che vi sono cuori affezionati che palpitano all’unisono col suo. La nostra mammima mi ha mandato una nuova fotografia in piedi; l’aveva mandata anche a te. Ti piace?Non c’è male; ma chi potrà mai ritrarre l’espressione del viso e degli oggin della nostra mammina quando non fa il musin?
Qui le cose vanno come Dio vuole. Si fa quel che si può. Nella tua ultima cartolina mi domandi il parere circa l’ultimo articolo di Gatti. Caro Niù, io non leggo più nemmeno i giornali. Leggo appena il Bollettino del Comando Supremo sempre in attesa delle notizie di un successo decisivo. E basta. Non è che non ne avrei il tempo. E’ che mi costa leggere commenti, giudizi, previsioni su questa guerra che si riducono a chiacchere inutili che rispecchiano i preconcetti non sempre disinteressati dei loro autori e che generalmente sono smentite dai fatti. Tu però fai bene a metterti al corrente delle varie opinioni, ti servirà di istruzione.
Fai sempre il tuo dovere esattamente e con amore. Ora con la nuova disposizione che non tiene conto dei titoli di studio per le promozioni a sottotenente effettivo, la strada ti è aperta.
Saluta per me il Colonnello Morino, fa le mie congratulazioni a Campanella (Tenente Colonnello II Battaglione sino al 6 Luglio 1916, n.d.t.). Saluta il Colonnello Berardi (forse Maggiore Generale Berardi Francesco, Comandante di Brigata dal 24 Maggio 1915 al 6 Luglio 1916, n.d.t.) e l’Aiutante Maggiore Fagnami (?).
Caro Niù, abbi riguardo massimo alla tua salute senza la quale nulla si può fare. E, soprattutto, sta allegro.
Ti bacio e ti abbraccio con immenso affetto e ti benedico,

il tuo Papalin”

 

Bergamo 22 Ottobre 1915, ore 9,30.

Ninissimo Figlio mio,

in questo momento ricevo tre tue cartoline (11,15 e 16 corr.) una tua breve lettera (12 ott.) e una cartolina del Colonnello Morin (16 Ott.). Sono rinato a nuova vita. Ma da ieri avevo il presentimento che nulla di grave era accaduto. Interessantissima la tua cartolina del 15 nella quale mi annunzi di aver ricevuto il battesimo del fuoco e di essere ora un vero soldato. Bravo Giovanni! Ricevi le congratulazioni del tuo papalin che vive la tua vita di tutti gli istanti e che si compiace di ogni tua gioia. Iddio ti preservi! Intanto tu ricordati dei miei consigli, non esporti inutilmente; conservati per le buone occasioni in modo da prestare un servizio veramente utile. Al Colonnello Morin (forse Morino, Comandante del 160° Reggimento Fanteria dal 24 Maggio al 23 Ottobre 1915 n.d.t.) avevo scritto una cartolina augurando felici eventi al 160° Risponde:«Ebbi la sua bella cartolina così vibrante di alti sentimenti, e creda pure che ogni mio pensiero è al Reggimento e che ho sempre l’occhio fisso e fidente nei miei bravi ufficiali, fra i quali bene in vista il suo ottimo figliolo. Grazie sig. Generale, ed un commosso saluto». E dì un po’; hai fatto la domanda per passare effettivo? Ormai i quattro mesi di servizio al fronte li devi avere, anche detraendo i giorni nei quali hai dovuto allontanartene per la tua malattia. Non perder tempo, non lasciarti sfuggire questa occasione. Se le cose vanno bene, tu potresti passare tenente durante la campagna e forse, chissà, anche capitano. Sarebbe bello, non è vero?Nel caso che tu dovessi rimanere ferito, ricordati di domandare di essere mandato all’ospedale di riserva di Bergamo. Non sarà difficile l’ottenerlo perchè non più tardi di ieri l’altra sera, sono arrivati dei feriti del 160 (del 2° e del 3° battaglione) coi quali io ho parlato in una visita che feci ieri all’ospedale apposta per aver notizie di ciò che avevano veduto. Uno di essi, certo Pagliucca Angelo del 3° Battaglione ti conosce e mi ha detto che tu eri allegro e che scherzavi con un sottotenente sardagnolo (che deve essere il Sotgiu). Avendo tempo scrivimi della vita di trincea ma non dirmi nulla che possa dar motivo che i tuoi scritti possano essere trattenuti dalla Censura. E colla mamma, come si fa? Scrivi per essa qualche cartolina per darle da intendere che sei fuori dalla zona delle operazioni. In ciò però lascio a te di fare quello che credi; fa quello che ti suggerisce il tuo cuore e i tuo criterio. Vedo che mi scrivi col lapis. Hai perduto la penna stilografica? Peccato! Perchè lo scritto in lapis è soggetto a svanire a così fra poco tempo le tue lettere che sono documento prezioso per la famiglia e per te saranno illeggibili! Il soldato Ferrari Alceo che è partito da qui latore di una mia lettera per te e di una tavoletta di cioccolatta non è ancora tornato. In questi giorni tu sei in trincea. Dio ti aiuti e ti preservi da ogni disgrazia. Saluta il Colonnello e gli altri. Vedi di sopportare i disagi filosoficamente. Mi congratulo con te anche su questo punto. Sta sempre allegro, sempre allegro, sempre, sempre. I tuoi cugini di Cagliari si sono fatti vivi con te? Figlio mio, ti benedico e imploro da Iddio la sua protezione sopra il tuo capo che io mi prendo fra le mani e che bacio con intenso affetto. Tuo Papalin. La mamma è ancora a Piacenza”.

Bergamo, 29 Ottobre (1915) ore 6p.

Giovanni, figlio mio,
arrivo ora a casa. La mamma non è ancora arrivata. Sarà qui mercoledì sera (3 Novembre) dopo una assenza di 42 giorni. Giorni troppo tristemente memorabili! Porterà qui con sè una delle figlie della zia Elvira. Ciò è provvidenziale perché avrà con chi sfogarsi quando saprà ciò che è successo durante la sua assenza. Sta tranquillo che io starò bene all’erta per ottenere la tua destinazione ad un ospedale di Bergamo quando sarà giunto il momento in cui sarai in condizioni di essere trasportato; momento che, come puoi bene immaginarti, io aspetto con tutti i voti dell’anima mia. Ho trovato qui la bella lettera che tu hai fatto scrivere al Tenente medico Launa (?) per darmi tue notizie. Ringrazialo tanto tanto per me e digli che io gli sarò sempre riconoscente della sua pietosa premura. Non ti dico di farti coraggio perché ho veduto che ne hai da vendere, e ciò è per me di grande conforto. Lo zio Gaetano mi dice che in questi giorni è venuta tanta gente a domandare tue notizie. Il vecchio Gatti è venuto due volte e con anche il giovane Rinaldi. Tutti si interessano di te e ciò sarà a te di conforto! Il T.Col. Medico Zanchi al quale ho esposto il tuo caso mi ha detto cose confortanti sulla tua guarigione. Addio, Niu mio, figlio mio. Dio ti benedica e ti faccia guarire presto. L’anima di papà tuo è con te.

Papà.

 Ecco ora una cartolina scritta a Giovanni dalle zie…

Roma, 3 Dicembre 1915

Caro Giovanni,
è giunta stamane la cartolina in cui fai cenno del pacco da me spedito alla tua mamma, invierò a te direttamente altre camicie per feriti: non so se ti saranno utili, in ogni modo ne disporrai come credi meglio. Speriamo che il tuo miglioramento continui: il braccio è ancora ingessato? E la gamba ti fa molto soffrire? Ricordandoti sempre inviamo saluti e baci.

Pierina e zia Clementina”.

A Gorlago credo esista ancora la villa Siotto-Pintor….

 

Ringrazio l’Associazione Araldica Genalogica Nobiliare di Sardegna per la cortesia e collaborazione, in particolare nella figura del Signor Enrico Aymerich…
Ringrazio inoltre l’Archivio Arcivescovile di Cagliari per avermi fornito dati importanti…

3 thoughts on “Famiglia Siotto-Pintòr, nobili di Sardegna

  1. Luciano Duca says:

    A Gorlago esiste la Villa Siotto Pintor ed in una chiesetta dedicata sono sepolti vari
    personaggi di questa nobile famiglia. Personalmente ho conosciuto la nobildonna Isabella Siotto Pintor ultima discendente, figlia di Giovanni deceduta a Gorlago nell’anno. 2005.

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